Iraq: la coalizione anti Stato Islamico uccide 7 terroristi

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(Roma il 22 febbraio 2021). La coalizione internazionale attiva nella lotta allo Stato Islamico in Iraq ha riferito di aver ucciso circa 7 membri dell’organizzazione terroristica jihadista.

Stando a quanto riportato dal quotidiano al-Arabiya, lunedì 22 febbraio, sulla base delle informazioni riferite dalla Media Security Cell, i 7 terroristi sono stati uccisi nel corso di 8 attacchi perpetrati dalle forze irachene nel governatorato di Kirkuk, nel Nord dell’Iraq, condotti a seguito di ordini impartiti dal comando delle operazioni congiunte e delle ricerche effettuate dai servizi di intelligence iracheni. nello specifico, sono stati presi di mira i nascondigli delle cellule dell’ISIS ancora attive in Iraq, situati nell’area di Wadi al-Shay, all’interno di quello che è stato definito “il quartiere generale avanzato”. Al momento, non sono stati rivelati ulteriori dettagli sull’identità dei militanti rimasti uccisi, in quanto le verifiche sono ancora in corso. Parallelamente, anche l’operazione della coalizione anti-ISIS non è ancora terminata.

Le forze di sicurezza irachene sono tuttora alle prese con le operazioni volte a scovare i rifugi dello Stato Islamico nelle aree impervie dell’Iraq, e, soprattutto nel cosiddetto “Triangolo della morte”, costituito da Kirkuk, Diyala e Salah al-Din. dove, secondo un rapporto dell’International Centre for Counter Terrorism (ICCT) dell’Aia, nel corso del 2020, gli attacchi dell’ISIS si sono particolarmente intensificati.

La recente mobilitazione ha poi assunto un ulteriore slancio a seguito dell’attacco del 21 gennaio a Baghdad, che ha provocato la morte di 32 individui e il ferimento di altri 110. Tale attentato ha messo in luce la necessità per l’apparato di sicurezza iracheno di impegnarsi maggiormente per far fronte ai gruppi terroristici che continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza dell’Iraq. A tal proposito, l’ultima operazione è stata lanciata il primo febbraio. Questa è stata soprannominata “Leoni dell’isola”, ed è condotta prevalentemente nelle aree occidentali di Salah al-Din e Ninive, su nove assi principali. Inoltre, in un quadro di crescente mobilitazione, il 2 febbraio stesso, i servizi di sicurezza nazionale iracheni hanno affermato di aver sventato un attacco a Baghdad, a seguito dell’arresto di un presunto attentatore suicida affiliato allo Stato Islamico, il quale aveva pianificato un attentato nella capitale.

A coadiuvare le forze irachene nel far fronte alla perdurante minaccia terroristica vi è la coalizione anti-ISIS, a guida statunitense, i cui aerei, secondo fonti militari irachene, risultano svolgere un ruolo essenziale soprattutto in attacchi di precisione. Sin dal 2014, la coalizione si è impegnata nella lotta contro lo Stato Islamico, con l’obiettivo di sconfiggerlo su tutti i fronti, distruggendo altresì le proprie reti ed ostacolando le proprie mire espansionistiche. Oltre alle campagne militari condotte in Iraq e in Siria, la coalizione mira anche a minare l’infrastruttura finanziaria ed economica dell’ISIS, a frenare il flusso di foreign fighter attraverso i confini e a riportare la stabilità ed i servizi pubblici essenziali nelle aree liberate dalla morsa del gruppo terroristico.

In tale quadro, secondo i “Country Reports on Terrorism 2019”, l’Iraq rappresenta un membro fondamentale della coalizione internazionale anti-ISIS e partecipa a tutti i diversi gruppi di lavoro ad essa legati, tra cui Foreign Terrorist Fighters, Counter-ISIS Finance Group, Stabilization, and Communications. Nonostante ciò, è stato evidenziato, lo Stato Islamico ha continuato a rappresentare una seria minaccia. La campagna condotta dall’ISIS, è stato specificato, mira a ristabilire il cosiddetto califfato, un obiettivo che viene perseguito facendo leva sul sostegno delle popolazioni di Ninive, Kirkuk, Diyala, Salah al-Din e Anbar, soprattutto in quelle aree tuttora contese tra il governo regionale del Kurdistan e il governo federale, dove non è chiaro chi debba occuparsi della sicurezza dell’area, provocando ulteriore caos e fragilità.

La presunta fine dello Stato Islamico risale al 9 dicembre 2017, quando, dopo tre anni di battaglie, il governo iracheno annunciò la vittoria sull’ISIS. Tuttavia, nel 2020 è stato registrato un crescente riemergere dell’organizzazione. A tal proposito, il Global Terrorism Index 2020 colloca l’Iraq alla seconda posizione, dopo l’Afghanistan, tra i 163 Paesi maggiormente colpiti dalla minaccia terroristica, sebbene nel Paese, nel corso del 2019, sia stata registrata una diminuzione del 46% nel numero di vittime provocate dal terrorismo.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)