Germania: dal suono dei campanili al richiamo dei minareti

0
520

(Roma, 15 ottobre 2021). In quel di Colonia, polmone della Germania storica, da ora in avanti, quando accadrà un evento meritevole di giubilo, gli abitanti potranno sentire sia il battaglio delle campane sia la voce dei muezzin proveniente dai minareti. Perché l’attuale sindaco della metropoli tedesca, Henriette Reker, ha appena stipulato un accordo di durata biennale, che consentirà alle moschee di Colonia di impiegare i loro altoparlanti per invitare la umma alla preghierà del venerdì.

Quello che è accaduto a Colonia, o meglio che accadrà a breve, ha del memorabile, essendo senza precedenti, e parla del presente e del futuro della Germania, una nazione il cui volto e la cui anima stanno attraversando una profonda metamorfosi, forse irreversibile, per una concatenazione di fattori demografici, migratori, culturali e religiosi.

La svolta

Le trentacinque moschee di Colonia, a partire da questo mese, potranno finalmente attivare gli altoparlanti posti sulla cima dei loro minareti per invitare i fedeli islamici alla preghiera del venerdì. E il richiamo dei muezzini, che in arabo si chiama adhān, sebbene sarà rivolto alla umma della metropoli tedesca, potrà essere udito da tutti i coloniesi. Una svolta epocale, che parla del presente di Colonia e del futuro della Germania.

Non è un caso che quest’iniziativa sperimentale, che avrà una durata di due anni – con possibilità di proroga – ed è stata concepita allo scopo di riflettere l’avvenuta metamorfosi del panorama etno-religioso, verrà esperita proprio in questa metropoli tedesca. Perché Colonia, che dal 2015 è sede della moschea più grande di Germania – finanziata da Diyanet –, da anni è ritenuta una delle città più islamiche della nazione, dato che i musulmani compongono l’11-15% della popolazione totale, ed è, inoltre, un noto fortino del Partito della Giustizia e dello Sviluppo – qui, all’indomani del fallito golpe del luglio 2016, una marea umana composta da circa 40mila persone scese in strada per manifestare supporto a Recep Tayyip Erdogan.

Germania che cambia

Il futuro della Germania sembra che vedrà una mescolanza, non soltanto architetturale, tra il freddo e tipico gotico tedesco e il caldo ed esotico arabo moresco. Fantapolitica? Per nulla. Gli indizi, o meglio le prove, a supporto dello scenario islamizzazione non scarseggiano e, al contrario, vanno aumentando ed accumulandosi con lo scorrere del tempo. La situazione dell’Islam in Germania, al momento, è la seguente:

  • I musulmani, a seconda delle stime, rappresentano dal 6% al 7% della popolazione totale tedesca.
  • Entro il 2050, complici migrazioni e demografia, i musulmani tedeschi potrebbero costituire dall’8,7% al 19,7% della popolazione totale.
  • La Germania è la nazione del Vecchio Continente con la più elevata densità di moschee sul proprio territorio: 2.750. Segue la Francia, a media distanza, con 2.200.
  • Quattro musulmani tedeschi su cinque sono di origine turca.
  • Il punto di cui sopra spiega perché la Turchia sia il primo finanziatore dell’Islam in Germania, nonché il principale amministratore delle moschee ivi presenti – Dibit, tentacolo tedesco di Diyanet, gestisce e cura oltre un terzo di tutti i siti (poco più di 900 su 2.750).
  • Almeno 100mila i tedeschi rinati nell’Islam, cioè che hanno pronunciato la shahada, e crescono annualmente nell’ordine delle migliaia.
  • Va aumentando il numero delle città che permettono alle proprie moschee di utilizzare gli altoparlanti dei minareti al fine dell’invito alla preghiera. Oltre Colonia, che è il caso più recente, si segnalano Duisburg e Oer-Erkenschwick.
  • La metamorfosi (epocale) della nazione tedesca sta avendo dei naturali e prevedibili riflessi a livello politico. Nel Bundestag, ad esempio, il numero dei parlamentari turchi va crescendo elezione dopo elezione: 2 nel 1994, 11 nel 2013 e e 19 nel 2021.

In estrema sintesi, se è vero che la demografia è destino, così come è altrettanto vero che la matematica non è un’opinione, ciò significa che nel futuro della Germania si parlerà un po’ più turco e un po’ meno tedesco, che si udiranno un po’ più i muezzini dei minareti e un po’ meno i battagli delle campane e che i panorami urbani vedranno sempre meno chiese e sempre più moschee.

Di Emanuel Pietrobon. (Il Giornale-Inside Over)