(Roma, 28 giugno 2024). A guardare questo primo dibattito fra Donald Trump e Joe Biden si fa un solo e unico pensiero: aver buttato via 90 preziosi minuti di vita. E ancora: questi due sono stati davvero presidenti degli Stati Uniti d’America? E ancora, questa è davvero la Cnn? E se non bastasse, questa è l’America ?
I due, che non si sfidavano dai duelli del 2020, avevano accettato regole rigidissime per questo dibattito: microfoni spenti mentre parla l’avversario, niente appunti, nessuna possibilità di interagire con il proprio staff. Forse troppe regole per un duello che si è trasformato nella più triste puntata di Forum degli anni Novanta. Così banale, vuota e surreale che entrambi i candidati meriterebbero di essere esclusi dalla corsa elettorale a pedate per lo spettacolo deplorevole offerto questa notte. E non perché abbiano battibeccato come due comari (forse sarebbe stato meglio!) ma perché non c’è stato nulla nelle domande tantomeno nelle risposte. Il vuoto pneumatico condito da punzecchiature fra due dischi rotti.
Peggio dei due sfidanti c’è stata solo la conduzione della Cnn. Il set di domande poste dai due giornalisti mummificati ha avuto due reazioni costanti: le smorfie consuete di Trump, perennemente fuori tema, pronto a rispondere a ogni domanda con l’argomento precedente; dall’altro lato, Biden, spesso alle prese con vuoti di memoria e difficoltà a parlare. Nella sostanza, i massimi argomenti di entrambi sono stati: “sono stato il migliore presidente degli Usa” (Trump), “lui è stato il peggior presidente degli Usa” (Biden).
Il duello è partito a bomba con domande su inflazione, tasse e social security, temi caldi e molto cari alla pancia dell’elettorato. E cosa hanno raccontato i due nei pochi secondi a disposizione? Nulla. Nessuno ha fornito dati reali con fonti precise. Solo slogan. Biden ha insistito sull’economia in piena espansione anche se, come dice spesso, c’è ancora del lavoro da fare. Ma dal punto di vista dell’ex presidente Trump, “l’economia sta crollando” ed è in totale disordine, come ha detto durante un recente comizio elettorale nel Wisconsin. I salari sono sì cresciuti, ma la disoccupazione non si è tenuta sotto il 4% e la fiducia dei consumatori (che accumulano debiti) ha vacillato, soprattutto nell’ultimo mese.
Superata l’intro sull’economia, è stato il momento dell’aborto, volutamente posizionato in cima all’elenco delle domande. Dopo una serie di schermaglie consuete su tempi e modalità, Trump ha reputato giusto il rimando alla scelta degli Stati come già avviene per altre questioni, in barba all’esistenza di un Stato federale che si candida a guidare. “I support Roe vs Wade“, ha tuonato Biden: ma nella sostanza nessuno dei due ha saputo andare oltre la triade stupro-incesto-rischio per la salute della madre. La parola con la a fa perdere voti, anche se i due sono bravissimi da sé nel farlo.
Si è poi passati all’immigrazione. Un tema scottante per entrambi: un refrain di Trump ma anche una capitolazione per Biden, costretto a blindare il confine meridionale, avendo firmato un ordine esecutivo per limitare il numero esorbitante di richieste di asilo dei migranti al confine con il Messico. Un tema moschicida per la retorica di entrambi, una incentrata sulla militarizzazione del problema, l’altra tutta sull’empatia. Sullo sfondo, l’incapacità del Congresso di produrre una nuova legge per riformare il processo di asilo. I legislatori repubblicani, inchinandosi a Trump, si sono infatti rifiutati di collaborare con la Casa Bianca.
Al cospetto della patata bollente della guerra in Ucraina, lo show è perfino peggiorato. Se Trump ha ribadito di aver sempre ricevuto rispetto da parte di Vladimir Putin, ha ribadito che “quando c’era lvi” nessuno avrebbe invaso né l’Ucraina tantomeno Israele. “Putin is a war ciminal!”, gli risponde Biden. Il discorso vira sulla spesa/sostegno a Kiev, ma senza che nessuno dica come mettere fine alla guerra. Trump promette di farlo all’indomani dalla sua rielezione. Biden non sa andare oltre gli assegni in bianco.
Sul Medio Oriente forse Biden può vantare un credito. Quello di essersi esposto con il piano che ormai porta il suo nome, ma che è ben lungi dall’essere messo in pratica. L’ex presidente Trump non ha specificato come affronterebbe la guerra se rieletto e in che modo le sue politiche differirebbero da quelle di Biden. Offre solo commenti vaghi mentre critica il presidente: inoltre, non ha risposto alla domanda se avrebbe sostenuto uno Stato palestinese indipendente per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas a Gaza.
Il tema di Capitol Hill fa capolino a quasi un’ora dall’inizio del dibattito. All’ex presidente è stato chiesto di commentare le sue azioni e omissioni il 6 gennaio 2021. Inizialmente Trump ha cercato di deviare la domanda, indicando altri ambiti in cui voleva attaccare il nemico. Biden ha invece sottolineato come Trump sia rimasto nello Studio Ovale per tre ore senza far nulla. “E ora, dice, se perde di nuovo – da bravo piagnone che è – potrebbe esserci un bagno di sangue“, lo incalza Biden. Dal canto suo, il magnate ha promesso di rispettare il risultato di novembre “purché sia “fair and legal“.
Anche sulla crisi climatica il dibattito è stato banalizzato. Trump torna addirittura sulla domanda precedente per poi ricordare che sotto la sua presidenza gli Usa hanno avuto la migliore aria e la migliore acqua della storia.
Biden gli risponde sciorinando la sua “migliore legislazione sull’ambiente”. In più occasioni, compresa la domanda sul clima, sia il presidente che il tycoon hanno ripetutamente promesso di proteggere la previdenza sociale, ma nessuno dei due ha fornito proposte dettagliate per affrontare l’imminente insolvenza se il Congresso non dovesse intervenire. La stoccata sul tema welfare, la fornisce Trump sul tema dei black voters: gli afroamericani continuano a lottare economicamente più di altri gruppi etnici sotto molti aspetti. Ma il presidente Biden ha detto che gli elettori neri dovrebbero riconoscere che il tasso di disoccupazione dei neri è “il più basso da molto, molto tempo“. Trump, che ambisce a al voto di neri e ispanici, ribadisce che l’inflazione sta uccidendo queste fasce svantaggiate.
Arrivare in fondo al dibattito è pure sadismo. In più di un momento la tentazione di mettersi le mani in volto e distogliere lo sguardo dallo schermo è stata forte. “Cretino“, “Piagnone“, “Perdente“, “Questo qui” sono stati gli appellativi sciorinati nel corso della trasmissione. “Sei andato con una pornostar quando tua moglie era incinta“, “Non ho fatto sesso con una pornostar“, un’altra vetta altissima. E poi ancora le battutacce sul golf, di fronte alla domanda hot sull’età.
Questa notte sulla Cnn è andato in onda uno spettacolo indecoroso. No, non per via delle solite schermaglie tra il guascone e il rimbambito. Non abbiamo visto nemmeno quelle. Indecoroso per la politica in sé, indecoroso per i momenti che viviamo. Indecoroso per un grande Paese che è stato terra promessa per molti e che ha per le mani parte del timone del Pianeta. Aspiranti piloti di quel timone, due bambini canuti, stanchi, incompetenti, capricciosi, gaffeur, senza alcuna idea del domani. Senza un progetto per un’America perduta e nessuna capacità di accendere gli animi. Hanno perso, hanno già perso entrambi. Per salvare la dignità, se non possono scegliere di fermarsi, che almeno non si presentino al dibattito di settembre.
Di Francesca Salvatore. (Inside Over)