(Roma, 29 ottobre 2024). Hezbollah ha nominato il suo nuovo leader nella figura di Naim Qassem, 70 anni, membro di lungo corso del gruppo guidato dal 1992 allo scorso settembre da Hassan Nasrallah, ucciso da Israele in un attacco a Beirut. La scelta della Shura di Hezbollah, l’organo di governo del Partito di Dio, segna l’ascesa alla leadership, dopo 33 anni da numero due, di Qassem, l’allievo dell’imam Musa al-Sadr, il predicatore della “rivoluzione” degli sciiti libanesi, assassinato nel 1978 in Libia durante una visita su ordine di Muammar Gheddafi. Hezbollah, a quarant’anni dalla nascita, affronta oggi in corso una delle ore più buie della sua storia, di fronte all’attacco di Israele contro i suoi leader e le sue roccaforti.
Qassem, una laurea in Chimica e una in Teologia a Beirut conseguite negli Anni Settanta, era stato il volto di Hezbollah dopo l’uccisione di Nasrallah e la successiva operazione con cui Tel Aviv aveva neutralizzato Hashem Safieddine, successore designato dello storico comandante.
Qassem per molti anni è stato un vero “ambasciatore” di Hezbollah fuori dal perimetro dell’asse sciita cui il Partito di Dio fa riferimento. Considerato, in giovane età, tra i pontieri tra le varie fazioni sciite libanesi che diedero vita a Hezbollah e tra gli strateghi delle guerriglie anti-Israeliane durante le guerre del 1982 e del 2006, Qassem ha più volte rilasciato interviste a media stranieri e nel 2006 ha anche scritto un libro in cui racconta la storia del gruppo e la sua ideologia. Negli anni ha provato a delineare una linea di comunicazione con i partiti libanesi e presentato la causa del Partito di Dio come quella di tutti i libanesi. Da vice di Nasrallah ha ad esempio costruito buoni rapporti con l’ex presidente cristiano Michel Aoun e con molti politici del campo sunnita.
Inoltre, Qassem è sempre stato un realista che ha avvertito del fatto che l’esposizione di Hezbollah sul campo regionale avrebbero potuto mettere la formazione nel mirino dei suoi avversari. “Nessun partito del calibro di Hezbollah, in termini di dimensioni e organizzazione, sarebbe in grado di restare forte contro il rischio di essere infiltrato”, ha detto nel 2015, prefigurando la recente infiltrazione israeliana. L’8 ottobre proprio Qassem ha parlato a nome di Hezbollah dopo la morte di Nasrallah, aprendo anche esplicitamente a una richiesta di cessate il fuoco. Il suo ruolo si appresta, però, ad essere critico. Valga per tutti il tweet del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, che ha definito “temporanea” la nomina di Qassem.
Un riferimento al fatto che Israele si prepara a colpire anche Qassem? Dopo aver ucciso Nasrallah e i vertici di Hamas (da Ismail Haniyeh a Yahya Sinwar) Tel Aviv ha sicuramente nel mirino anche il nuovo capo del Partito di Dio. Il quale, non a caso, apre da tempo alla proposta di cessate il fuoco del presidente del parlamento Nabih Berri. Sarà possibile nel breve periodo? Ad oggi i venti sembrano portare tempesta per Hezbollah. E Qassem sale al potere in una fase in cui si deciderà, nella guerra con Tel Aviv, la prospettiva futura della formazione e con essa quella del Libano.
Di Andrea Muratore. (Inside Over)