«La tua fine è vicina». Monta l’odio islamico: ancora minacce contro Giorgia Meloni

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(Roma, Parigi, 29.10.2023). Nuove evidenze di odio contro il premier Meloni, ancora nel mirino di esponenti del mondo islamico dopo l’appoggio italiano a Israele

L’attenzione riservata a Giorgia Meloni nei Paesi arabi e islamici inizia ad assumere contorni preoccupanti. Le prime evidenze di astio, per non dire odio, contro il presidente del Consiglio italiano sono state trovate da il Giornale nei giorni immediatamente successivi alla « grande invasione » di Lampedusa di metà settembre. L’annuncio di una stretta da parte del governo per evitare che si ripetessero giornate simili hanno riversato contro il premier minacce di morte più o meno velate, che con lo scoppio del nuovo conflitto tra Israele e Palestina si sono moltiplicate. Il fermo appoggio delle istituzioni italiane a Israele, dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, ha caricato di ulteriore odio le popolazioni islamiche contro il nostro Paese e contro il premier, come dimostrano anche alcune invettive contro Meloni presenti nello spazio pubblico di un broadcaster arabo.

Il concetto, ribadito più e più volte, è sempre lo stesso: la minaccia. « Possa Allah vendicarsi di te », di legge in uno di questo messaggi. « Col veleno, se Allah vuole, ti renderà debole e indifeso », si legge ancora. E si continua così, con una sfilza di invocazioni divine contro Meloni. Particolare, inoltre, un intervento lasciato in lingua italiana contro il premier: « Che puttana, vaffanculo ». L’insulto sessista e misogino è un’altra delle contanti di questo genere di interventi contro il presidente del Consiglio, del quale in precedenza era stata utilizzata un’immagine in costume da bagno per scatenare commenti sessisti.

In uno scenario internazionale così caldo come quello attuale, in cui si sta configurando quasi una guerra religiosa e culturale con i Paesi islamici uniti contro l’Occidente, le minacce contro Meloni e l’Italia assumono un altro sapore. « Giuro su Dio che quei Paesi saranno distrutti », scrive un utente con profilo anonimo, minacciando vendetta contro gli « oppressori ». Tal Muhannad, invece, sembra rivolgersi direttamente al premier: « La tua fine è vicina ». Il tenore dei messaggi sembra essere sempre lo stesso, con l’invocazione nei confronti di un’entità superiore per i « crimini » commessi. I crimini, in molti casi, vengono identificati con la mancata fede nell’Islam, per la quale l’Occidente viene considerato come un traditore, un infedele da eliminare. « Verrà il giorno per voi cani che sostenete l’entità sionista », dichiara Amer.

È impossibile stabilire quanto possano essere credibili queste minacce ma è un altro, in realtà, l’elemento che merita di essere sottolineato. A fronte di un numero enorme di musulmani presenti in Italia e, più genericamente in Europa, per le leggi della statistica un’ampia percentuale di questi è radicalizzato o, comunque, osservante dell’integralismo islamico. È acclarato che ci sia un odio diffuso contro il mondo occidentale, come testimoniano i numerosi attentati terroristici nel nome di Allah. Quanti lupi solitari, radicalizzati o semplici esecutori della parola di Allah ci sono in Occidente, pronti a mettere in pratica quanto viene minacciato in questi messaggi ?

Di Francesca Galici. (Il Giornale)