Sudan: i numeri della guerra dopo due mesi di scontri

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(Roma, Parigi, 15.06.2023). Almeno 866 persone sono morte e altre 6.083 sono rimaste ferite nelle battaglie tra l’esercito regolare sudanese e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF)

Oggi sono due mesi dallo scoppio del conflitto tra l’esercito regolare sudanese e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), che hanno rispettato solo una delle oltre dieci tregue concordate in questo lasso di tempo in cui diverse organizzazioni avvertono di quasi mille civili uccisi negli scontri.

Morti e feriti

Almeno 866 persone sono morte e altre 6.083 sono rimaste ferite in Sudan dall’inizio dei combattimenti tra l’esercito del Paese e le RSF due mesi fa, secondo quanto riportato martedì dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). I dati dell’agenzia ONU sono aggiornati al 6 giugno e sono stati forniti all’OMS dal Ministero della Sanità sudanese, che ha evidenziato la situazione nella capitale Khartum: 230 morti e 3.508 feriti.

Queste cifre differiscono invece da quelle fornite ieri dal Sindacato dei medici sudanesi, che ha quantificato in 958 il numero dei civili uccisi e ha affermato che più di 4.746 cittadini sono rimasti feriti in questo periodo, anche se questo conteggio non include « un gran numero di vittime » nella parte occidentale del Paese.

Sfollati e rifugiati

Le persone che sono state costrette a fuggire dalle loro case per lasciarsi alle spalle la violenza e che, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), sono circa 2,2 milioni. Di questi, circa 1,67 milioni sono sfollati interni e hanno lasciato la capitale per altri Stati in cerca di sicurezza, mentre altre 528.000 persone, tra rifugiati, richiedenti asilo e rimpatriati, hanno attraversato i Paesi vicini, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

Violenze sessuali

La violenza sessuale legata ai conflitti preoccupa le organizzazioni della società civile, che hanno segnalato un aumento dei casi di violenza di genere, in particolare di violenza sessuale e rapimenti di donne e ragazze. Il 9 giugno, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha confermato almeno 12 casi di violenza sessuale contro 37 donne dall’inizio del conflitto in Sudan, il 15 aprile, pur rilevando che la cifra potrebbe essere più alta a causa della paura delle vittime di denunciare formalmente queste aggressioni.

Bambini senza famiglia

L’Unicef ha indicato che più di 13,6 milioni di bambini hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti, mentre il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha messo in guardia sulla situazione dei bambini senza famiglia, dopo che la settimana scorsa più di 280 bambini, di età compresa tra 1 e 15 anni, e 70 assistenti sono stati evacuati dall’orfanotrofio Maygoma di Khartum a Wad Madani, un luogo più sicuro a circa 200 chilometri a sud-est della capitale. La mancanza di aiuti umanitari e di forniture mediche ha causato la morte di almeno 71 bambini in questo orfanotrofio statale.

Prezzi alle stelle

I combattimenti in corso a Khartum e nella vicina città di Um Durman hanno portato a una grave carenza di cibo, medicine e servizi come elettricità, comunicazioni e acqua, i cui prezzi sono raddoppiati, rendendo ancora piu’ difficile l’accesso a queste forniture. A Khartum la mancanza di farina per preparare il pane e la mancanza di benzina per i trasporti hanno raddoppiato il prezzo di una pagnotta, mentre altri hanno scelto di bere l’acqua del Nilo, nonostante il rischio di infezioni, a fronte di una situazione che ha costretto altri a spostarsi in aree più sicure.

(AGI)