(Roma, 02 settembre 2024). In maggio il presidente russo Vladimir Putin, appena riconfermato con le elezioni del mese precedente, aveva effettuato alcuni cambi eccellenti al ministero della Difesa nel quadro della lotta alla corruzione. A saltare erano stati in particolare ministero della Difesa Serghei Shoigu, in carica da 12 anni, e Nikolai Patrushev, segretario del Comitato di sicurezza il cui posto è andato a Shoigu; , Patrushev è oggi assistente del presidente della Federazione Russa per la costruzione navale. I due non sono al momento risultati essere coinvolti in casi di corruzione, ma sotto di loro vi sono stati quadri e comandanti che non si sono fatti problemi a intascare mazzette. A capo del ministero della Difesa è stato messo l’economista Andrei Belousov, primo civile a ricoprire tale incarico.
L’inchiesta per corruzione ha continuato a mietere vittime di diverso calibro, e in data odierna a finire dietro le sbarre è stato il maggiore generale Valery Muminjanov, vice comandante del distretto militare di Leningrado per la logistica e il supporto tecnico.
Stando alle accuse Muminjanov avrebbe intascato una tangente da 20 milioni di rubli per la fornitura di uniformi in un appalto del ministero della Difesa della Federazione Russa per un valore di oltre 1,5 miliardi di rubli.
E’ anche emerso che Muminjanov e i suoi familiari possiedono numerose proprietà immobiliari a Mosca e a Voronezh per un valore di oltre 120 milioni di rubli, si stanno verificando gli aspetti legali della loro acquisizione. Il reato contestato a Muminjanov è il comma 6 dell’art. 290 del codice penale.
Di Enrico Oliari. (Notizie Geopolitiche)