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«Mosca ora minaccia i Paesi baltici»

(Roma, Parigi, 05 maggio 2024). Per gli 007 di Zelensky potrebbe prenderli in sette giorni « se l’Occidente non interviene »

Alle truppe di Kiev manca l’ossigeno, e non solo per l’uso indiscriminato della cloropicrina da parte dei soldati di Mosca. I battaglioni del comandante Syrsky non riescono a fermare l’avanzata nemica a nord di Avdiivka, così come sembrano avere pochi strumenti (e uomini) a disposizione per frenare l’assalto finale a Chasov Yar, vicino a Bakhmut. Mosca sta tentando di combinare gli sforzi dei gruppi di Avdiivka e Bakhmut, i più forti sul fronte, per colpire verso Konstantinovka da est (via Chasov Yar) e da sud (dalla direzione di Avdiivka e Ocheretyne). Il ministro della Difesa Sergej Shoigu vorrebbe regalare a Putin per l’anniversario del 9 maggio un massiccio accerchiamento dell’area, provocando l’evacuazione, sotto minaccia, a Toreck e Nju-Jork di almeno 40mila persone. Se le forze armate di Kiev non dovessero riuscire a rallentare l’offensiva russa nelle prossime settimane, allora entro l’estate l’orso di Mosca potrebbe raggiungere la superstrada Pokrovsk-Kostiantynivka, attraverso la quale vengono rifornite tutte le truppe ucraine a ovest e a sud di Bakhmut. Sarebbe scacco matto nel Donbass, con la caduta di buona parte delle regioni del Donetsk e del Luhansk. Vale la pena ricordare che l’esercito russo non conduceva operazioni offensive così su larga scala, e in prima linea, dall’estate del 2022, quando, con il sostegno della Wagner di Prigozhin, vennero catturate Severodonetsk e Lysychansk.

L’esercito di Kiev sul campo soffre, Zelensky ha convocato con urgenza tutto lo stato maggiore, ma gli 007 ucraini non riescono a ottenere informazioni preziose per anticipare le mosse nemiche. Spiragli a cui aggrapparsi sono davvero pochi, e il generale Vadym Skibitsky, vicedirettore del Gru, il servizio di intelligence militare, rivela che la più grande incognita della guerra è l’Europa. A suo dire se gli alleati dell’Ucraina non dovessero trovare un modo per aumentare ulteriormente la produzione della difesa per sostenere Kiev, rischierebbero di finire nel mirino della Russia. «In queste condizioni, e senza imponenti sostegni militari, i russi avanzerebbero in maniera così rapida fino a raggiungere i Paesi Baltici, che riuscirebbero a conquistare entro una settimana. Il tempo di reazione della Nato sarebbe più lento», sostiene.

La débacle di Kiev approda anche in Parlamento e il deputato della Rada Alexey Goncharenko, intervistato dalla tv francese La Chaine Info, ammette che «l’Ucraina potrebbe chiedere l’invio di truppe europee se non avrà abbastanza forze proprie nel conflitto con la Russia», di fatto raccogliendo l’invito di Macron e Cameron, e da ieri anche quello della Polonia.

Altra zona calda è diventata Odessa, colpita con inaudita violenza 12 volte nell’ultima settimana. Putin ha una ragione in più per mettere le mani sulla strategica città portuale affacciata sul Mar Nero: vuole annetterla per costruire una base militare in risposta alla Nato, che sta per ampliare la sua nel porto romeno di Costanza e che rivestirà un ruolo chiave nel contenimento dell’espansionismo russo verso ovest.

Nell’801° giorno di guerra, i sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto 4 missili Atacms lanciati sulla Crimea. A Kharkiv un raid di Mosca ha provocato 7 vittime e l’incendio dell’area industriale. In fiamme anche Murom, nel Belgorod (5 feriti) dopo un attacco di droni di Kiev. Velivoli senza pilota di Mosca hanno ferito 2 civili nel Dnipropetrovsk.

Negli ultimi 7 giorni le forze armate russe hanno effettuato 25 attacchi su strutture energetiche, di trasporto, militari e industriali.

Di Luigi Guelpa. (Il Giornale)

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