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Ucraina: combattenti siriani trasferiti da Bengasi alla Russia attraverso la Siria

(Roma, 23 marzo 2022). L’organizzazione Syrians for Truth and Justice (STJ) ha reso noto che una società di sicurezza siriana, la quale funge da procuratore del gruppo Wagner russo, ha trasferito combattenti siriani da Bengasi alla Siria, che dovrebbero unirsi alle truppe russe che combattono in Ucraina.

La STJ ha affermato di aver appreso da una serie di testimonianze che Mosca aveva dato l’ordine di preparare “un nuovo lotto di combattenti siriani di stanza in Libia da trasferire in Russia”, attraverso la Siria, per poi mandarli in Ucraina. In particolare, l’organizzazione sostiene di aver osservato un volo decollato da Bengasi, domenica 13 marzo, verso Damasco, e altri due voli, partiti sempre da Bengasi, il 14 e 16 marzo, uno dei quali operato dalle compagnie aeree siriane Cham Wings.

Il 21 marzo, l’Esercito Nazionale Libico (LNA) ha respinto le indiscrezioni diffuse dal Ministero della Difesa ucraino, secondo cui la forza libica guidata dal generale Khalifa Haftar avrebbe inviato mercenari a combattere a fianco delle forze russe in Ucraina. Il funzionario dei media dell’LNA, il maggiore generale Khaled Mahjoub, ha dichiarato che l’esercito “non ha nulla a che fare con la guerra in Ucraina”, sottolineando che è impegnato nella lotta al terrorismo e alle mafie del traffico di esseri umani in Libia, in particolare al confine meridionale del Paese.

Il giorno precedente, il Ministero della Difesa ucraino aveva affermato che era stato raggiunto un accordo per inviare volontari libici in Ucraina “per prendere parte alle ostilità dalla parte della Federazione Russa”, dopo una recente visita di Haftar a Mosca. Nello specifico, a detta delle autorità ucraine, il trasferimento dei militari libici avrebbe dovuto essere effettuato a spese della compagnia militare privata League (ex Wagner Group), tramite aerei dell’aeronautica russa.

Secondo un rapporto di Human Rights Watch sull’impatto della guerra in Ucraina sul Medio Oriente e il Nord Africa, i prezzi del grano e della farina sono aumentati vertiginosamente, fino al 30% in più, facendo crescere anche le preoccupazioni per l’interruzione delle scorte di grano.

Nel caso della Libia, che importa il 40% del grano dall’Ucraina, l’organizzazione a difesa dei diritti umani ha evidenziato la decisione del Ministero dell’Economia libico del 7 marzo di imporre misure per prevenire una crisi del pane, tra cui il congelamento della registrazione commerciale delle aziende di farina e dei mulini che non sono impegnati nel meccanismo di distribuzione approvato dal Ministero, il quale impone un prezzo unificato per la farina. Le misure prevedono altresì la limitazione della distribuzione della farina ai panifici attraverso il Sindacato generale dei panifici e un prezzo massimo di 110 dinari per 50 kg di farina.Définir l’image mise en avant

Nel contesto della guerra in Ucraina, la Libia, come molti Paesi arabi, dipende sia dalla Russia che dall’Ucraina per le sue importazioni di grano. Il Paese è tra i primi 10 acquirenti internazionali di grano ucraino. Per soddisfare i suoi bisogni interni, nel 2009, la Libia ha firmato un accordo con Kiev per coltivare grano su 100.000 ettari di terra per il proprio consumo. Politicamente, spiega al-Monitor, questo significa che la Libia dovrebbe stare attenta ad esprimere la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Dato che la Russia ha sempre svolto un ruolo di primo piano nel corso degli undici anni di crisi libica, ad avviso di alcuni, la Libia non dovrebbe essere percepita come una sostenitrice di nessuna delle parti in conflitto, ma dovrebbe rimanere neutrale.

Di Sofia Cecinini. (Sicurezza Internazionale)

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