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Libia: Ankara avvisa Haftar, «LNA potrebbe diventare un target legittimo»

(Roma 27 dicembre 2020). Il ministro della Difesa Turco, Hulusi Akar, ha affermato che l’Esercito Nazionale Libico (LNA), con a capo il generale Khalifa Haftar, e i suoi sostenitori nell’Est della Libia potrebbero essere considerati “target legittimi” se le forze turche nella regione dovessero essere attaccate, il 27 dicembre, durante una visita alle truppe della Turchia a Tripoli. Akar ha specificato che se le forze fedeli ad Haftar dovessero colpire i militari di Ankara “non potrebbero scappare da nessuna parte” e diverrebbero un obiettivo della Turchia “ovunque”.

Il ministro della Difesa turco si è recato in Libia, il 26 dicembre, insieme ad altri funzionari dell’Esercito e ha incontrato i rappresentanti del Governo di Accordo Nazionale di Tripoli (GNA), con a capo il premier Fayez Al-Sarraj, del quale la Turchia è il maggior alleato estero. In particolare, Akar e la delegazione turca hanno avuto colloqui con il presidente dell’Alto Consiglio di Stato del GNA, Khalid al-Mishri, e con il ministro dell’Interno, Fathi Bashagha. La visita del ministro turco non era stata annunciata ed è arrivata in seguito alle ultime dichiarazioni di Haftar indirizzate alla Turchia.

Tre giorni prima, il 24 dicembre, durante una cerimonia organizzata dal Comando Generale in occasione del 69esimo anniversario dell’indipendenza della Libia, Haftar aveva affermato che le sue forze sarebbero ritornate a fare uso di violenza e armi se la Turchia non dovesse porre fine alla propria ingerenza negli affari interni della Libia. Il generale aveva affermato che “l’era delle illusioni coloniali” turche in Libia fosse finita e che stesse ad Ankara decidere se andarsene o se affrontare la guerra. Per Haftar, se la Turchia e i propri mercenari continueranno a mobilitarsi per nuove battaglie, nel momento in cui verrà sparato il primo proiettile dando inizio ad un nuovo conflitto, Ankara dovrà prepararsi “a una morte certa”.

A loro volta, le ultime dichiarazioni di Haftar erano giunte dopo che, lo scorso 22 dicembre, il Parlamento della Turchia aveva approvato una mozione proposta dalla presidenza, guidata dal capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, per l’estensione della missione delle proprie forze armate in Libia per altri 18 mesi a partire dal prossimo 2 gennaio. In tale occasione, Ankara aveva altresì ribadito che avrebbe continuato a fornire sostegno, e in particolare consulenza e addestramento, alle forze libiche di Tripoli, in ottemperanza al memorandum di sicurezza e per la cooperazione militare, siglato con il GNA il 27 novembre 2019.

L’estensione della missione turca in Libia è stata, però, vista come contrastante con l’accordo di cessate il fuoco al momento in atto nel Paese e stabilito lo scorso 23 ottobre, a seguito di un incontro tra le delegazioni libiche rivali, ovvero LNA, vicino alle istituzioni di Tobruk, e GNA, riunitesi a Ginevra nel quadro del Comitato militare congiunto 5+5.  Tra le varie clausole, l’intesa mediata dall’Onu prevede l’allontanamento di milizie e forze straniere dai fronti di combattimento libici entro 90 giorni dalla firma dell’accordo e l’interruzione delle attività di consulenza e addestramento, tenute in collaborazione con attori stranieri, fino a quando non verrà formato un nuovo governo. Oltre a questo, da un lato le forze di Haftar hanno accusato la Turchia di aver continuato a inviare armi e mercenari verso il Paese Nord-africano e di aver quindi sfidato la comunità internazionale e “dichiarato guerra” al popolo libico. Dall’altro lato, le forze del governo di Tripoli hanno denunciato più violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze di Haftar. Tra i passi positivi compiti dal 23 ottobre scorso si registra, invece, l’avvio di uno scambio di prigionieri tra GNA e LNA, il 26 dicembre.

La Libia è teatro di una lunga guerra civile iniziata il 15 febbraio 2011 a cui ha fatto seguito, nell’ottobre dello stesso anno, la caduta del regime dittatoriale di Muammar Gheddafi. Da tale evento in poi, il Paese non è mai riuscito a realizzare una transizione democratica e, al momento, vede, a livello politico, la presenza di due amministrazioni rivali, quella della Camera dei Rappresentanti di Tobruk e quella del GNA di Tripoli e, a livello militare, il fronteggiarsi delle milizie legate al GNA e di quelle del LNA.

Il GNA di al-Sarraj è il governo ufficialmente riconosciuto dall’Onu in Libia, è nato il 17 dicembre 2015 con gli accordi di Skhirat, firmati in Marocco e poi scaduti il 17 dicembre 2017 ed è stato formalmente appoggiato da Italia, Qatar e Turchia. Le forze del LNA sono invece vicine al governo di Tobruk che controlla la Libia orientale ed è guidato da Aguila Saleh, e, a livello internazionale, sono sostenute da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Francia e Russia.

Camilla Canestri. (Sicurezza Internazionale)

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