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Tunisia: Ghannouchi sfida Saied, «il parlamento è in sessione permanente»

(Roma, 02 ottobre 2021). Una nuova escalation della crisi politica nel Paese africano più vicino all’Italia

Il presidente del parlamento della Tunisia e leader del partito islamista Ennahda, Rached Ghannouchi, sfida il capo dello Stato Kaies Saied, in una nuova escalation della crisi politica nel Paese africano più vicino all’Italia. Il capo del movimento musulmano ha annunciato che l’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp, il foro legislativo) è in “sessione permanente”, esortando i deputati a riprendere i lavori parlamentari sospesi dal presidente della Repubblica lo scorso 25 luglio. Si tratta di una dichiarazione destinata ad acuire la disputa sulla legittimità delle misure eccezionali annunciate da Saied, il quale ha accentrato su di sé la maggior parte dei poteri legislativi ed esecutivi, al punto che gli oppositori dell’amministrazione presidenziale parlano apertamente di colpo di Stato. “L’ufficio dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo è in sessione permanente”, ha dichiarato Ghannouchi in un tweet.

Eletto a sorpresa nel 2019, Saied è stato sottoposto a pressioni nazionali e internazionali per nominare un nuovo governo dopo il suo intervento a luglio, quando ha destituito il primo ministro Hichem Mechichi, sospeso il parlamento e assunto l’autorità esecutiva del Paese. Mercoledì 6 ottobre, il presidente ha nominato Najla Bouden Romdhane, una geologa 63enne con scarsa esperienza di governo, prima donna primo ministro della Tunisia e del mondo arabo. “Il nuovo governo sarà composto da donne e giovani qualificati, capaci di fare la differenza in questo difficile periodo che sta attraversando il Paese. La nostra priorità è far progredire l’economia, migliorare le condizioni di vita e di salute e ridurre la disoccupazione”, ha scritto ieri sera la Bouden su Twitter. Il 22 settembre, Saied ha sospeso la maggior parte della Costituzione, spiegando di voler governare per decreto durante un periodo “eccezionale” senza scadenza.

Ieri le forze di sicurezza hanno circondato la sede del parlamento, in attesa dell’arrivo dei legislatori. Said Ferjani deputato del movimento islamista tunisino Ennahda, ha detto che le riunioni dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo si terranno “a distanza” per evitare scontri. Mohamed Goumani, collega di partito di Ferjani, ha chiesto al presidente Saied di scegliere tra la ripresa dei lavori parlamentari e le elezioni anticipate. Le dichiarazioni dei due esponenti di Ennahda sono arrivate dopo che ieri alcuni manifestanti hanno contestato e ostacolato l’accesso al complesso del Bardo – circondato da blindati e polizia – ai deputati che si preparavano a riprendere i lavori parlamentari. Secondo il deputato Ayachi Zammel, rappresentante del Blocco nazionale, gruppo politico di orientamento Bourghibista, le attività parlamentari dovrebbero riprendere lunedì. I membri del parlamento che chiedono la ripresa dei lavori e il ritiro delle misure eccezionali sarebbero una novantina, anche se questo la lista comprenderebbe anche deputati all’estero e nomi ripetuti due volte.

Redazione. (Nova News)

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