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Israele in pressing sull’Occidente per fermare il programma nucleare dell’Iran

(Roma, 17.06.2023). Netanyahu ha ribadito l’opposizione di Israele a un ritorno all’accordo nucleare originale del 2015 e ha sottolineato che il Paese sta facendo grandi sforzi per cercare di fermare l’Iran

Nonostante il recente riavvicinamento dell’Iran all’Arabia Saudita e le voci sulla ripresa dei negoziati internazionali sul programma nucleare iraniano, resta alta tensione in Medio Oriente per la crescente tensione tra Teheran e Israele. Una fonte politica di spicco a Tel Aviv citata dal quotidiano panarabo edito a Londra “Asharq al Awsat”, di proprietà saudita, afferma che i politici e i leader militari israeliani “continueranno a esercitare pressioni sui paesi occidentali” per quanto concerne in dossier iraniano. Le parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, espresse durante una sessione del Comitato per gli affari esteri e la Difesa nella Knesset, lasciano ben poco spazio a dubbi: il governo israeliano non si fida che l’Iran rispetterà un eventuale accordo sulla natura pacifica del suo programma nucleare. Netanyahu avverte che Israele monitorerà attentamente l’attività nucleare dell’Iran e combatterà questa minaccia.

Una fonte ha rivelato al sito web israeliano “Walla” che il programma nucleare iraniano è stato il tema più importante posto dagli ufficiali israeliani durante gli incontri con gli statunitensi. Le stesse fonti riferiscono che gli argomenti al centro degli incontri del presidente israeliano, Isaac Herzog, con il presidente statunitense Joe Biden il prossimo luglio e del ministro della Difesa Yoav Gallant con il capo del Pentagono, Lloyd Austin, in Belgio, verteranno su un uniuco tema: “Iran, Iran e Iran”. E la questione iraniana dominerà anche i colloqui tra Gallant e gli omologhi provenienti da Francia, Italia, Romania e Ungheria durante il Salone Internazionale dell’Aeronautica di Parigi.

Secondo “Walla”, il ministro della Difesa israeliana chiederà nuovamente al collega statunitense Austin di accelerare la consegna degli aerei da rifornimento Boeing KC-46 Pegasus, acquistati da Israele lo scorso anno. Israele, infatti, ha bisogno di aerei da rifornimento per prepararsi a un possibile attacco all’Iran. Gallant ha discusso in precedenza con Netanyahu e alti funzionari della sicurezza della necessità di mantenere la superiorità militare di Israele nel Medio Oriente, in particolare nel confronto con l’Iran. Da parte sua, Netanyahu ha chiarito che la posizione di Israele sulla possibile ripresa dei negoziati dell’occidente sul programma nucleare iraniano è chiara: “Non saremo vincolati da nessun accordo con l’Iran e continueremo a difenderci”.

Netanyahu ha ribadito l’opposizione di Israele a un ritorno all’accordo nucleare originale del 2015 e ha sottolineato che Israele sta facendo grandi sforzi per cercare di fermare l’Iran. Il “New York Times” ha recentemente riferito che gli Stati Uniti e l’Iran sono vicini alla firma di una “intesa”, secondo la quale Teheran secondo la quale Teheran si impegnerebbe a non arricchire l’uranio oltre il livello attuale del 60 per cento di purezza. In cambio, Washington potrebbe rilasciare parte dei fondi congelati. Da parte sua, Teheran cesserebbe anche gli attacchi contro i militari statunitensi in Siria e Iraq tramite i suoi alleati regionali, intensificando potenzialmente la cooperazione con gli ispettori nucleari internazionali e astenendosi dalla vendita di missili balistici alla Russia.

Nel frattempo, Israele sta compiendo manovre militari sempre più evidenti. Rafael Advanced Defense Systems, una delle principali società di tecnologia della difesa israeliana, ha sviluppato un avanzato sistema d’intercettazione missilistica chiamato “Sky Sonic”, descritto come la risposta difensiva innovativa alla crescente minaccia dei missili ipersonici. Il sistema sarà ufficialmente presentato per la prima volta la prossima settimana al padiglione dell’azienda al Salone dell’Aeronautica di Parigi, una delle più grandi mostre aerospaziali del mondo. Il nuovo sistema rappresenta una risposta alla parata militare dei Guardiani rivoluzionarie iraniani (i cosiddetti Pasdaran) alla presenza del presidente Ebrahim Raisi, che ha incluso la presentazione di Fattah, il primo missile ipersonico dell’Iran.

(Nova News)

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