Antonio Tajani: «Wagner svolge un ruolo diretto nel traffico di migranti in Libia»

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« Noi abbiamo indicazioni » secondo cui i mercenari della compagnia Wagner sono « molto attivi e in contatto con bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti »

Il gruppo paramilitare russo Wagner in Libia è in contatto con le bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti e svolge un ruolo diretto nella destabilizzazione del Paese. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a “Il Giornale”, ribadendo quanto già espresso ieri all’unisono con il ministro della Difesa, Guido Crosetto, con cui ha denunciato che potrebbero esserci i mercenari del gruppo Wagner dietro gli arrivi di molti migranti: la compagnia paramilitare, infatti, è presente non solo in Libia, ma anche in molti Paesi dell’Africa subsahariana.

“In un Paese senza il controllo di una autorità centrale come la Libia, i mercenari della Wagner dopo aver sostenuto una delle parti nella guerra civile del 2019 sono rimasti in molte zone. Noi abbiamo indicazioni che li dicono molto attivi e in contatto con bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti. La Wagner ha un ruolo diretto nella destabilizzazione della Libia, e non hanno paura di nessuno: in Ucraina stanno combattendo rivaleggiando con il ministero della Difesa regolare, sono in contrasto con i capi militari di Putin, e anche questo è sotto gli occhi di tutti”, ha detto Tajani. I mercenari russi, secondo il ministro, “sono un fattore decisivo in Libia”, ma quando si parla di immigrazione è evidente “che le cause strutturali sono una crisi geopolitica di proporzioni mai viste da anni”.

Tajani ne fornisce un breve elenco: “In Tunisia una crisi economica senza precedenti mette in difficoltà istituzioni che sono già in crisi da anni, con un presidente che viene definito da molti come un autocrate ma che è l’unico presidente su piazza. La Tunisia è letteralmente popolata da migranti sub-sahariani che da settimane hanno quasi invaso il Paese e che si preparano a un salto verso l’Europa”. A seguire il ministro indica la Turchia e la Siria dove c’è stato “un terremoto che ha fatto decine di migliaia di morti, che ha devastato centinaia di migliaia di abitazioni. Un terremoto che spingerà migliaia di persone a partire. Ci sono gli ingredienti per una crisi economica che inevitabilmente produrrà nuove migrazioni”. E, infine, ma non meno importante la Libia, dove “la crisi politica va avanti da anni, paradossalmente in questa fase le maggiori partenze sono state registrate dalla Tunisia. In Libia le diverse autorità con cui parliamo hanno interesse a stabilizzare il loro ruolo e a fermare le partenze irregolari, a patto che possano riuscirci in un Paese popolato da centinaia di milizie e gruppi criminali”.

(Nova News)