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Siria: il regime di Assad denunciato in Germania per le stragi con le armi chimiche

(Roma 06 Ottobre 2020). Gli avvocati dei sopravvissuti chiedono che i procuratori tedeschi portino a processo i reponsabili delle stragi in cui sono morte più di 1400 persone. Berlino applica il principio della «giurisdizione universale» che consente di perseguire i responsabili di crimini gravi in qualunque Paese.

Gli avvocati delle vittime di attacchi con armi chimiche in Siria hanno denunciato davanti alla giustizia tedesca lo Stato siriano per due stragi costate la vita ad almeno 1400 persone. Nelle mani dei procuratori generali tedeschi da oggi ci sono due denunce: una riguarda la strage di Ghouta nel 2013 e l’altra quella di Khan Shaykhun nel 2017. Se la richiesta degli avvocati sarà accettata, Bashar al Assad e i suoi uomini potrebbero finire sotto processo a Berlino. Damasco ha sempre negato di aver fatto uso di armi chimiche contro i civili. Ma un’indagine commissionata dalle Nazioni Unite del 2016 sulla strage di Ghouta ha confermato l’uso di sarin e puntato il dito contro il governo.

E’ il secondo procedimento per crimini commessi durante la guerra in Siria che si apre in Germania, dove è valido il principio della  «giurisdizione universale» che autorizza uno Stato a perseguire gli autori di crimini gravi, a prescindere dalla loro nazionalità o dal luogo in cui i crimini sono stati commessi. Nel 2003 è stata istituita un’unità speciale per i crimini di guerra presso la polizia criminale federale tedesca, inizialmente incaricata di indagare su sospetti genocidi nella Repubblica Democratica del Congo. Ma quando migliaia di profughi siriani hanno iniziato a fare domanda di asilo in Germania tra il 2015 e il 2017, l’unità speciale ha ricevuto a iniziato ad occuparsi dei crimini commessi dal regime di Assad durante la rivoluzione. La Germania oggi ospita 600.000 siriani.

Le testimonianze raccolte dai legali provengono da 17 sopravvissuti e 50 disertori che sono a conoscenza del programma di armi chimiche del governo siriano e dei piani usati per eseguire i due attacchi. «I pubblici ministeri possono in ultima analisi stabilire che hanno sufficienti prove per emettere i mandati di arresto per i membri del regime di Assad», ha detto Steve Kostas, un avvocato della Open Society Foundation’s Justice Initiative, una delle tre organizzazioni che si occupa delle denunce.

Il primo processo a carico di membri dei servizi di sicurezza di Assad per crimini contro l’umanità, comprese torture e aggressioni sessuali, è iniziato nel tribunale tedesco di Coblenza ad aprile. «Il senso delle denunce è di inviare un segnale ai sostenitori del regime siriano – Russia e Iran – che non si può risolvere un conflitto senza prendersi le responsabilità dei crimini contro i civili», ha detto Mazen Darwish, direttore del Centro siriano per i media e la libertà di espressione.

(La Repubblica)

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