L'actualité du Proche et Moyen-Orient et Afrique du Nord

Erdogan ha vinto le elezioni: «governeremo per i prossimi cinque anni»

(Roma, 28.05.2023). E’ il terzo mandato per il presidente turco che ha ottenuto il 53% delle preferenze sullo sfidante dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu

Recep Tayyip Erdogan ha vinto le elezioni presidenziali in Turchia, ottenendo il terzo mandato. Secondo quanto riferito dal presidente della commissione elettorale turca Ysk, Ahmet Yener, il presidente, a conclusione dello scrutinio dei voti del ballottaggio, ha ottenuto il 53,4% delle preferenze contro il 46,5% del rivale Kemal Kilicdaroglu.

« Governeremo il Paese per i prossimi cinque anni e, se Dio vuole, ci meriteremo la vostra fiducia », ha commentato a caldo Erdogan annunciando la sua vittoria al ballottaggio appena conclusosi e parlando ai suoi sostenitori del suo distretto a Istanbul.

Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con il leader turco che ha collaborato strettamente con la Russia su questioni internazionali chiave nonostante alcuni disaccordi, per la sua rielezione. « La sua vittoria in queste elezioni è il logico risultato del suo lavoro dedicato come capo della Repubblica turca, una chiara prova del sostegno del popolo turco ai suoi sforzi per rafforzare la sovranità dello Stato e perseguire una politica estera indipendente », ha dichiarato Putin.

Di sicuro dalle urne viene fuori un Paese spaccato in due con un solo uomo al comando. Il ballottaggio di oggi in Turchia, è stato il primo nella storia di un Paese che ancora una volta ha dato fiducia all’uomo che, prima da premier e poi da presidente ha imposto la propria figura, leadership e linea politica per 20 anni ed e’ destinato a rimanere al potere fino al 2028.

Numeri che lasciano indietro l’indimenticato padre della Turchia laica, secolare e repubblicana, Mustafa Kemal Ataturk. Un sorpasso di cui il popolo turco e’ consapevole e proprio per questo la fiducia riposta nel presidente in carica assume un valore ancora maggiore. Eppure Erdogan fino alle elezioni del 2015 ha governato da solo con il suo partito Akp, da allora in poi in coalizione e fino a oggi ha continuato a perdere consenso, senza tuttavia che questa perdita fosse sufficiente a porre fine al suo impero.

La fiducia in Erdogan, il timore di metà della popolazione di ritrovarsi senza una guida in un Paese in perenne emergenza sono state le chiavi della vittoria, ieri e oggi. Fiducia e timore che hanno prevalso al fotofinish sulla voglia di cambiamento di cui si è fatto carico lo sfidante, Kemal Kilicdaroglu a cui non sono bastati l’inflazione, l’economia a pezzi e la carta nazionalista e anti migranti per detronizzare un leader che, nel bene e nel male, ha segnato per sempre la storia di questo Paese.

Anche la crisi economica, la perdita di valore della lira turca, il caro vita, problemi arrivati alla pancia del Paese si sono tramutati in una perdita di voti non sufficiente a farlo perdere, perche’ nella maggior parte della popolazione e’ rimasta forte la percezione che nessuno meglio di lui possa risolvere i problemi. Al termine di una campagna elettorale di basso profilo, caratterizzata da un inaspettato equilibrio nei manifesti e nello spreco di volantini Erdogan si riconferma nel nome della continuità.

Di Giuseppe Di Donna. (AGI)

Recevez notre newsletter et les alertes de Mena News


À lire sur le même thème