Biden: «è l’inizio dell’invasione. Le forze russe potrebbero marciare verso Kiev»

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(Roma, 23 febbraio 2022). Blinken cancella l’incontro con Lavrov. Il presidente americano: « Nessuna intenzione di combattere con Mosca ». L’ultimatum di Putin: « L’Ucraina deve rinunciare al suo desiderio di entrare nella Nato ». I 27 Stati hanno espresso all’unanimità il proprio appoggio alle misure proposte dall’Alto rappresentante Borrell contro Mosca e i separatisti del Donbass

Prima ha mostrato un sorriso incongruo con il momento drammatico, poi ha sfoderato il tono duro delle parole. Il presidente Joe Biden ha ufficializzato l’inizio della « invasione » della Russia in Ucraina, e annunciato sanzioni durissime. La « madre di tutte le sanzioni » non colpirà soltanto il presidente Vladimir Putin e le istituzioni finanziarie, ma le famiglie di oligarchi del cerchio magico del Cremlino. I

l messaggio, fatto dalla East Room della Casa Bianca, arriva 24 ore dopo il riconoscimento da parte di Putin delle « repubbliche » di Donetsk e Lugansk, a maggioranza filorussa, di fatto sottraendole all’Ucraina. « È l’inizio dell’invasione, forze russe potrebbero marciare verso Kiev », ha esordito Biden, che poi ha preannunciato quale sarebbe stata la linea della « prima tranche » di sanzioni: « andremo molto oltre i passi intrapresi nel 2014 », anno della prima crisi in Ucraina, con l’invasione russa della Crimea.

Otto anni fa il presidente Barack Obama apparve distaccato, poco interessato alla crisi nell’Est Europa. Il suo vice era proprio Biden, che non vuole compiere lo stesso errore. « Mosca – ha dichiarato il presidente – pagherà un prezzo altissimo ». Di fatto Washington ha accusato il Cremlino di aver compiuto una « flagrante violazione della legge internazionale ». Gli accordi di Minsk non esistono più. Biden ha annunciato lo spostamento di soldati, di stanza in Europa, verso la linea del Baltico, a sostegno degli alleati, tra Estonia, Lituania e Lettonia.

Le sanzioni economiche saranno di quattro tipi: blocco totale delle operazioni con le due maggiori istituzioni finanziarie russe, la Veb, la ex Vnesheconombank, la più grande corporation di Stato, con un patrimonio di 50 miliardi di dollari, e la banca militare; sanzioni sul debito sovrano.

Questo significa che la Russia verrà tagliata fuori dai finanziamenti dell’Occidente e non potrà accedere al mercato europeo per finanziare il suo debito; sanzioni sulle più potenti famiglie di oligarchi che appoggiano Putin (« se condividono i giochi sporchi della politica del Cremlino – ha attaccato Biden – condivideranno anche il dolore ») e, dopo aver raggiunto l’accordo con la Germania, l’atteso blocco del gasdotto Nord Stream 2.

Se Mosca « continuerà con le aggressioni », ha aggiunto Biden, verranno adottate nuove misure. Questo è un passaggio chiave: Washington si è voluta tenere una carta di riserva, da tirare fuori nelle possibili nuove trattative, nel caso Mosca vada avanti con il suo piano militare.

La sensazione della Casa Bianca, però, è che « Putin voglia andare ben oltre » e fare una guerra vera e propria. « Abbiamo notato il trasferimento di scorte di sangue al confine – ha ammesso il presidente – e non fai queste cose a meno che non pensi di fare una guerra ». « Spero di sbagliarmi », ha aggiunto. « Ma noi – ha precisato – non abbiamo nessuna intenzione di combattere con la Russia ».

Resta la domanda finale: e se Mosca non si fermerà, cosa faranno gli Stati Uniti e gli alleati Nato? I giornalisti, sistemati a sei metri dal podio del presidente, hanno provato a chiederglielo, ma Biden se ne è andato via subito, senza fermarsi per rispondere, diversamente da come aveva fatto in passato.

Di Massimo Basile. (AGI)