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Mediterraneo orientale: gli USA contro le «provocazioni» della Turchia

(Roma 13 Ottobre 2020). Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Turchia di ritirare la sua nave da ricerca sismica, la Oruc Reis, dalle acque contese del Mediterraneo orientale, definendo la mossa una «provocazione calcolata». La decisione di Ankara di riportare l’imbarcazione nella regione, nei pressi delle coste meridionali dell’isola greca di Kastellorizo, ha suscitato la rabbia di Grecia, Francia e Germania.

«Coercizione, minacce, intimidazioni e attività militari non risolveranno le tensioni nel Mediterraneo orientale. Esortiamo la Turchia a porre fine a questa provocazione calcolata e ad avviare immediatamente colloqui esplorativi con la Grecia», ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Morgan Ortagus, specificando che Washington” deplora” la decisione di Ankara.

Anche il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha criticato la Turchia per aver deciso di inviare nuovamente la sua nave nelle acque rivendicate dalla Grecia e ha definito la mossa unilaterale «un duro colpo agli sforzi verso l’inizio dei negoziati per risolvere il conflitto». «L’avanti e indietro della Turchia tra un’escalation delle tensioni e una politica di distensione deve finire», ha detto Maas dopo aver incontrato il suo omologo cipriota Nikos Christodoulides, a Nicosia, martedì 13 ottobre. «Spetta alla Turchia creare le condizioni per i colloqui», ha aggiunto. Maas, il cui viaggio nella regione avrebbe dovuto mediare e ridurre le tensioni tra Cipro, Grecia e Turchia, ha affermato di aver deliberatamente lasciato Ankara fuori dal suo itinerario per via dei comportamenti del governo turco. «La mia decisione di recarmi oggi solo a Nicosia e Atene è dovuta agli sviluppi attuali di cui abbiamo parlato», ha specificato il ministro.

Il 10 ottobre, la Turchia ha deciso di riportare la Oruc Reis nelle acque vicino a Kastellorizo, l’isola greca che si trova di fronte alle coste turche, per effettuare un’indagine sismica. L’operazione, che durerà per almeno dieci giorni, è stata fortemente criticata dalla Grecia, che considera quelle acque parte della propria piattaforma continentale. «Si tratta di una grave minaccia alla pace e alla sicurezza dell’area», ha riferito il Ministero degli Esteri greco al momento dell’annuncio, domenica 11 ottobre. «Il nuovo NAVTEX sulle esplorazioni a Sud di Kastellorizo, all’interno della piattaforma continentale greca, a una distanza di appena 6,5 miglia nautiche (12 km) dalle coste greche, è una grande provocazione», ha aggiunto il Ministero.

A fine settembre, quando Grecia e Turchia sembravano prossime ad un dialogo, Ankara aveva deciso di ritirare la Oruc Reis dalle acque contese, facendola ritornare nelle coste turche. «Se abbiamo riportato la Oruc Reis al porto, tutto questo ha un significato», aveva detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in tale occasione, precisando: «Significa che diamo una chance alla diplomazia, mostriamo un approccio positivo! ».

La mossa di domenica 11 ottobre, tuttavia, mostra, a detta di Atene, che la Turchia è «inaffidabile» e che «non vuole veramente un dialogo». Il governo di Ankara ha risposto che la Grecia non ha il diritto di opporsi alle attività che si svolgono in quella parte del Mediterraneo orientale, che le autorità turche ritengono compresa nella propria piattaforma continentale.

Turchia e Grecia, entrambi membri della NATO, sono in disaccordo sui diritti di sfruttamento delle risorse di idrocarburi nella regione per via di opinioni contrastanti sull’estensione delle loro piattaforme continentali. Le acque, punteggiate principalmente da isole greche, sono ricche di gas e la delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive è fonte di controversia tra Turchia, Grecia e Cipro.

Ankara sostiene di avere la costa più lunga del Mediterraneo orientale, ma la sua zona marittima è racchiusa in una stretta striscia di acque a causa dell’estensione della piattaforma continentale greca, caratterizzata dalla presenza di molte isole vicine alla frontiera turca. L’isola greca di Kastellorizo, che si trova a circa 2 km dalla costa meridionale della Turchia e a 570 km dalla Grecia continentale, è una delle principali fonti di frustrazioni per Ankara, che rivendica quelle acque come proprie.

Chiara Gentili. (Sicurezza Internazionale)

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