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Libano: il primo ministro designato Hariri, promette di formare un esecutivo di esperti nel rispetto dell’iniziativa francese

Il premier libanese designato, Saad Hariri, promette di formare un esecutivo di « esperti », in accordo con l’iniziativa francese. Lo ha dichiarato il leader della corrente sunnita Futuro (Al Mustaqbal), subito dopo aver ricevuto l’incarico dal capo dello Stato, Michel Aoun. Hariri ha ribadito il suo « impegno a bloccare il deterioramento (dell’economia del paese), a ricostruire Beirut dopo l’esplosione del 4 agosto scorso nel porto della capitale e ad accelerare la formazione del governo ». Nel corso delle consultazioni vincolanti di oggi, Hariri ha ottenuto la preferenza di 65 deputati su 118. Il numero complessivo dei deputati libanesi è 128, ma otto si sono dimessi nei mesi scorsi. Il leader sunnita – dimessosi il 29 ottobre 2019 dopo dodici giorni di proteste popolari scaturite dal peggioramento della situazione economica – ritorna, quindi, in sella, dopo aver ottenuto l’appoggio dai seguenti deputati: blocco parlamentare Futuro (18 deputati); movimento sciita Amal di Nabih Berri (17 deputati); Incontro democratico del druso Walid Jumblatt (sette deputati): blocco cristiano Marada di Sleiman Frangié (cinque deputati); blocco centrista dell’ex premier Nagib Miqati (quattro deputati); blocco deputati armeni (tre deputati); blocco del Partito nazionalsocialista siriano (tre deputati). Hariri ha ottenuto anche il sostegno dell’ex premier Tammam Salam; del numero due del parlamento, Elie Ferzli; e dei deputati indipendenti Michel Daher, Edy Demirdjian, Nouhad Machnouk e Jihad Samad. Al contrario, come previsto alla vigilia delle consultazioni, Hariri non ha ottenuto l’appoggio delle principali componenti cristiane, ovvero dei deputati della Corrente patriottica libera – il partito cristiano maronita fondato da Michel Aoun e attualmente guidato dall’ex ministro degli Esteri, Gebran Bassil – e ei sovranisti delle Forze libanesi di Samir Geagea. Infine, l’alleato sciita della Corrente patriottica libera Hezbollah si è astenuto per non entrare in conflitto proprio con il partito di Bassil. Tuttavia, il partito sciita ha fatto sapere che agevolerà e coopererà molto con Hariri per la formazione del governo.

Lo scorso 8 ottobre Hariri ha annunciato la propria volontà di guidare il governo, dopo le dimissioni di Mustafa Adib alla fine di settembre. il 12 ottobre, Hariri ha detto che l’iniziativa del presidente francese, Emmanuel Macron, è l’unica e l’ultima possibilità per fermare il crollo del paese e ricostruire Beirut. “Non c’è più tempo da perdere”, ha detto l’ex premier e leader del partito sunnita Al Mustaqbal, sottolineando la necessità di formare un gabinetto di governo senza forze politiche « per qualche mese », secondo quanto previsto dall’iniziativa francese. « Tutti sanno che non abbiamo più tempo da perdere con litigi politici – ha proseguito -. Conto sulla saggezza delle forze politiche e sul loro realismo di fronte a questa ultima possibilità ». Il leader sunnita ha informato il capo dello Stato che formerà una delegazione per incontrare tutti i blocchi parlamentari « per assicurarsi che restino impegnati verso l’iniziativa francese ». L’iniziativa francese consentirà lo sblocco degli aiuti dei donatori necessari per risollevare le finanze del paese. « L’iniziativa francese si basa sulla formazione di un governo di tecnici che non appartengono ai partiti politici per attuare alcune riforme – ha ricordato Hariri -. Ribadiamo che l’assenza dei partiti di governo durerà solo pochi mesi per attuare le riforme finanziarie ed economiche. Tutti i governi che si sono formati su basi tradizionali non sono riusciti a fare le riforme e hanno portato il paese verso il grande collasso ». Dopo l’esplosione avvenuta il 4 agosto scorso nel porto di Beirut, l’allora primo ministro, Hassan Diab, si è dimesso il 10 agosto successivo, aprendo a settimane di incertezza istituzionale. Diab aveva assunto la guida del governo libanese il 21 gennaio scorso, dopo le dimissioni dello stesso Hariri il 29 ottobre 2019, in seguito alle proteste popolazione per la situazione economica. Nel tentativo di attuare di ripristinare l’attività del governo, il capo dello Stato il 31 agosto ha designato Mustafa Adib nuovo primo ministro incaricato. Tuttavia, le divergenze tra i diversi partiti e, in particolare, la richiesta delle formazioni sciite di ottenere la guida del ministero delle Finanze, hanno portato a un nuovo stallo e alle dimissioni di Adib alla fine di settembre. (Nova/La Croix/Fonti)

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