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Il giallo del pallone spia cinese: ecco tutto quello che non torna

(Roma, 06.02.2023). Tanti dubbi, molte domande ancora senza risposta e poche certezze. Se del presunto pallone spia cinese abbattuto al largo della costa della Carolina del Sud, sopra le acque dell’Oceano Atlantico, sono rimasti soltanto i detriti, tra gli addetti ai lavori permane la sensazione di avere a che fare con un giallo ancora da risolvere.

Il Pentagono, alla notizia che uno strano ospite inatteso stava attraversando il Montana, diretto verso il sud-est del Paese, ha subito dato l’impressione di avere in pugno la situazione. Il pallone volante cinese, dichiarava il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, veniva monitorato passo dopo passo, mentre il governo agiva prontamente per proteggersi dall’eventuale raccolta di informazioni sensibili.

Le parole di Ryder assumono adesso ancora più importanza, soprattutto se lette in relazione ai possibili siti militari attraversati o lambiti dalla potenziale minaccia. Tra questi, giusto per elencare i principali, la Malmstrom Air Force Base, nel Montana, dove si trova uno dei tre campi di missili nucleari statunitensi, la Minot Air Force Base, nel North Dakota e la Warren Air Force Base, nel Wyoming. Nel South Dakota troviamo invece la Ellsworth Air Force Base, dal quale lo scorso primo febbraio sono decollati i bombardieri B-1B Lancer del 34th Expeditiory Bomb Squadron diretti verso la Andersen Air Force di Guam, mentre nel Missouri è presente la Whiteman Air Force Base che accoglie i bombardieri strategici B-2.

Detto ciò, che cosa sappiamo del pallone aerostatico che per giorni ha tenuto l’opinione pubblica americana con il fiato sospeso? Ci sono due versioni, in attesa che le autorità analizzino i detriti finiti in fondo al mare. Per la Casa Bianca l’oggetto della contesa era un pallone spia presumibilmente inviato da Pechino per raccogliere informazioni strategiche. Al contrario, la Cina ha parlato di un dirigibile civile impiegato per rilevazioni meteorologiche e finito per sbaglio nel territorio statunitense.

In ogni caso, il rebus è molto più complesso di quanto non si possa immaginare e va oltre la, pur fondamentale, natura del pallone/dirigibile. Ci sono diverse zone d’ombra sulle quali vale la pena provare ad accendere i riflettori.

Lo scopo

Innanzitutto, tenendo conto dell’ammissione di Pechino sul fatto che il pallone aerostatico sia effettivamente cinese, ci si potrebbe chiedere per quale motivo l’oggetto si trovasse sul territorio statunitense. La Cina, come detto, ha parlato di un incidente provocato da “cause di forza maggiore”, coincidenti con i venti che avrebbero spinto la piccola mongolfiera in direzione degli Stati Uniti.

Indipendentemente dal fatto che si sia trattato o meno di un deliberato atto di spionaggio, l’azione in sé ha provocato ripercussioni tanto politiche quanto militari. Per quanto riguarda le prime, Joe Biden è stato accusato dal fronte repubblicano di non aver gestito al meglio la vicenda. In particolare, si imputa al presidente dem il mancato immediato abbattimento del pallone, avvenuto soltanto in un secondo momento. Forse per rendere le accuse meno pesanti, l’amministrazione Biden ha rilasciato informazioni secondo le quali la Cina ha lanciato tre palloni simili negli Stati Uniti durante la presidenza di Donald Trump.

Nel frattempo Marco Rubio, vicepresidente della commissione intelligence del Senato, ha ipotizzato alla Cnn che l’episodio potrebbe essere stato uno “sforzo sfacciato” da parte della Cina di mettere in imbarazzo lo stesso Biden prima del suo discorso sullo stato dell’Unione martedì. Nel caso in cui dovesse essere veramente andata così, non è da escludere che l’evento possa essersi verificato a causa della volontà di Pechino di misurare la compattezza del governo degli Stati Uniti. È pur vero che, quando si tratta di Cina, archiviate le prime dichiarazioni di fuoco repubblicani e democratici hanno più volte dimostrato di agire compatti contro il Dragone.

Ma è altrettanto vero, come ha ricordato l’analista Brandon Weichert, che il gigante asiatico è il rivale strategico numero uno degli Usa, tanto che, a detta di varie fonti militari americane, i due Paesi potrebbero entrare in guerra da qui ai prossimi anni. Non dovrebbe allora sorprendere che, in un simile clima, possano avvenire episodi come quello del presunto pallone spia.

La reazione USA

C’è poi da affrontare l’altro grande filone: quello militare-strategico. Siamo di fronte a un fallimento americano o un’affermazione del genere è esagerata ?

Dando un’occhiata al viaggio effettuato dal pallone aerostatico, in molti si sono chiesti per quale motivo non sia stato abbattuto mentre stava transitando le isole Aleutine. Ma ci sono altri grandi punti di domanda. Per quale motivo, ad esempio, se gli Usa erano a conoscenza del pallone prima che questo entrasse nello spazio aereo statunitense, gli è stato permesso di continuare il volo? E ancora: il pallone penetrato nel cuore degli Stati Uniti era forse dotato di semplici apparecchiature di sorveglianza, ma avrebbe teoricamente potuto anche trasportare armi. Come gli Emp, un’arma a impulsi elettromagnetici capace di mettere fuori uso tutti gli apparecchi elettronici e paralizzare il nemico.

Sono emersi altri particolari preoccupanti. L’incidente, come ha sottolineato Asia Times, è infatti diventato pubblico soltanto perché uno strano oggetto volante è stato avvistato da un passeggero su un volo commerciale. Il Pentagono avrebbe comunque reso nota la presenza dell’ospite indesiderato se un civile non avesse reso di pubblico dominio una delle più gravi incursioni cinesi avvenute negli ultimi anni in territorio americano? Anche su questo l’amministrazione Biden dovrà fornire risposte.

Non convince neppure la decisione di non abbattere il pallone immediatamente perché, secondo i militari, i detriti dell’esplosione avrebbero potuto ferire i civili. C’è chi ha fatto notare che la densità di popolazione del Montana è di 2,79 abitanti per chilometro quadrato.

Washington ha inoltre spiegato che il presunto pallone spia non avrebbe dato alla Cina alcuna capacità di sorveglianza aggiuntiva oltre a quella che già aveva attraverso i satelliti orbitanti attorno alla Terra. Seguendo questa lettura è allora probabile che Pechino non volesse spiare quanto, piuttosto, verificare il funzionamento delle difese aeree continentali americane. L’unico sistema di difesa area che gli Stati Uniti hanno piazzato in Alaska, da dove è entrato il dirigibile, è il Ground Based Interceptor (Gbi).

Il Pentagono affermava inoltre di star seguendo la potenziale minaccia sopra l’Alaska, il Canada e il Montana. Ma quando e dove è stato avvistato per la prima volta il pallone? E perché non è stato distrutto prima che entrasse nel territorio statunitense o addirittura mentre era in transito nel Pacifico? Gli F-22 e gli F-15 avrebbero potuto potenzialmente essere usati per intercettarlo, così come una nave da guerra Usa Aegis nel Pacifico, dotata di missili intercettori.

Queste considerazioni potrebbero aver offerto alla Cina diversi spunti di riflessione. Pechino, ad esempio, potrebbe aver ipotizzato che il sistema Gbi non funzioni contro i palloni a volo lento. Sarebbe senza dubbio una scoperta interessante in vista di possibili, nuove, tensioni future.

Di Federico Giuliani. (Inside Over)

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