l’Egitto ha formato un fronte tripartito con Israele e Sudan per contrastare la Turchia

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(Roma 22 novembre 2020). Nel tentativo di contrastare l’influenza turca nel Mar Rosso e le ambizioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella regione, l’Egitto ha formato un fronte tripartito con Israele e Sudan. Secondo quanto riferito dal quotidiano al-Monitor, gli alti funzionari militari egiziani, israeliani e sudanesi terranno una riunione, la cui data e il luogo non sono ancora stati rivelati, per discutere il coordinamento della sicurezza nel regione del Mar Rosso e cercare di limitare l’influenza turca nella regione, su richiesta egiziana, poiché Il Cairo “non sarebbe a suo agio” con l’incursione della Turchia in Somalia. Il quotidiano ha indicato che prenderanno parte all’incontro funzionari del servizio di intelligence generale egiziano, il vice ministro della Difesa egiziano e il comandante egiziano della regione meridionale.

Commentando la crescente influenza turca in Somalia, il maggiore generale, Hatem Bashat, membro della commissione parlamentare egiziana per gli affari africani, ha dichiarato il 16 novembre che l’Egitto è ben consapevole delle mosse “maligne” della Turchia nel Paese del Corno d’Africa, con l’obiettivo di controllare il Mar Rosso. Bashat ha affermato in un comunicato stampa che l’Egitto proteggerà il mondo arabo da queste ambizioni attraverso alleanze e accordi, per formare una lobby in grado di contrastare qualsiasi minaccia, come ha fatto nel Mar Mediterraneo attraverso il Forum del gas.

L’influenza turca in Somalia è recentemente aumentata. Il 7 novembre, la Turchia ha annunciato di saldare quasi 2,4 milioni di dollari di debiti della Somalia dovuti al Fondo monetario internazionale. Nel frattempo, l’ambasciatore turco a Mogadiscio, Mehmet Yilmaz, ha promesso durante un incontro con il primo ministro somalo, Mohamed Hussein Roble, il 6 novembre, che rafforzerà il sostegno incondizionato della Turchia alla Somalia.

Lo stesso giorno, Roble ha visitato il centro di addestramento militare turco, Turksom, a Mogadiscio, dove ha elogiato gli ufficiali turchi per la loro formazione di alto livello. Ha detto che il centro “è un modello che porta speranza per la ricostruzione dell’esercito”. In questo contesto, Altaqi Mohamed Othman, analista sudanese, ha spiegato ad Al-Monitor che la Turchia avrebbe fatto ricorso alla Somalia per compensare l’influenza persa in Sudan a seguito della caduta dell’ex presidente Omar al-Bashir, che era un alleato strategico di Erdogan.

Il 14 novembre, unità dell’élite Saiqa Force e dell’aeronautica egiziana sono arrivate nella base aerea di Marwa, in Sudan, per partecipare alle esercitazioni di combattimento congiunte egiziano-sudanesi denominate Nile Eagles – 1, le prime nella storia dei due Paesi. Commentando l’adesione dell’Egitto all’alleanza con Israele e il Sudan, Othman ha affermato che l’Egitto sta cercando di sfruttare la normalizzazione dei legami israelo-sudanesi per costruire un’alleanza che affronti le ambizioni turche nel Mar Rosso. Othman ha dichiarato: “Questa alleanza non coinvolge solo tre parti. Comprende anche l’Arabia Saudita, che ha rapporti con Israele, anche se non dichiarati data la sensibilità della sua posizione”.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato il 23 ottobre che il Sudan ha accettato di normalizzare le relazioni con Israele. Othman ha affermato che questa alleanza potrebbe dimostrarsi forte e vincente nel fermare l’avanzata turca nella regione, data la presenza di Israele, che teme le minacce turche e iraniane nel Mar Rosso. Amani al-Tawil, esperto di affari africani presso Al-Ahram Center for Political and Strategic Studies, ha dichiarato ad Al-Monitor che non è la prima volta che l’Egitto cerca di creare una lobby in grado di affrontare la Turchia. Il Cairo aveva precedentemente collaborato con L’Arabia Saudita nel mettere in sicurezza il Mar Rosso attraverso esercitazioni congiunte, effettuate nel gennaio 2020, per proteggere la navigazione nel Mar Rosso da qualsiasi minaccia. L’Egitto ha altresì inaugurato nello stesso mese la base militare di Berenice, a Sud del Mar Rosso, per contrastare le minacce e le ambizioni turche nella regione. Tawil ritiene che gli sforzi del Cairo per coinvolgere nuovi Paesi siano un buon passo che avrà un impatto efficace e potente, soprattutto perché Israele ha bisogno di proteggere la regione da qualsiasi minaccia nel Mar Rosso, sia iraniana che turca.

Tawil ha affermato che la Turchia sta cercando di creare aree di influenza sul Mar Rosso, data la sua importanza come passaggio principale per il commercio globale. “Purtroppo Erdogan ha approfittato della povertà e della guerra civile della Somalia per consolidare la sua influenza controllando gli aspetti economici e militari del Paese. Ciò è vero soprattutto perché la Somalia dispone di enormi risorse petrolifere, mentre la Turchia soffre di una scarsità di risorse petrolifere. Aggiungete a ciò la sua posizione strategica nel Golfo di Aden e all’ingresso del Mar Rosso, il che lo rende un importante obiettivo turco”, ha aggiunto.

Il ministro del commercio e dell’industria somalo Abdullah Ali Hassan ha dichiarato, durante il Forum economico Turchia-Africa, che gli scambi commerciali tra Somalia e Turchia sono cresciuti del 37% nell’ultimo anno, raggiungendo 206 milioni di dollari, rispetto ai 150 milioni del 2017. Il 30 settembre 2017, la Turchia ha inaugurato una base militare, il più grande campo di addestramento militare turco fuori dalla Turchia, a sud di Mogadiscio, il suddetto Turksom. Le importazioni di energia della Turchia nel 2019 sono ammontate a quasi 41,1 miliardi di dollari secondo l’Istituto di statistica turco.

Chiara Gentili. (Sicurezza Internazionale)