Lepenexit, flop del RN, vittoria del fronte popolare e Macron sorprende. Mélenchon : «Pronti a governare»

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(Roma, 07 luglio 2024). Ma il presidente della repubblica frena le ambizioni del leader di La France Insoumise. Bardella denuncia “l’alleanza del disonore” e gli accordi elettorali che “gettano la Francia nelle braccia dell’estrema sinistra di Mélenchon”.  Mentre Le Pen promette: “La marea continua a salire, la nostra vittoria è solo rimandata”

Parigi. Nessuna ondata sovranista, anzi, un flop clamoroso per il Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Secondo i primi exit poll dell’istituto Ifop relativi al secondo turno delle elezioni legislative francesi, il partito sovranista e i suoi alleati avrebbero tra i 120 e i 150 seggi nella prossima Assemblea nazionale, la Camera bassa del Parlamento transalpino, meno della metà di quanto avevano sperato di ottenere per raggiungere la maggioranza assoluta (289 seggi) necessaria per salire a Matignon. Ensemble, la coalizione dei partiti che sostiene il presidente della Repubblica Emmanuel Macron, fa meglio del previsto, con una proiezione in termini di seggi tra i 150 e i 180. Ma il vero vincitore delle legislative è il Nuovo fronte popolare, la coalizione delle sinistre socialista, ecologista, comunista e mélenchonista, che avrebbe, secondo i primi exit poll, il maggior numero di scranni nella futura Assemblea nazionale: tra i 180 e i 215. Hanno funzionato le desistenze anti Rn, ha funzionato il fronte repubblicano, seppur forzato e bizzarro tra due coalizioni che se ne sono dette di tutti i colori durante la campagna elettorale. Gli elettori hanno seguito le indicazioni delle loro famiglie politiche, la strategia del “tutti tranne Rn” . Secondo i dati comunicati dal ministero dell’Interno francese, alle 17 l’affluenza ha raggiunto il 59,71 per cento. Al primo turno, alla stessa ora, si era recato alle urne il 59,39 per cento degli elettori. Alle 20, secondo le prime proiezioni, la stima dell’affluenza finale era del 67 per cento per gli istituti Ipsos e Opinionway, del 67,1 per Elabe e del 67,5 per Ifop, rispetto al 66,7 del primo turno. È in ogni caso un record dalle elezioni legislative anticipate del 1997, quelle che portarono alla coabitazione tra il gollista Jacques Chirac, all’Eliseo, e il socialista Lionel Jospin, a Matignon.

Non ci sarà invece nessuna coabitazione tra il capo dello Stato francese, Emmanuel Macron, e Jordan Bardella, il giovane presidente di Rn che sognava il grande salto a soli 28 anni, dopo un’ascesa fulminea all’interno della formazione lepenista. Eppure fino a due ora prima, al Pavillon Chesnaye du Roy, il centro eventi immerso nel Bois de Vincennes dove i sovranisti avevano festeggiato il trionfo delle europee, si respirava ottimismo tra i giovani militanti Rn, tutti con la spilla bleu blanc rouge sul bavero della giacca, molti piumini e molto gel sui capelli, come il loro idolo, Jordan Bardella. “È l’esthétique bardellienne”, ha commentato un presente quando mancavano pochi minuti al disvelamento dei risultati. È soprattutto la Grande Illusion del sovranismo francese.

“Il Nuovo fronte popolare è pronto a governare”, ha detto a caldo il leader dell’estrema sinistra francese, Jean-Luc Mélenchon. “Il nostro popolo ha respinto in maniera netta lo scenario peggiore. Questa sera, Rn è ben lontano dall’avere una maggioranza assoluta”, ha affermato Mélenchon, accogliendo il risultato come “un immenso sollievo per i milioni di persone che costituiscono la nuova Francia”. E ancora: “La maggioranza ha fatto un’altra scelta per il Paese” rispetto al partito sovranista di Marine Le Pen e Jordan Bardella, ha aggiunto Mélenchon, sottolineando che “la volontà del popolo deve ora essere confermata”. Poi, il guru della gauche giacobina, ha lanciato un messaggio al capo dello Stato, Emmanuel Macron: “Il presidente ha il dovere di chiamare il Nuovo fronte popolare a governare”. L’entusiasmo di Mélenchon, tuttavia, è stato subito smorzato dall’Eliseo. Macron ha invitato il leader della France insoumise alla “prudenza”, perché i risultati, che offrono una tripartizione del panorama politico, non rispondono alla questione del “chi per governare” la Francia. L’entourage del capo dello Stato ha aggiunto che, nonostante le previsioni pessimistiche dei sondaggi della vigilia, “il blocco centrale è ancora vivo dopo sette anni”. Lo stesso Raphaël Glucksmann, leader socialista e compagno di coalizione di Mélenchon, ha invitato alla calma: “Siamo in testa, ma siamo in un’assemblea divisa e quindi dovremo comportarci da adulti. Dovremo parlare, dovremo discutere, dovremo dialogare. Il cuore del potere è stato trasferito all’Assemblea ed è necessario e fondamentale un cambiamento della cultura politica”. Dal quartier generale della serata elettorale sovranista, invece, Jordan Bardella ha denunciato ancora una volta “l’alleanza del disonore” e gli accordi elettorali che “gettano la Francia nelle braccia dell’estrema sinistra di Mélenchon”. “La marea continua a salire, la nostra vittoria è solo rimandata”, ha detto in serata Marine Le Pen a Tf1, nei suoi primi commenti post legislative.

Di Mauro Zanon. (Il Foglio)