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Burkina Faso: chi è il nuovo leader golpista Ibrahim Traoré

(Roma, 03 ottobre 2022). Il capitano, 34 anni, è il nuovo leader del Burkina Faso dopo il colpo di Stato condotto con successo venerdì scorso e che ha portato alla deposizione del precedente leader golpista Paul-Henri Damiba

Il capitano Ibrahim Traoré, 34 anni, è il nuovo leader del Burkina Faso dopo il colpo di Stato condotto con successo venerdì scorso e che ha portato alla deposizione del precedente leader golpista Paul-Henri Damiba. Traoré ha iniziato la sua carriera militare nel 2009 e ha prestato servizio in vari contingenti nei volatili teatri orientali e settentrionali del Burkina Faso, entrando a far parte del gruppo di ufficiali che hanno appoggiato il colpo di Stato del 24 gennaio scorso contro il presidente democraticamente eletto Marc Roch Kaboré. Tuttavia, otto mesi dopo, nella giunta sono emerse delle divisioni poi sfociate nella costituzione del Movimento patriottico per la conservazione e il restauro (Mpsr), di cui Traoré ha assunto la guida. Il bersaglio del malcontento e delle critiche nei confronti della giunta militare guidata da Damiba sono state, in particolare, le “strategie fallite” nella lotta contro le milizie dello Stato islamico e dei militanti di al Qaeda, che negli ultimi mesi hanno ulteriormente intensificato gli attacchi mettendo in ginocchio il già fragilissimo apparato di sicurezza burkinabé.

Nel mirino dei critici di Damiba c’è stato soprattutto il fallimento delle strategie applicate dall’amministrazione militare ad interim, tra cui l’istituzione di una forza di autodifesa pro-esercito, la nomina di governatori militari nelle aree calde della violenza e la sostanziale inefficacia delle operazioni condotte nel nord e nell’est del Paese, che non sono riuscite a frenare gli attacchi mortali dei militanti contro civili e forze di sicurezza. Inoltre, l’esercito del Burkina Faso è da tempo alle prese con un diffuso sentimento di sfiducia e disaffezione dopo che il morale delle truppe è stato ulteriormente fiaccato dai persistenti attacchi dei gruppi jihadisti e dalle cattive condizioni di lavoro, in particolare nelle instabili terre di confine con il Mali. Oltre a ciò, però ci sono anche dinamiche interne all’esercito che hanno portato al secondo golpe in otto mesi nel martoriato Paese del Sahel. Da tempo, infatti, i critici del leader deposto Damiba protestavano chiedendone a gran voce le dimissioni reclamando inoltre la liberazione del colonnello Emmanuel Zoungrana, già arrestato due settimane prima del golpe di gennaio perché sospettato di preparare un’azione analoga. Diversi osservatori ritengono pertanto che dietro l’azione possano esserci i sostenitori di Zoungrana, in carcere dallo scorso 10 gennaio con l’accusa di attentato alla sicurezza dello Stato e di riciclaggio di denaro. Il prossimo 27 ottobre è attesa la sentenza della Corte di cassazione sulla sua richiesta di scarcerazione provvisoria.

(Nova News)

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