(Roma, 01 novembre 2024). Pyongyang: « Saremo con Mosca fino alla vittoria su Kiev ». Incontro tra i ministri degli Esteri russo e nordcoreano stamani, venerdì primo novembre, a Mosca.
Oggetto del colloquio
Al centro dell’incontro tra Lavrov e la sua omologa Choe Son Hui, accolta con tutti gli onori e con un mazzo di fiori dal ministro russo, sono le forze armate e i servizi di sicurezza dei due Paesi, due punti su cui ci sono « contatti molto stretti, » conferma Lavrov. Questa dichiarazione arriva dopo che il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva riferito che 8.000 soldati nordcoreani sono schierati nella regione russa di Kursk, pronti per essere impiegati contro gli ucraini. Un accordo, prosegue Lavrov, « in grado di risolvere problemi significativi e importanti per la sicurezza » dei due popoli.
La posizione di Pyongyang
La Corea del Nord è « fermamente accanto ai suoi compagni russi » e non ha « alcun dubbio » che la Russia riporterà « una grande vittoria » in Ucraina ha detto la ministra degli Esteri, Choe Song Hui, incontrando a Mosca il suo omologo russo Serghei Lavrov. Lo riferisce la Tass.
Lavrov ha risposto che la Russia è « profondamente grata » per la « posizione di principio » della Corea del Nord sull’Ucraina. L’offensiva russa ha reciso i suoi legami con l’Occidente, mentre la Corea del Nord e l’Iran sono emersi come i principali sostenitori, anche militari, di Mosca. Lavrov ha detto che la visita di Putin a Pyongyang nel luglio scorso ha avviato una « nuova fase » nelle relazioni e si ritiene che la Corea del Nord abbia già inviato armi a Mosca.
La minaccia nucleare
Sui colloqui aleggia poi il nucleare, programma a cui la Corea del Nord non rinuncerà, anzi, continuerà a sviluppare il suo arsenale per non trovarsi impreparata di fronte a una « rappresaglia nucleare » in caso di aggressione, dichiara la ministra degli Esteri, Choe Son Hui che denuncia, stando all’agenzia stampa russa Tass, le « minacce » attuali contro il suo Paese, parlando di « piani di attacco nucleare » a Pyongyang messi a punto dagli Usa e dalla Corea del Sud.
La posizione di Pechino
Chi non si preoccupa è la Cina. Il terzo attore (silente) di questo conflitto, dopo Usa e Russia, non considera preoccupante il crescente avvicinamento tra Pyongyang e Mosca, neanche dopo l’avvertimento Usa sugli 8.000 soldati nordcoreani pronti a combattere sul fronte ucraino. « La Corea del Nord e la Russia sono due stati sovrani indipendenti. Il modo in cui sviluppano le relazioni bilaterali è una questione loro, » ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino.
L’intervista al giornale turco
Lavrov intanto, in un’intervista al quotidiano turco Hurriyet a pochi giorni dalle elezioni presidenziali in Usa aveva lanciato un avvertimento: Stati Uniti e Russia sono vicinissime a entrare in conflitto. Gli elettori americani afferma tra poco voteranno o il candidato repubblicano Donald Trump o la candidata democratica Kamala Harris, ma la Russia, sostiene non ha preferenze e soprattutto « l’amministrazione americana in carica ha fatto partire una spirale russofoba, a questo punto il nostro Paese e gli Usa si trovano sull’orlo di un conflitto diretto », la minaccia di Lavrov che ricorda la quantità di sanzioni applicata nei confronti della Russia quando Trump era presidente, quantità di gran lunga a quelle dei suoi predecessori. Gli Usa hanno una visione antirussa, ha concluso Lavrov , dunque il problema è quello.
Di Francesca Roversi/Sonia Mancini. (TG LA7)