(Roma, 15 novembre 2022). Cosa si sa delle esplosioni avvenute nella regione polacca di Lublino e cosa potrebbe adesso accadere
Mancavano pochi minuti alle 20, ora italiana, quando le agenzie da Varsavia hanno battuto la notizia di esplosioni in una località polacca a 7 km dal confine con l’Ucraina. In particolare, nella cittadina di Przewodów una fattoria è stata colpita e due civili sono rimasti uccisi.
Avvertito della notizia, il premier polacco Mateusz Morawiecki ha subito convocato un consiglio di difesa. Da Varsavia hanno confermato la morte di due civili causata dall’arrivo di uno o più missili sul proprio territorio che è anche territorio della Nato. Da qui le speculazioni sulle possibili conseguenze di quanto avvenuto.
Cosa sappiamo sui missili caduti in Polonia
L’esplosione e la morte di due persone a pochi passi dal confine ucraino appaiono al momento gli unici elementi certi di questa vicenda. Ricostruire quanto accaduto forse richiederà diverse ore. Occorre in primo luogo capire che tipo di missile è piombato sul territorio polacco. Se si tratta cioè di un ordigno russo oppure ucraino.
Le autorità polacche giunte sul posto hanno raccolto diversi frammenti. Almeno tre le ipotesi in ballo. La prima riguarda la possibilità che a cadere sia stato un ordigno sparato dalla Russia. L’Ucraina dal primo pomeriggio ha iniziato a subire intensi bombardamenti che hanno riguardato anche la capitale Kiev e le città occidentali. Compresa la regione di Leopoli, la più vicina alla Polonia. Secondo questa ipotesi, è possibile pensare a un missile fuori controllo che non ha centrato il bersaglio in Ucraina e sia quindi caduto oltre confine.
La seconda ipotesi riguarda pure l’idea di un ordigno russo, non caduto però direttamente in territorio polacco ma abbattuto dalla contraerea ucraina. I frammenti poi, secondo questa ricostruzione, potrebbero aver causato l’esplosione in Polonia.
Infine, la terza ipotesi tiene in considerazione la possibilità che a colpire il villaggio della regione di Lublino siano stati frammenti dei razzi della difesa ucraina attivata per rispondere ai bombardamenti in corso nell’oblast di Leopoli.
Nessuna delle parti in causa ha confermato o smentito le ipotesi. La stampa Usa aveva riportato le dichiarazioni di un funzionario del Pentagono secondo cui il missile caduto in Polonia era russo. Ma dalla sede della Difesa statunitense è stata emanata una nota in cui si sostiene come, allo stato attuale, non si hanno elementi sufficienti per ricostruire la dinamica dei fatti.
“Gli Stati Uniti – ha dichiarato il portavoce del Pentagono Pat Ryder – sono al corrente delle notizie di stampa secondo le quali due missili russi hanno colpito una località polacca vicino al confine ucraino, stiamo verificando le notizie e al momento non abbiamo notizie da confermare”. Da Varsavia non sono trapelate altre indiscrezioni, anche perché la riunione del consiglio di difesa si è prolungata oltre le tre ore.
Le reazioni internazionali
Ad ogni modo, la morte di due civili in Polonia ha segnato una piccola ma significativa estensione delle conseguenze del conflitto verso ovest. Una circostanza non certamente passata inosservata. I governi dell’area sono subito entrati in allerta. A Budapest il premier Orban ha convocato il consiglio di sicurezza ungherese, in Estonia i media hanno parlato di riunioni di emergenza dei vertici della sicurezza. Allerta anche in Lituania e Lettonia.
La reazione forse più attesa, quella cioè di Mosca, è arrivata poco dopo le 21:00. Il ministero della Difesa russo ha smentito ogni coinvolgimento in quanto accaduto in territorio polacco. “La Russia – si legge in una nota del dicastero – non ha lanciato alcun attacco missilistico vicino alla frontiera ucraino-polacca”.
“Le dichiarazioni dei media – prosegue la nota – e dei funzionari polacchi sulla presunta caduta di missili “russi” nell’area di Przewowo sono una deliberata provocazione per aggravare la situazione. Nessun attacco su obiettivi vicino al confine di stato ucraino-polacco è stato effettuato da razzi russi. Il relitto pubblicato dai media polacchi sulla scena non ha nulla a che fare con le armi russe”.
Poco dopo da Washington a parlare sono stati anche funzionari del consiglio di sicurezza nazionale. “Abbiamo visto questi rapporti dalla Polonia – ha dichiarato la portavoce del consiglio Adrienne Watson – e stiamo lavorando con il governo polacco per raccogliere maggiori informazioni. Non possiamo confermare i rapporti o nessuno dei dettagli in questo momento. Stabiliremo cosa è successo e quali sarebbero i passi successivi appropriati”. Anche da Londra fonti del governo hanno fatto sapere di lavorare al fianco di Varsavia per stabilire cosa accaduto.
Perché si parla dell’applicazione dell’articolo 5 della Nato
Il portavoce del Pentagono Pat Ryder, nel fare presente di non avere elementi in grado di determinare la dinamica di quanto successo in Polonia, ha aggiunto una considerazione non secondaria. “Il nostro impegno verso l’articolo 5 della Nato è chiarissimo – ha detto – difenderemo ogni centimetro di territorio della Nato”.
Una precisazione che va a richiamare per l’appunto il famigerato articolo 5 dell’Alleanza Atlantica. Si tratta del punto secondo cui “un attacco armato contro uno Stato membro è considerato quale attacco diretto contro tutte le parti”. È quindi quell’articolo che impegna tutti i Paesi Nato a intervenire in caso di attacco subito da uno Stato membro dell’Alleanza.
Un raid in territorio polacco potrebbe quindi rientrare in questa fattispecie. Tuttavia l’articolo non obbliga tutti i membri a intervenire militarmente, ma lascia ai governi discrezionalità sul tipo di aiuto da offrire al membro eventualmente attaccato.
Di Mauro Indelicato. (Il Giornale)