L'actualité du Proche et Moyen-Orient et Afrique du Nord

«Combattere i colonizzatori». La bomba migranti pronta a esplodere in Tunisia

(Roma, 07.07.2023). Due tunisini uccisi da subsahariani hanno scatenato un’ondata di rivolte tese a cacciare i subsahariani da Sfax: le conseguenze per l’Italia

In Tunisia da settimane il clima è particolarmente teso a causa degli scontri che si stanno verificando soprattutto a Sfax, principale hub di partenza dei migranti verso l’Italia. È qui che si raggruppano la maggior parte dei subsahariani che arrivano nel Paese, che a Sfax attendono di imbarcarsi sui barchini illegali per raggiungere le nostre coste. La convivenza tra subsahariani e tunisini, ma anche fra le varie etnie di subsahariani, è diventata impossibile. Soprattutto in città si registrano scontri quotidiani, che hanno spinto il governo di Saied Kais ad attuare una stretta importante, che sta surriscaldando ulteriormente un clima già bollente, che è esploso con l’uccisione di alcuni tunisini, a Sfax, da parte di un gruppo di subsahariani.

« Gli africani hanno ucciso un cittadino tunisino senza pietà. Rubano, mangiano i gatti dei vicini, bevono vino per strada, combattono le proprie battaglie qui da noi. Siamo pieni », si legge tra gli sfoghi per quanto accaduto. Inevitabilmente, tutto questo rischia di ripercuotersi sull’Europa e soprattutto sull’Italia, attraverso un ulteriore rafforzamento dei flussi migratori, che nelle prossime settimane rischiano di sovrasaturare ulteriormente l’hotspot di Lampedusa e tutte le strutture di prima accoglienza del territorio. Ai subsahariani viene imputato dai tunisini di essere violenti e non di rispettare il Paese di cui sono ospiti, per altro come irregolari, con conseguenti rapine, violenze e risse con armi bianche che sono diventati una consuetudine, soprattutto a Sfax.

« Siamo all’estero ci sono gli innocenti che cadono, dobbiamo comportarci bene e mostrare ai tunisini che non siamo tutti d’accordo con alcuni dei nostri fratelli », dice un subsahariano in una delle tante conversazioni sul tema che stanno nascendo dall’altra parte del Mediterraneo. Prolificano le immagino degli scontri con i machete tra subsahariani, che portano in Tunisia il sentimento di astio che anima le popolazioni dell’Africa nera, da sempre in lotta tra loro. Queste intemperanze sono ormai mal tollerate dai Tunisini, che chiedono la liberazione di Sfax: « Le infiltrazioni di persone che non rispettano la legge, inserite dalla mafia, hanno causato danni al popolo tunisino ». Ed ecco che si manifesta il pericolo per l’Italia: « Andate via da Sfax, la Tunisia è un Paese povero. Andate in Europa, noi tunisini soffriamo di diverse cose. Per favore, l’Europa ma non la Tunisia ». E ancora, in modo più diretto: « I combattimenti dovete farli nei vostri Paesi, al massimo contro i colonizzatori dei vostri Paesi, non qui in Tunisia. Lasciateci in pace, andate via ».

La replica dei subsahariani non si fa attendere: « Allora dite alla guardia costiera tunisina di far passare le nostre barche ». Il sentimento di Sfax è esasperato basta guardare a quanto accade in questa città tunisina per avere un’idea di quello che potrebbe montare in Italia se non si prendono contromisure. « Sono tunisino e questo è il mio Paese, che amo e che difendo. I migranti con i documenti sono nostri fratelli e condividiamo con loro l’ultimo pezzo di pane rimasto », scrive un cittadino esasperato cercando di spiegare il fulcro del problema. Quindi, aggiunge: « Voi altri siete in un Paese che già in bancarotta e quando non siete a casa vostra dovete rispettarci. Uccidete la gente, fate casino, ci massacrate… Gli sfaxiani vivono l’insicurezza nel loro territorio ».

Di Francesca Galici. (Il Giornale)

Recevez notre newsletter et les alertes de Mena News


À lire sur le même thème