Ucraina: Medio Oriente diviso, la Siria riconosce Donetsk e Luhansk, Ankara condanna Mosca

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(Roma, 23 febbraio 2022). Molti Paesi sono restii ad esporsi e vogliono aspettare i prossimi sviluppi prima di esprimersi sulla crisi in Europ

Le reazioni dai Paesi del Medio Oriente al riconoscimento della Russia delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk si contano sulle dita di una mano. Molti Paesi sono restii ad esporsi e vogliono aspettare i prossimi sviluppi prima di esprimersi sulla crisi in Europa. Finora solo la Turchia, Paese membro dell’Alleanza atlantica che vanta profondi legami con l’Ucraina, ha definito “inaccettabile” la mossa del presidente russo Vladimir Putin. Il capo dello Stato turco Recep Rayyip Erdogan ha interrotto una visita di Stato in Africa per tornare ad Ankara e seguire gli sviluppi della crisi. La prima mossa di Erdogan, che nelle scorse settimane ha cercato di avviare una mediazione tra Kiev e Mosca, è stata chiamare Putin per ribadire il proprio sostegno “all’integrità territoriale dell’Ucraina”, pur dicendosi pronto “a fare la sua parte per ridurre le tensioni e mantenere la pace”. La Turchia, come del resto molti altri Paesi che ospitano minoranze etniche, non può permettersi di riconoscere Donetsk e Luhansk per non creare un pericoloso precedente in patria, dove i curdi da tempo reclamano l’autodeterminazione.

Una posizione interessante è quella dell’Iran. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, si è limitato a invitare le parti coinvolte nella crisi tra Russia e Ucraina “a dar prova di moderazione e ad evitare qualsiasi azione che possa aumentare le tensioni”, pur accusando la Nato e gli Stati Uniti di aver “complicato la situazione con le loro provocazioni”. Stiamo seguendo con attenzione le questioni relative a questo Paese”, ha detto Khatibzadeh parlando degli ultimi sviluppi in Ucraina. Il portavoce ha invitato tutte le parti a cercare di risolvere le loro divergenze attraverso il dialogo e in un quadro pacifico, aggiungendo: “Purtroppo, gli interventi e le provocazioni della Nato hanno complicato la situazione nella regione”. Anche l’Iran, come la Turchia, teme le spinte separatiste delle minoranze che vivono ai confini (curdi inclusi, ma non solo) e per questo motivo un riconoscimento pubblico delle repubbliche di Donetsk e Luhansk è improbabile.

Un Paese che potrebbe essere direttamente colpito dalla crisi è l’Egitto, che importa enormi quantità di grano dalla Russia ma anche dall’Ucraina. Per questo il primo ministro del Cairo, Mustafa Madbouly, ha chiesto una rapida fine della crisi in Ucraina, evitando gravi sviluppi. Secondo quanto riferisce un comunicato stampa dell’esecutivo egiziano, il governo sta attualmente studiando le ripercussioni della crisi russo-ucraina sotto “vari aspetti”. Intanto, oggi è prevista una riunione del gabinetto di governo per discutere della crisi. Da parte sua, il magnate egiziano Naguib Sawiris ha invitato il governo a lavorare per ricevere il grano da un altro Paese, diverso dall’Ucraina, alla luce dell’attuale crisi. “Dobbiamo affrettarci a comprare e immagazzinare il grano prima della guerra tra Ucraina e Russia. Producono il 30 per cento della produzione mondiale di grano e, se scoppia una guerra, tutto questo non sarà disponibile e i prezzi saliranno alle stelle”, ha scritto su Twitter Sawiris. Secondo i dati disponibili, l’Egitto lo scorso anno ha importato circa il 50 per cento di grano dalla Russia e circa il 30 per cento dall’Ucraina.

Più criptica è la posizione degli Emirati Arabi Uniti, attore fondamentale dello scacchiere mediorientale e Paese membro non permanente del Consiglio di sicurezza Onu. Per ora il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Abdullah bin Zayed al Nahyan si è limitato ad intrattenere un colloquio telefonico con l’omologo russo Sergej Lavrov “per discutere della cooperazione tra i due Paesi e degli ultimi sviluppi regionali e internazionali”. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa emiratina “Wam”, le due parti hanno anche discusso questioni di interesse comune. In particolare, il ministro emiratino ha evidenziato la “forza delle relazioni amichevoli tra i due Paesi” e la volontà di migliorare le prospettive di cooperazione in tutti gli ambiti e raggiungere interessi comuni a beneficio di entrambi popoli. Nessun accenno nel dispaccio dell’agenzia “Wam” alla crisi in Ucraina. Ancora non pervenuta l’Algeria, altro Paese che importa grandi quantità di grano e che vanta stretti rapporti con Mosca.

Chi invece ha condannato apertamente il comportamento della Russia è stato il Governo di unità nazionale della Libia. Un comunicato del ministero degli Esteri di Tripoli ha respinto il riconoscimento russo delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, invitando Mosca alla calma e a ritirare forze militari dai confini ucraini e dalla Crimea occupata. “Il Governo di unità nazionale si unisce alla comunità internazionale nel suo appello alla Russia affinché si astenga dal lanciare qualsiasi operazione militare contro l’Ucraina”, si legge nel testo, sottolineando il rispetto di Tripoli alla sua sovranità e all’integrità territoriale ucraina. Va tenuto presente che il premier libico Abdulhamid Dabaiba rischia di essere esautorato dall’ex ministro dell’Interno Fathi Bashagha, prescelto dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk, il parlamento dell’est della Libia più vicino a Mosca di quanto non sianole autorità tripoline.

Al contrario, la Siria del presidente Bashar al Assad, il più fedele alleato di Putin in Medio Oriente, ha annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Luhansk e Donetsk. Lo ha reso noto la presidenza siriana su Twitter. “Questa posizione deriva dalla convinzione che la crisi ucraina sia un problema creato dai Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti e con lo scopo di dividere i popoli e minare la sicurezza nazionale russa”, prosegue il comunicato, secondo il quale “opporsi alle politiche occidentali rappresenta un interesse comune”. “La Siria si dichiara pronta a lavorare per costruire e rafforzare le relazioni con le repubbliche di Luhansk e Donetsk nel contesto di interessi comuni e rispetto reciproco”, ha concluso la presidenza.

Il ministero degli Esteri di Israele ha espresso la propria preoccupazione per la grave escalation in Ucraina. Attraverso un comunicato stampa, la diplomazia israeliana dichiara: “Israele condivide la preoccupazione della comunità internazionale riguardo ai passi compiuti nell’Ucraina orientale e alla grave escalation della situazione”. Inoltre, “Israele auspica una soluzione diplomatica che porti alla calma ed è disposto ad aiutare, se richiesto”. Lo Stato ebraico “sostiene l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. E’ pronto e disposto a trasferire immediatamente l’assistenza umanitaria all’Ucraina, in base alle sue esigenze, ed è in contatto con le autorità ucraine su questo aspetto”. La stampa israeliana evidenzia come nella dichiarazione ufficiale della diplomazia non sia mai nominata la Russia.

Redazione. (Nova News)