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Donald Trump all’attacco degli Houthi : gli USA bombardano lo Yemen con un occhio all’Iran

(Roma, Parigi, 15 marzo 2025). Sono partiti nella serata di sabato 15 marzo i più massicci raid aerei e navali del secondo mandato di Donald Trump, che ha annunciato di aver ordinato incursioni aeree sulle aree dello Yemen occupate dai ribelli Houthi, contro cui gli Stati Uniti hanno iniziato incursioni a partire dal gennaio 2024. Trump rilancia l’operazione Prosperity Guardian varata dal predecessore Joe Biden assieme al Regno Unito per colpire le postazioni dei ribelli del gruppo sciita vicino all’Iran.

L’attacco ordinato da Trump in Yemen

Quest’ultimo ha lanciato a lungo operazioni contro il traffico navale nel Mar Rosso, contribuendo a distorcere il commercio globale tra l’ottobre del 2023 e il marzo dello scorso anno in risposta alle operazioni di Israele a Gaza. Nei giorni scorsi gli Houthi avevano annunciato nuove operazioni in risposta al blocco degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza da parte di Israele. Nella sera di oggi è arrivato l’annuncio di attacchi a tutto campo che hanno coinvolto, secondo quanto hanno comunicato funzionari dell’amministrazione Trump al New York Times, installazioni radar, batterie missilistiche, centri di comando e depositi di armi degli Houthi nella capitale Sana’a, occupata dal 2015 dai militanti, e nel resto del Paese.

Da oltre un anno i raid anglo-americani prima e le frequenti incursioni di Israele con i caccia F-16 e F-35 non hanno sostanzialmente ridimensionato il potenziale militare degli Houthi, che arroccati nelle isolate e imprendibili postazioni montane occultano i loro assetti strategici e provano a resistere alle incursioni delle potenze nemiche. Oggi “gli attacchi sono stati effettuati da caccia della portaerei Harry S. Truman, ora nella parte settentrionale del Mar Rosso, nonché da aerei d’attacco dell’aeronautica militare e da droni armati lanciati da basi nella regione”, ha sottolineato il New York Times. Da capire se tra gli aerei da attacco sono da indicare anche i bombardieri B-52 visti nei giorni scorsi in volo sopra la Libia o addirittura i B-2 Spirit che effettuano le loro incursioni decollando direttamente dagli Stati Uniti.

Occhio all’Iran ?

Le immagini provenienti dallo Yemen mostrano danni e incendi all’aeroporto di Sana’a. I morti sarebbero almeno nove. “”Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d’acqua del mondo”, ha scritto Trump sul suo social, Truth, dichiarando di ritenere l’Iran “pienamente responsabile” per gli attacchi degli Houthi.

La nuova manovra offensiva anti-Houthi ha dunque nella Repubblica Islamica il vero bersaglio. Su queste colonne abbiamo scritto in passato che nelle intenzioni degli avversari di Teheran, e in particolar modo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, un “piede a terra” contro gli Houthi in Yemen avrebbe potuto significare per Tel Aviv uno scenario in cui combattere fianco a fianco con l’Occidente un avversario legato all’Iran e preparare, dunque, un’eventuale coalizione contro la Repubblica Islamica.

Il calcolo di Trump, dall’insediamento, è meno propenso a un attacco diretto contro l’Iran, da lui molto pressato nel primo mandato: l’obiettivo è quello di esercitare un contenimento duro di ciò che resta della “Mezzaluna sciita” e degli altri alleati iraniani e al contempo provare ad aprire una porta per negoziare da una posizione di forza l’eventuale de-nuclearizzazione dell’Iran. Con ogni probabilità, i bombardamenti di stasera sono contro gli Houthi sul campo ma diretti come messaggio all’Iran nei fatti. Colpire duro per negoziare: un gioco sempre più diffuso, e spericolato, in una geopolitica dove contano solo i rapporti di forza tra le potenze.

Di Andrea Muratore. (Inside Over)

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