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La Giordania apre i propri cieli a Israele

(Roma 09 Ottobre 2020). Il Regno hashemita della Giordania e Israele, l’8 ottobre, hanno siglato un accordo, definito «storico», che consente a voli commerciali di sorvolare lo spazio aereo di entrambi i Paesi.

Secondo il quotidiano al-Arab, si tratta di una mossa significativa, soprattutto perché giunge in un quadro mediorientale recentemente segnato dagli accordi di normalizzazione tra Israele, Emirati Arabi Uniti (UAE) e Bahrein. Nello specifico, secondo quanto stabilito dall’accordo dell’8 ottobre, i sorvoli saranno consentiti nei giorni feriali tra le ore 23:00 e le 6:00 del mattino, mentre nei fine settimana l’apertura sarà estesa a 12 ore, con una finestra di 24 ore disponibile durante 12 giorni di festività all’anno.

Stando a quanto riferito dal Ministero dei Trasporti israeliano, l’accordo è, in realtà in fase di discussione da anni, ma le due parti sono state in grado di finalizzarlo solo una volta siglata l’alleanza tra Israele e gli altri due Paesi mediorientali, avvenuta il 15 settembre alla Casa Bianca. Lo stesso Ministero ha spiegato che, grazie all’intesa tra Amman e Tel Aviv, gli aerei commerciali che volano sulla rotta Israele-Giordania potranno abbreviare i tempi di percorrenza per i viaggi che interessano anche l’Asia, l’Europa e l’America del Nord, e presto anche i voli provenienti dal Bahrein e dagli Emirati Arabi Uniti potranno beneficiare degli stessi vantaggi. « L’accordo ridurrà notevolmente i tempi di percorrenza verso i Paesi del Golfo, l’Asia e l’Estremo Oriente, il che porterà al risparmio di carburante e alla riduzione dell’inquinamento », è stato affermato in un comunicato del Ministero israeliano.

« Grazie a questo accordo, Israele si sta integrando sempre più nella regione », ha affermato il ministro dei Trasporti israeliano, Miri Regev, precisando come il Paese si stia impegnando per instaurare nuovi canali di collaborazione nel settore dei trasporti, dell’economia e diplomatico con gli Stati con cui Israele condivide confini e interessi, con il fine ultimo di promuovere la pace a livello regionale. Prima degli accordi siglati il 15 settembre, le compagnie aeree con sede nel Golfo erano costrette a volare intorno allo spazio aereo israeliano per poter raggiungere le destinazioni situate ad Ovest. La situazione è cambiata dopo l’intesa con Abu Dhabi e Manama e dopo che il Regno saudita ha anch’esso consentito agli aerei israeliani diretti verso gli UAE di sorvolare i propri cieli.

Precedentemente agli accordi tra Israele, UAE e Bahrein, la Giordania, anche attraverso il re Abdullah II, ha più volte affermato che il Regno hashemita rifiuta qualsiasi azione unilaterale effettuata da Israele in Cisgiordania, con riferimento ai piani di annessione progettati dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Con l’ »accordo Abraham » del 15 settembre, Israele si è impegnato a sospendere l’annessione dei territori palestinesi, sebbene il premier abbia specificato di aver semplicemente deciso di « ritardare » l’annessione come parte dell’accordo con Abu Dhabi.

La Giordania è storicamente connessa alla questione palestinese, e, prima dell’accordo Abraham, rappresentava l’unico Paese arabo in Medio Oriente ad avere firmato un trattato di pace con Israele, quello del 1994, che ha normalizzato le relazioni tra i due Paesi dopo due conflitti. Il primo risale al 1948 e portò allo stanziamento di Israele nelle aree occidentali della Palestina, mentre la Giordania prese il controllo delle zone orientali palestinesi. Il secondo conflitto è del 1967 e risultò nella sconfitta della Giordania, con il conseguente ritiro da Gerusalemme Est e dalla Cisgiordania, pur continuando a mantenere la sovranità in questi territori.

Nonostante il trattato di pace di Wadi Araba del 1994, che aveva posto le basi per la pace dopo decenni di guerra tra Giordania e Israele, il popolo giordano continua a considerare Israele un nemico e, a tal proposito, si è altresì opposto al cosiddetto piano di pace presentato dal capo della Casa Bianca, Donald Trump, il 28 gennaio 2020.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

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