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Mali: scontri fra jihadisti e ribelli tuareg al confine con il Niger, oltre 100 civili uccisi

(Roma, 12 marzo 2022). Scontri ripetuti si stanno registrando nella regione di Menaka, nel Mali orientale, fra miliziani dello Stato islamico nel Grande Sahara (Eigs) e i combattenti del Movimento per la salvezza dell’Azawad (Msa), che riunisce gli ex gruppi ribelli tuareg firmatari dell’accordo di pace con il governo di Bamako. Ne danno notizia su Twitter fonti locali, secondo cui negli ultimi giorni lo Stato islamico ha lanciato un’offensiva che ha colpito diverse località al confine tra Mali e Niger – fra queste Tamalat e Inchinanane – con un pesante tributo di vittime pagato in particolare dalla comunità berbera di Daoussahak, tribù dominante nella regione di Menaka e i cui membri compongono la fazione del movimento Msa rimasta fedele al suo fondatore Moussa Ag Acharatoumane. Secondo fonti locali, oltre 100 civili sarebbero stati uccisi in ripetuti attacchi condotti dai jihadisti in zona, mentre i combattenti dell’Azawad tentano di organizzare una risposta armata e anche oggi hanno ingaggiato scontri con i miliziani.

Secondo la fonte, gli attacchi di oggi si stanno verificando nella stessa area interessata da analoghe incursioni registrate a partire dall’8 marzo e fino a ieri, nonostante le Forze di difesa e sicurezza del Mali e le truppe della Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del paese (Minuzia) abbiano nelle ultime ore rafforzato la loro presenza con pattuglie e postazioni. In un messaggio postato sull’account ufficiale Twitter, la stessa missione Minusma ha deplorato la perdita di “numerose vittime” nel quadro degli scontri fra gruppi armati avvenuti negli ultimi giorni a Tamalat. In seguito agli attacchi, centinaia di persone sono state costrette alla fuga, mentre si organizza la risposta umanitaria.

La recrudescenza di attacchi jihadisti in questa parte del Mali coincide con l’avviato ritiro delle truppe francesi ed europee dal Paese saheliano, in seguito ai dissapori consumatisi fra Parigi e la giunta militare al potere a Bamako dopo il doppio colpo di Stato del 2020 e 2021. Entro la prossima estate, la Francia prevede infatti di dimezzare dagli attuali oltre 5mila effettivi a circa 2.500 uomini la sua presenza militare in Mali, organizzata nella missione Barkhane e nella Task force europea Takuba: il progressivo ritiro ha interessato da subito proprio le basi militari di Gossi, Menaka e Gao, che sono state chiuse, e che sono vicine ad aree oggi sono interessate da nuovi violenti attacchi. La chiusura delle basi di Menaka e Gao, dove sono attualmente presenti i militari italiani di stanza in Mali, comporterà prossimamente il trasferimento degli uomini verso altre destinazioni regionali, in particolare il Niger, che ha ufficialmente dato disponibilità ad accogliere le truppe.

Redazione. (Nova News)

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