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Turchia-Qatar: Erdogan a Doha per «riscuotere le tasse»

(Roma-03 luglio 2020). Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, il 2 luglio, si è recato a Doha, dove ha incontrato l’emiro qatariota, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani. Secondo alcuni, l’obiettivo di Ankara è stato chiedere ulteriori fondi al proprio alleato.

Secondo il quotidiano «al-Araby al- Jadeed», quella del 2 luglio è stata la prima visita «di lavoro» del capo di Stato turco dallo scoppio della pandemia. Si è trattato di un incontro durato circa tre ore, ma chiuso alla stampa. Le discussioni si sono focalizzate perlopiù sul rafforzamento della cooperazione, soprattutto economica, e sulla crisi libica, dove sia Doha sia Ankara sostengono il governo di Tripoli, altresì noto come Governo di Accordo Nazionale (GNA). Non si esclude, poi, che i due interlocutori abbiano parlato altresì di sicurezza, vista la presenza del capo dei servizi di intelligence turchi, Hakan Fidan, e del ministro della Difesa nazionale, Hulusi Akar.

Fonti qatariote hanno poi riferito che i due leader hanno discusso delle relazioni strategiche e delle modalità per potenziarle in diversi campi, tra cui anche energia e commercio. Al termine dell’incontro, l’emiro al-Thani ha affermato, sul proprio account Twitter, che i due Paesi si sono detti consapevoli delle relazioni profonde che uniscono i loro popoli ed è il patrimonio comune alla Turchia e al mondo arabo, così come la vicinanza in termini geografici, ad essere alla base di una cooperazione costruttiva volta alla stabilità e allo sviluppo della regione, così come al progresso dell’intera umanità.

Il quotidiano al-Arab ha poi riferito che, stando a fonti “informate” del Golfo, per Erdogan la visita del 2 luglio ha avuto altresì l’obiettivo di «riscuotere le tasse» e chiedere, nonché ottenere, fondi volti a finanziare i propri progetti nella regione del Mediterraneo orientale. Come sottolineato dal quotidiano, ciò si verifica in un momento in cui Doha ha lasciato intendere che la Turchia è pronta a colmare il vuoto che un eventuale ritiro USA, parziale o completo, potrebbe lasciare presso la base statunitense in Qatar di al-Udeid.

Parallelamente, le medesime fonti hanno rivelato che Ankara sta spingendo Doha a stanziare fondi per le campagne militari turche in Libia e Siria. A tal proposito, è stato riferito che è proprio grazie al sostegno qatariota in materia finanziaria, logistica e nel campo dell’informazione che la Turchia ha potuto avviare le proprie operazioni non solo in Libia, ma anche in Yemen, Somalia e nel Corno d’Africa. Si tratterebbe, a detta delle fonti, di un “sogno utopico” che Ankara mira a realizzare e che prevede la riaffermazione del vecchio impero ottomano. Ciò significa che a Doha verranno chiesti fondi per un periodo di tempo illimitato. Parallelamente, sottolinea il quotidiano, è probabile che un legame di tal tipo causerà un ulteriore esacerbarsi delle relazioni tra il Qatar e gli altri Paesi del Golfo e dell’alleanza con gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda il legame economico, le società qatariote attive in Turchia sono più di 130 ed operano in vari settori, immobiliare, turistico e finanziario in primis. Dall’altro lato, le aziende di Ankara in Qatar sono circa 450, impegnate a fianco di quelle di Doha in più di 130 progetti, per un valore totale superiore a 15 miliardi di dollari. I due Paesi hanno firmato una serie di accordi e memorandum d’intesa, tra cui un accordo sulle disposizioni per lo scambio bilaterale di valuta, riyal del Qatar e lira turca, tra la Banca centrale del Qatar e la Banca centrale della Turchia. A tal proposito, il 2 luglio, il Qatar Financial Center ha firmato un memorandum d’intesa con l’Ufficio finanziario della presidenza turca, mentre altri accordi hanno riguardato la cooperazione industriale e tecnologica e la pianificazione urbanistica.

In passato il Qatar è stato definito uno «Stato della Turchia». Tuttavia, secondo un ex diplomatico in condizioni di anonimato, l’asse Doha-Ankara non è ben visto dalla popolazione qatariota, la quale considera il proprio governo vittima di estorsione e sfruttamento. La Turchia farebbe credere al proprio alleato di poter svolgere un ruolo equo nello scacchiere internazionale e nelle diverse questioni regionali, ma, in realtà, il Qatar fornisce semplicemente denaro e resta in attesa del completamento delle missioni da parte dell’esercito turco.

(Piera Laurenza – Sicurezza Internazionale). (L’articolo)

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