L’Ucraina ora attacca la Russia, come cambia la guerra ? Ex comandante NATO: «Svolta pericolosa»

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(Roma, 06 dicembre 2022). L’ammiraglio statunitense James Stavridis analizza la nuova fase del conflitto

Ora Kiev passa al contrattacco, anche su territorio russo. Come cambia la guerra? Qual è la posizione dell’Occidente rispetto a questa nuova fase? «Le notizie di attacchi significativi contro due basi aeree russe sono una nuova e pericolosa svolta nella guerra in Ucraina»: lo scrive in un articolo pubblicato su Bloomberg l’ammiraglio statunitense James Stavridis, ex comandante supremo delle forze Nato, secondo il quale questi attacchi ucraini su territorio russo continueranno.

L’attacco ucraino in Russia, cosa cambia ora ?

«Dal loro punto di vista, c’è poco da perdere – commenta Stavridis riferendosi agli ucraini -. La Russia è già in pieno assetto di guerra e, a parte l’uso di armi nucleari (una linea che persino Putin esiterebbe a superare), il Cremlino non ha altre carte da giocare». «Questi attacchi potrebbero essere stati calibrati per servire semplicemente come dimostrazione della capacità ucraina – prosegue l’ammiraglio -. In futuro, Kiev potrà fare di più, ma farà attenzione a colpire solo obiettivi puramente militari, mantenendo il vantaggio sulla Russia in termini di diritto internazionale. A meno che Putin non si ritiri dalla guerra aerea (altamente improbabile), la sua patria sarà sotto attacco».

Il ruolo dell’Occidente

Allo stesso tempo, sottolinea, «i sostenitori occidentali cercheranno di trattenere gli ucraini dal lanciare attacchi su larga scala, sperando di ridurre il rischio di un’ulteriore spirale del conflitto e di coinvolgere direttamente l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico. La Nato cercherà di tranquillizzare gli ucraini offrendo un maggior numero e migliori missili terra-aria per difendere le loro città e potrebbe prendere seriamente in considerazione la fornitura di aerei da combattimento». Kiev «ha tutto il diritto di rispondere contro obiettivi all’interno della Russia», conclude Stavridis, osservando che «gli attacchi con i droni mostrano una debolezza in un fronte interno apparentemente invulnerabile. Questo potrebbe aiutare i russi comuni a vedere i costi crescenti di quella che potrebbe essere meglio definita ‘la guerra dell’ego di Putin’».

Di Mario Landi. (Il Mattino)