(Roma, 29 gennaio 2025). L’allentamento delle sanzioni alla Siria da parte dell’Unione europea dovrebbe arrivare con ogni probabilità in occasione del consiglio Affari esteri dei 27 ministri degli Stati membri dell’Unione, con un approccio definito “passo dopo passo”. Sono queste le parole con cui Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, ha commentato con i media le sue aspettative e le sue certezze sull’imminente consiglio senza entrare nei dettagli di alcun particolare tecnico.
UE, c’è il sì all’allentamento delle sanzioni
La notizia era nell’aria da almeno un mese. Dopo la caduta del regime di Bashar Al-Assad a inizio dicembre 2024, la linea comune di politica estera dell’Ue nei confronti della Siria è mutata rapidamente a sostegno di una transizione di potere a Damasco guidata dall’ex membro di Al- Qaeda e della formazione ribelle islamista HTS e attuale leader del governo Al-Jolani. Il cambio di approccio europeo era stato già palesato quando, con un viaggio ufficiale compiuto a inizio gennaio una delegazione dell’asse franco-tedesco aveva portato in visita ufficiale a Damasco il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot e l’omologo tedesco Annalena Baerbock a nome di tutta l’Unione europea.
In quell’occasione i due avevano sottolineato la possibilità di una restaurazione effettiva dei rapporti diplomatici ed economici fra Ue e Siria a patto che venisse rispettata “la protezione di tutti i civili e delle minoranze” e ci fosse un adeguato sostegno a una transizione di potere che non scaturisse in un’interpretazione islamista del sistema giudiziario ed educativo. Un viaggio analogo era stato compiuto circa una settimana dopo anche dal ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, che in autonomia si era recato in visita da Al-Jolani auspicando un rilancio della “cooperazione economica in settori cruciali” e ad un ruolo “ponte dell’Italia fra Ue e Siria”.
Via le sanzioni a trasporti ed energia
Secondo un documento visionato da Reuters e alcune dichiarazioni rilasciate da funzionari Ue, sarebbe stato già raggiunto un accordo per l’allentamento delle sanzioni nei settori di energia e trasporti, mentre l’unanimità necessaria non sarebbe stata ancora raggiunta per quanto riguarda l’intero comparto delle transazioni finanziarie. Nella posizione assunta dall’Ue, i settori di trasporti ed energia risultano essere cruciali per il rilancio economico, la ricostruzione del Paese e la stabilità della Siria e possono contribuire al miglioramento generale delle condizioni di vita dei cittadini oltre che incoraggiare tutti coloro che hanno abbandonato la Siria dopo l’inizio della guerra civile nel 2011 a ritornare in patria con maggiore fiducia e sicurezza. Dovrebbero invece restare in ancora vigore tutte quelle sanzioni europee che afferiscono alla vendita di armi e al trasferimento di tecnologia che possa essere utilizzata per il settore militare.
La transizione della Siria
Il nuovo gruppo di potere che sta guidando la transizione in Siria ha premuto molto sul tema della rimozione delle sanzioni, percepite come un enorme vincolo all’affermazione del Paese sulla scena internazionale. In cambio l’Ue cerca ufficialmente delle garanzie sul rispetto delle libertà fondamentali e sull’assicurazione di una transizione inclusiva.
Pesa molto anche il tema della presenza straniera sul territorio siriano, una realtà da cui, sempre secondo le dichiarazioni di Kallas, occorre che la Siria “si liberi” al più presto sottolineando il ruolo delle ingerenze dell’Iran, che in Siria ha perso un alleato regionale chiave, e della Russia, con cui non è ancora chiaro il futuro dello storico accordo di cooperazione militare e concessione per l’utilizzo dei porti sulla costa del mediterraneo per scopi strategici che vigeva con Assad. Meno enfasi è stata invece posta sulla Turchia, che com’è noto ha guidato e finanziato dalle retrovie l’avanzata dei ribelli per detronizzare Assad e servire i propri interessi strategici nella regione aumentando la propria influenza e allargando il perimetro dell’avamposto militare anti-curdo tanto caro ad Ankara.
Di Thomas Brambilla. (Inside Over)