Biden rassicura Kiev sugli aiuti. Medvedev minaccia l’atomica

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(Roma, 19 febbraio 2024). Il presidente a Zelensky: “Presto 60 miliardi”. Putin: “Per noi l’Ucraina è questione di vita o di morte”. E Mosca parla di guerra globale

Vladimir Putin ha parlato dell’Ucraina come «questione di vita o di morte», mentre Dmitrij Medvedev ha evocato di nuovo il ricorso alla guerra nucleare. Intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha garantito a Kiev che gli aiuti militari da 60 miliardi di dollari arriveranno. Come, non è chiaro, perché il Congresso resta spaccato. Mentre il Senato ha approvato una legge bipartisan da 95 miliardi di dollari, di cui sessanta destinati all’Ucraina, la Camera resta appesa alla posizione dello Speaker Mike Johnson, che sostiene la linea del no, spinto da Donald Trump deciso ad accreditarsi come l’unico in grado di mettere fine al conflitto Russia-Ucraina. Se la guerra finisse prima del voto di novembre, Trump perderebbe un argomento elettorale.

Nella telefonata con il presidente ucraino Volodmyr Zelensky, che poco prima aveva lanciato un appello all’Occidente parlando di «catastrofe», Biden gli ha promesso che troverà il modo di fargli arrivare gli aiuti. Il messaggio è arrivato in un momento chiave per la guerra. La Russia ha conquistato il 18 per cento del territorio ucraino e punta ad avanzare. Gli Stati Uniti hanno accusato i Repubblicani di aver favorito il rovescio al fronte, dopo il ritiro ucraino da Avdiivka, nella strategica regione del Donetsk. È il primo consistente successo russo dalla presa di Bakhmut a maggio dell’anno scorso. «I militari dell’Ucraina – ha dichiarato la Casa Bianca – sono stati forzati a lasciare Avdiivka dopo il razionamento delle munizioni, a causa della diminuzione delle scorte determinata dall’inazione del Congresso».

Biden spera di sbloccare presto la situazione. «Trovo assurdo – ha ammesso sabato – che noi ce ne andiamo dopo che gli ucraini hanno combattuto con coraggio e in modo eroico». «Lo trovo non etico», ha aggiunto. Nelle stesse ore il presidente russo Vladimir Putin, attraverso una serie di interviste a media russi, ha accusato l’Occidente di «non avere voluto la fine del conflitto un anno e mezzo fa», chiesto agli europei di «decidere da soli se hanno bisogno del gas russo», ma anche lanciato un avvertimento: il Cremlino non si fermerà.

«La situazione sull’Ucraina è una questione di vita o di morte per la Russia – ha detto Putin – mentre all’Occidente non importa così tanto». «Per loro – ha aggiunto – si tratta solo di migliorare la posizione tattica, mentre per noi si tratta del nostro destino, è una questione di vita o di morte». Toni definitivi usati anche dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza Medvedev, che ha minacciato il ricorso al nucleare. «I tentativi di riportare la Russia entro i confini del 1991 – ha commentato su Telegram – porteranno solo a una cosa: verso una guerra globale con i Paesi occidentali, utilizzando l’intero arsenale strategico del nostro Stato» contro «Kiev, Berlino, Londra, Washington e contro tutti gli altri bellissimi luoghi storici a lungo inclusi negli obiettivi della nostra triade nucleare».

Di Massimo Basile. (La Repubblica)