Nel mirino di Teheran la capacità aerea di Israele : cosa deve aspettarsi ora l’Iran ?

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(Roma, 03 ottobre 2024). L’Iran ha sferrato il suo attacco. Una risposta decisa per vendicare l’eliminazione dei vertici di Hezbollah e degli emissari militari degli ayatollah in Libano. E ha mirato alle basi aeree israeliane. Le stesse da cui sono partiti gli F-15I che hanno condotto il raid sul quartier generale di Beirut uccidendo Hassan Nashrallah.

L’attacco è stato ordinato dalla guida suprema Ali Khamenei in persona e i vertici delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) hanno dichiarato di aver “distrutto” un numero non definibile di caccia F-35 Adir appartenente all’Aviazione Israeliana: gli stessi che già questa notte potrebbero prendere parte alla “massiccia” operazione di risposta messa al vaglio dallo Stato Ebraico, date le capacità furtive. Ai piloti israeliani potrebbe essere ordinato di colpire i siti strategici del’Iran che già conosciamo dalle precedenti liste di “obiettivi prefissati” e ad alto valore strategico. Le infrastrutture energetiche, i siti petroliferi, e gli impianti dove viene portato avanti il programma nucleare iraniano. Oppure, per una risposta commisurata, le infrastrutture militari che custodiscono i missili e i vecchi aerei che dovrebbero difendere l’arsenale di Teheran.

Gli F-35 nel mirino di Teheran

I missili balistici iraniani hanno colpito almeno “due installazioni militari israeliane“. La Base aerea di Nevatim, nel deserto del Negev, e la Base aerea di Ort Tel Nof, a sud di Tel Aviv. Tra gli obiettivi degli oltre 180 missili balistici lanciati dagli iraniani, che hanno impiegato per la prima volta “missili ipersonici Fatah” e missili balistici a raggio intermedio Shahab, sarebbe stato inserito secondo alcune ipotesi della prima ora anche il quartier generale del Mossad a nord di Tel Aviv.

L’entità dei danni causati dal attacco dell’Iran, accompagnato da un “attacco informatico su larga scala”, rimane attualmente “sconosciuta”. Secondo i media statali iraniani diversi aerei da combattimento dell’Israeli Air Force (IAF) sono rimasti “danneggiati o distrutti”. Alcune foto satellitari, in concordanza con i video che riprendono l’impatto di alcune salve di missili, mostrano i segni delle esplosioni a terra ma i numeri diffusi dalle Guardie della Rivoluzione, che parlano di “20 caccia F-35I distrutti” e sono stati accolti immediatamente dalla propaganda iraniana , non sono attendibili.

Gli israeliani, che hanno fatto largo uso del caccia di 5ª generazione come capacità stealth, sia nelle operazioni condotte nei cieli del Libano, sia nelle operazioni condotte nel cieli della Striscia di Gaza, posseggono una flotta di 36 caccia Joint Strike Fighter F-35I protetti dai bunker e non dislocati nelle stesse basi.

L’idea che i missili balistici iraniani abbiano dimezzato proprio la flotta di F-35, nonostante il sistema di difesa aerea a più livelli – Iron-dome , David’s Sling, Arrow – sia stato “bucato” a causa della saturazione causata dal lancio contemporaneo di centinaia di missili da diversi vettori (Iran ma anche Yemen) in due sole ondate e con un tempo di corsa sull’obiettivo di 15 minuti in media – non è chiaro se siano stati lanciati anche missili da crociera e droni, che avrebbero tempi di percorrenza differenti – non è credibile. Ma questo non toglie che i danni alle singole basi, agli a hangar bunkerizzati e alle piste di decollo possano essere più o meno rilevanti.

Secondo le fonti israeliane, “Nessun aereo dell’IAF è stato danneggiato nell’attacco e tutti gli impatti dei missili nelle basi aeree sono considerati dall’esercito “inefficaci”. Ma potrebbe anche trattarsi di un comunicato di circostanza.

La “saturazione” : un problema di difesa aerea

Il sistema di difesa anti-aerea israeliano può rilevare e intercettare un gran numero di minacce contemporaneamente: “Tuttavia, la difesa non è ermetica“, ha affermato contrammiraglio Daniel Hagari in seguito all’attacco.

Ciò spiega la ragione per cui caccia britannici e navi da guerra statunitensi siano intervenuti in appoggio di Israele per tracciare e contribuire all’abbattimento dei missili lanciati dall’Iran nel corso dell’operazione che secondo il ministro della Difesa iraniano Aziz Nasirzadeh è stata “pianificata meticolosamente, eseguita con precisione” e ha comportato “una progettazione complessa”. Un’operazione considerata un “successo completo” dall’Iran che dichiara di aver mirate a obiettivi “puramente militari e operativi con legittimità internazionale”.

Dall’attacco alla difesa

Molti analisti occidentali non considerano l’operazione dell’Iran “un successo”, ma anzi sottolineano il parziale fallimento questi attacchi che rappresentano solo una prova di forza necessaria a sostenere la credibilità di Teheran dopo i colpi inferti da Israele a tutti i suoi proxies nel Medio Oriente.

Teheran ha dichiarato che si è trattato solo di una “prima ondata” delle operazioni missilistiche pianificate dell’Iran. “Non abbiamo ancora dispiegato la maggior parte delle nostre capacità missilistiche avanzate. Se il regime sionista, o i suoi sostenitori, cercano di trascinare la regione in guerra, risponderemo sicuramente con maggiore forza nelle ondate successive“, ha spiegato il vertice della Difesa iraniana che ha sempre concentrato tutti i suoi sforzi sulla ricerca e il rafforzamento di un vasto arsenale di missili balistici e il raggiungimento di una deterrenza nucleare al contrario di Israele, che possiede una capacità nucleare nonostante il “segreto” e una imponente flotta di areai da combattimento di produzione statunitensi implementati con tecnologie e modifiche uniche nel loro genere.

L’Iran non ha mai perseguito un programma di rafforzamento della sua componente aerea incentrato sullo sviluppo o l’acquisizione di nuovi velivoli da combattimento da partner esteri; e affida la sua difesa a una flotta di antiquati jet da combattimento di produzione americana F-14 Tomcat , MiG-29 di fabbricazione sovietica e HESA Saeqeh, una versione autoprodotta dal caccia F-5.

In breve tutti caccia di 3ª generazione sviluppati nel corso della Guerra Fredda e in buona parte privi di manutenzione, parti di ricambio e reali capacità operative.

Nel corso dell’ultimo raid condotto da caccia israeliani in territorio iraniano lo scorso aprile, risposta al primo pensante attacco missilistico sferrato dall’Iran, le difese anti-aeree di Teheran e di altri settori chiave, basate su pochi sistemi missilistici S-300 / S-400, rimasero in silenzio. Per ragioni di de-escalation o semplicemente perché non erano stati in grado di tracciare l’incursione dei caccia stealth. Alcuni obiettivi secondari e di rilevanza minore vennero colpiti dai piloti israeliani come dimostrazione di cosa e dove avrebbero potuto infliggere danni sensibili per vendicare l’attacco che aveva visto 300 tra droni, missili balistici e da crociera diretti su Israele. In quel caso eliminati al 90% dal sistema Cupola di Ferro e affini. Cosa possiamo aspettarci dai sistemi di difesa iraniani questa volta ? Anche Teheran dovrà dire addio ai suoi F-14 ?

Di Davide Bartoccini. (Inside Over)