Ucraina : arrivano gli F-16. Cosa cambierà nella guerra e come reagiranno i russi

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(Roma, Parigi, 01 agosto 2024). Le Forze Aeree di Kiev hanno ricevuto i primi caccia F-16. Dopo una lunga attesa, parte di squadriglia di caccia multiruolo di fabbricazione statunitense hanno raggiunto il territorio ucraino e prenderanno presto parte – ammesso che non lo abbiano già fatto – alle operazioni di guerra. Il primo lotto di aerei da combattimento prodotti dalla Lockheed Martin, attesi da tempo e finalmente “atterrati” in Ucraina, è pronto per il dispiegamento. Lo ha annunciato questa notte l’agenzia di stampa Reuters, che riporta come fonte un funzionario statunitense che parlando in condizione di anonimato, ha “affermato che la consegna è stata completata”. Contestualmente le prime foto di un caccia multiruolo F-16 “Fighting Falcon” nella classica livrea grigia chiara con la piccola coccarda blu da bordo giallo e lo stemma con il tridente nello scudo blu – vecchio stemma dei principi Rjurikidi, ora stemma nazionale – hanno iniziato a circolare sui canali Telegram.

Ricostruire una piccola forza aerea

Secondo gli Stati Uniti si tratta di uno sforzo che aiuterà Kiev a ricostruire le fila della ridotta Aeronautica militare ucraina, provata e indebolita. Forza che ha continuato a resistere e operare negli ultimi due anni nonostante la grande inferiorità numerica. L’aereo da combattimento di 4ª generazione, equipaggiato con un cannone da 20 mm e amabile con una vasta gamma di bombe e missili sui suoi pod alari, non sarà un “game changer“, come ricordava sempre dalle nostre pagine Paolo Mauri, ma contribuirà senza alcun dubbio nella difesa dei cieli dove le forze aerospaziali russe non sono mai riuscite a ottenere la supremazia aerea e sopratutto “aumenteranno le capacità di strike ucraine”. Per i funzionari ucraini gli F-16 rappresentano un “aggiornamento vitale” per l’Aeronautica di Kiev, ma secondo alcune indiscrezioni trapelate dagli ambienti Nato i velivoli attualmente schierati in Ucraina “non sarebbero più di 6”. Una mezza squadriglia dunque.

Secondo quando riportato sempre da Reuters, la Danimarca si era impegnata a donare 19 jet di questo tipo, mentre i Paesi Bassi ne hanno promessi 24 per un totale di 43 unità. “Entrambi i Paesi sono stati le forze trainanti dietro una coalizione internazionale per fornire all’Ucraina gli F-16”. Anche la Norvegia ha affermato che avrebbe donato sei jet da combattimento F-16 all’Ucraina.

Una mancanza di piloti

Non va dimenticato che lo schieramento di questa nuova arma dei cieli va di pari passo con l’addestramento dei piloti ucraini, che hanno riscontrato una certa difficoltà nel passaggio dall’azionista “sovietica” alla quale erano abituati. L’intera flotta di caccia e cacciabombardieri ucraini si basava infatti su MiG e Sukhoi. Il processo per la loro abilitazione è stato molto lungo e proseguirà fin quanto non ci saranno abbastanza piloti pronti a decollare sui caccia della Nato.

Gli analisti e i funzionari occidentali affermano che “gli F-16 non rappresentano da un punto di svolta nella guerra”, e che la Russia ha avuto “tutto il tempo” di preparare le proprie difese per tentare di “annullare l’impatto degli F-16 ucraini”. “Bisognerebbe separare il simbolismo dall’impatto effettivo sul campo di battaglia, che sarà utile ma modesto, soprattutto all’inizio”, aveva affermato a metà luglio Mark Cancian, consigliere senior dell’International Security Program presso il Center for Strategic and International Studies (CSIS).

Gli ucraini sostengono che per dare un apporto significativo al conflitto c’è bisogno di schierare un numero di caccia F-16, con piloti e personale di terra completamente addestrato, compreso tra le 60 e le 120 unità.

Un bersaglio privilegiato

Questa prima consegna di F-16 può aiutare l’Ucraina a rafforzare il proprio scudo aereo, e renderà questo nuovo asset importante nel condurre strike aerei attraverso missili di precisione a lungo raggio. Entro la fine del 2024 l’Ucraina prevede di avere almeno 20 piloti pronti a pilotare e combattere sugli F-16. Un numero insufficiente secondo le prospettive precedentemente enunciate. Ma non è questo l’unico problema. L’Aeronautica russa potrebbe concentrare i suoi attacchi con missili di precisione proprio sulle infrastrutture che accoglieranno gli F-16 per cercare di eliminare il problema alla “base”, essendo i nuovi caccia un obiettivo da privilegiare sul piano strategico ma anche propagandistico.

L’Ucraina potrebbe essere quindi costretta a installare difese missilistiche per proteggerli, e questo potrebbe facilitare l’identificazione delle basi designate, oltre a sguarnire altri settori dai sistemi di difesa aerea più essenziali, come i Patriot. Costretta ad assegnarli a basi distanti dai settori più caldi e nel raggio delle armi russe, oppure potrebbe impiegare la vecchia tattica che ha usato all’inizio del conflitto per proteggere dai raid russi gli aerei da combattimento migliori: nasconderli in basi improvvisate e farli decollare da piste di fortuna.

Di Davide Bartoccini. (Inside Over)