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Fonti stampa: l’esercito del Mali e il gruppo Wagner hanno ucciso fra 200 e 400 persone a Moura

(Roma, Parigi, 04 aprile 2022). È quanto emerge dalle informazioni raccolte dal quotidiano francese « Libération », secondo cui il massacro sarebbe avvenuto durante lo svolgimento di una fiera del bestiame durante un’operazione militare condotta su larga scala

Dal 27 al 31 marzo scorsi le forze militari del Mali e le milizie russe Wagner presenti nel Paese per contrastare i gruppi jihadisti hanno compiuto una strage nella località di Moura, nella regione centrale di Mopti, causando tra i 200 e i 400 morti. È quanto emerge dalle informazioni raccolte dal quotidiano francese “Libération”, secondo cui il massacro sarebbe avvenuto durante lo svolgimento di una fiera del bestiame durante un’operazione militare condotta su larga scala dall’esercito maliano in collaborazione con le milizie Wagner presenti nel paese per il contrasto ai gruppi jihadisti, in un’area in cui il Gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani (Jnim), legato ad Al Qaeda nello Stato islamico (Aqim), è notoriamente attivo. Secondo le stesse fonti, elicotteri e militari hanno mitragliato i fuggiaschi e perquisito abitazioni, rastrellando la popolazione e uccidendo sommariamente gli uomini che portavano la barba o i calzoni corti o parlavano con accento fulani: tre segni che avrebbero caratterizzano i jihadisti presenti nella regione e che talvolta vanno a rifornirsi a Moura.

Secondo quanto riferito dall’emittente francese “Rfi”, le prime testimonianze dei sopravvissuti denunciano ripetuti abusi: arresti, saccheggi, furti, stupri ed esecuzioni sommarie. Le violenze, riferiscono le stesse fonti, hanno portato alla morte di centinaia di persone in cinque giorni di quella che secondo la versione fornita dalle Forze armate maliane (Fama) è stata una “operazione militare su larga scala”. Secondo le testimonianze raccolte da “Rfi” da fonti civili e di sicurezza, locali e internazionali, sono numerosi i casi di violenze indiscriminate contro gli abitanti, così come di persone uccise o che risultano disperse, in particolare a causa dei bombardamenti. Le fonti riferiscono anche di fosse comuni corpi bruciati e di arresti di massa effettuati durante l’operazione. Secondo le testimonianze raccolte da “Le Monde”, gli elicotteri dell’esercito maliano hanno sorvolato il mercato del bestiame di Moura sparando a coloro che cercavano di fuggire, mentre i jihadisti si sono sbarazzati delle loro armi e si sono dispersi nella folla. Al loro arrivo, militari maliani e combattenti russi hanno iniziato a rastrellare gli uomini, giustiziando molti di loro e perquisendo le case per uccidere coloro che vi si nascondevano, senza fare distinzione tra jihadisti e non. Nessun ulteriore commento è per ora arrivato da parte delle autorità maliane, che si sono limitare a confermare quella che hanno definito “operazione militare su larga scala”, né da parte della Russia, che non ha mai confermato né smentito la presenza del gruppo Wagner in Mali.

Gli attacchi sono stati già condannati con fermezza dagli Stati Uniti, che tramite il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price si sono detti “preoccupati che molti rapporti suggeriscano che gli autori fossero forze irresponsabili del gruppo Wagner sostenuto dal Cremlino” e che le forze armate maliane “hanno preso di mira elementi di noti gruppi estremisti violenti”, il che illustra “l’urgente necessità che le autorità di transizione del Mali garantiscano accesso libero e sicuro a investigatori imparziali nell’area”. Una ferma condanna è arrivata anche da parte dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, secondo il quale in nessun caso la lotta al terrorismo può giustificare massicce violazioni dei diritti umani. “Sono molto preoccupanti le notizie secondo cui le operazioni svolte dalle forze armate maliane accompagnate da elementi russi hanno causato la morte di centinaia di persone nel villaggio di Moura, nella regione di Mopti, all’inizio della scorsa settimana. Queste nuove denunce di abusi, a seguito delle vicende di Nampala, Dogofry e Diabaly su cui non sono ancora stati resi pubblici elementi di istruttoria, indeboliscono ulteriormente la stabilità e mettono in pericolo la convivenza tra le diverse comunità”, ha scritto Borrell in una nota. “È essenziale che la Minusma possa avere accesso alla scena degli eventi per supportare le autorità di transizione nelle loro indagini. È inoltre essenziale che le conclusioni di queste indagini siano rese pubbliche in modo che i responsabili siano assicurati alla giustizia”, ha aggiunto. “In nessun caso la lotta al terrorismo può giustificare massicce violazioni dei diritti umani. Il comportamento esemplare dello Stato e delle sue forze di sicurezza, il cui mandato primario è quello di proteggere le popolazioni civili, non può subire eccezioni. L’impunità va combattuta con severità e con la massima urgenza”, ha concluso Borrell.

Il massacro è avvenuto dopo che la scorsa settimana l’esercito del Mali ha ricevuto due elicotteri da combattimento e due sofisticati sistemi radar dalla Russia per rafforzare la sua lotta contro i militanti islamisti. La consegna, fa sapere l’esercito di Bamako in una nota, è stata ricevuta dal ministro della Difesa maliano Sadio Camara, uno degli uomini forti della giunta militare al potere, ed è “il frutto di una sincera e antichissima collaborazione”. L’equipaggiamento, consegnato alla base militare dell’aeroporto di Bamako, è costituito da “elicotteri da combattimento, radar di ultima generazione e molti altri materiali necessari alla lotta al terrorismo e all’estremismo”, afferma l’esercito. Tra i mezzi consegnati ci sono anche cinque camion da trasporto, mentre tra le apparecchiature c’è un radar 59N6-TE, secondo quanto dichiarato da Camara. “Questo radar è in grado di rilevare in 3D oggetti che volano a velocità fino a 8.000 km/h”, ha affermato. “Oggi possiamo affermare con orgoglio che il nostro esercito nazionale è in grado di operare in completa autonomia senza chiedere aiuto a nessuno”, ha aggiunto, riferendosi alla dipendenza delle forze maliane da assetti aerei stranieri, in particolare francesi. Le nuove consegne sono state concordate dal capo di Stato maggiore dell’aviazione, Alou Boi Diarra, che si è recato in Russia all’inizio di marzo nel bel mezzo della guerra in Ucraina.

La giunta militare che ha preso il potere con il colpo di Stato nell’agosto 2020 si è da allora progressivamente allontanata dalla Francia e ha allacciato stretti legami con la Russia che finora aveva già consegnato a Bamako quattro elicotteri e un certo quantitativo di armi. Nel Paese sono inoltre presenti diverse centinaia di istruttori russi appartenenti al gruppo paramilitare russo Wagner che stanno combattendo contro le milizie jihadiste presenti nel Paese, sebbene la giunta di Bamako e Mosca non abbiano mai confermato ufficialmente tale informazione. Secondo quanto riferito recentemente dal quotidiano francese “Le Monde”, i miliziani Wagner si sarebbero in particolare stabiliti nel campo di Diabaly, nella regione centrale di Segou, dalla fine di gennaio e diverse fonti identificano i “soldati bianchi” citati come mercenari del gruppo. in tal senso, scrive “Le Monde”, tra dicembre e marzo quasi mille miliziani russi sono stati inviati al centro nord per sostenere l’esercito nella lotta contro i gruppi jihadisti che dal 2012 continuano ad estendere la loro offensiva. Il Mali figura inoltre tra i Paesi che si sono astenuti dal votare le due risoluzioni approvate a stragrande maggioranza dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per chiedere alla Russia di cessare immediatamente le operazioni militari in Ucraina.

Redazione. (Nova News)

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