Ucraina : Borrell, «le armi occidentali devono poter essere usate in Russia»

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(Roma, 29 agosto 2024). «Proposte sconsiderate», dichiara l’Ungheria. Tajani: «Non siamo in guerra con Mosca»

« Se diamo le armi agli ucraini devono poterle usare pienamente per colpire i luoghi da dove i russi li attaccano, altrimenti sono armi inutili ». È il pensiero, espresso come al solito senza mezzi termini, del meno diplomatico dei diplomatici, l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell. Che ha convocato oggi i ministri degli Esteri dei 27 a Bruxelles, invece di lasciar svolgere questa riunione informale, come da tradizione, nel Paese che ricopre la presidenza semestrale dell’Unione, in questo momento l’Ungheria, proprio per dare un segnale: la confidenza di Viktor Orban con Vladimir Putin e le sue iniziative estemporanee non sono affatto gradite.

Dmytro Kuleba con Josep Borrell a Bruxelles

Accanto a Borrell c’è il capo della diplomazia di Kiev, Dmytro Kuleba. « Chiediamo all’Europa », dice, « di far pressione su Washington perché ci dia il suo via libera ». E Kuleba segnala anche che, come è sempre successo finora nella crisi ucraina, le promesse degli alleati sono lentissime a trasformarsi in realtà, come nel caso dei missili Patriot tanto attesi.

Ma le richieste di Kuleba e soprattutto l’atteggiamento di Borrell scatenano la rabbia ungherese. « Proposte sconsiderate » le definisce il ministro degli Esteri Peter Szijjarto, che aggiunge: « La pericolosa furia dell’Alto Rappresentante deve essere fermata. Non vogliamo altre armi all’Ucraina, non vogliamo un’escalation ».

La posizione dell’Italia

Certamente più elegante nella forma ma simile nella sostanza il commento italiano: « Stiamo per inviare la nuova batteria Samp-T che è difensiva quindi non può essere utilizzata in territorio russo », conferma il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani. « Noi non siamo in guerra con la Russia. Anche la Nato non è in guerra con la Russia, quindi per l’Italia rimane la posizione di utilizzare le nostre armi all’interno del territorio ucraino ».

Territorio ucraino dove la situazione resta critica come conferma anche il comandante supremo Oleksandr Syrsky, reduce da una visita al fronte, in particolare nella zona di Pokrovsk, importante snodo logistico che rischia di cadere. « La Russia sta lanciando tutto ciò che può nei suoi assalti, i combattimenti sono estremamente duri ». Anche Chasiv Yar sarebbe ormai per il 40 per cento in mano ai russi. E le forze ucraine hanno perso in combattimento uno degli F-16 forniti dall’Occidente.

Vladimir Putin annuncia intanto una mossa a sorpresa: una visita a breve in Mongolia, stato che riconosce l’autorità della Corte Penale Internazionale che contro il leader russo ha emesso un mandato di cattura. Teoricamente, quando Putin sbarcherà ad Ulan Bator dovrebbe essere quindi arrestato.

Di Gabriella Caimi. (TG LA7)