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Il Qatar invita il Libano a salvarsi dal «collasso totale»

(Roma, 20 aprile 2021). Di fronte a un quadro tuttora caratterizzato da una grave crisi politica, economica e sociale, il Libano ha chiesto sostegno al Qatar, al fine di creare una rete di sicurezza che possa salvare Beirut dal collasso totale.

La richiesta è giunta il 19 aprile, nel corso di una visita del primo ministro del governo custode, Hassan Diab, a Doha, dove ha tenuto colloqui con funzionari qatarioti, volti a discutere sia degli ultimi sviluppi nel panorama libanese sia delle modalità per rafforzare le relazioni bilaterali tra il Libano e il Qatar. Da parte sua, l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, ha ribadito il sostegno del suo Paese verso il Libano e la sua posizione a fianco del popolo libanese. Ad ogni modo, Diab e i diversi partiti politici libanesi sono stati esortati a porre l’interesse nazionale al primo posto e a formare un nuovo esecutivo, in modo da riportare stabilità nel Paese. Parallelamente, anche gli altri Stati arabi sono stati invitati da Doha a sostenere il vicino libanese, il quale sembra aver esaurito tutte le capacità per far fronte alla grave e perdurante crisi economica e finanziaria.

È stato lo stesso premier ad evidenziare come Beirut sia oramai prossima al “collasso totale”, mentre la formazione di un nuovo esecutivo continua a essere ostacolata. Hassan Diab era stato nominato alla guida del governo libanese dopo le dimissioni di Saad Hariri, presentate il 29 ottobre 2019, in un clima caratterizzato da una forte mobilitazione popolare. Poi, a seguito dell’incidente del 4 agosto 2020 presso il porto di Beirut, anche Diab si è visto costretto a dimettersi, il 10 agosto, ma fino a quando non verrà ufficialmente formato un nuovo esecutivo è da considerarsi ancora in carica. Ad oggi, il destino del Libano risulta essere incerto. Saad Hariri si è nuovamente impegnato a formare una squadra governativa che rispetti le richieste di Parigi e degli altri donatori internazionali, i quali hanno chiesto un esecutivo indipendente e apartitico, in grado di porre in essere le misure di cui necessita il Paese, in cambio di aiuti volti a risanare una situazione economica in continuo declino.

Circa le relazioni Doha-Beirut, Diab ha evidenziato come il Qatar abbia spesso prestato aiuto al suo Paese in silenzio e senza cercare un tornaconto personale. A tal proposito, il 16 aprile, il Qatar, tramite il proprio Fondo per lo Sviluppo, ha inviato in Libano ulteriori aiuti, da inserirsi nel quadro della risposta umanitaria di Doha all’esplosione del porto di Beirut.

Prima di Diab, anche Saad Hariri ha incontrato, il 9 febbraio scorso, il vicepremier e ministro degli Affari esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani. In tal caso, diverse fonti mediatiche del mondo arabo hanno collegato la visita a sorpresa di al-Thani a un tentativo del Qatar di riunire le forze politiche libanesi al tavolo dei negoziati, così come avvenuto nel 2008, quando, il 21 maggio di quell’anno, venne siglato il cosiddetto “accordo di Doha”, che metteva fine a una crisi politica libanese durata circa 18 mesi, scongiurando, al contempo, un’eventuale guerra civile. Alla luce di un perdurante stallo politico, Doha potrebbe ritornare a svolgere un ruolo simile, dopo che il Paese del Golfo ha già offerto il proprio sostegno finanziario a un Paese, il Libano, testimone di una delle peggiori crisi economiche e finanziarie dalla guerra civile del 1975-1990.

Secondo alcuni analisti, il Qatar, da un lato, ha le capacità economiche giuste per ottenere la fiducia di Beirut, mentre, dall’altro lato, è riuscito, nel tempo, a stringere legami con diversi attori politici libanesi, tra cui Hezbollah. Motivo per cui, il Paese del Golfo crede che il momento possa essere propizio per provare a raggiungere un nuovo “accordo di Doha”. Tuttavia, diversi analisti hanno evidenziato che raggiungere un nuovo accordo come quello del 2008 non è semplice, in quanto si è di fronte a un contesto nazionale e regionale diverso.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

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