L'actualité du Proche et Moyen-Orient et Afrique du Nord

Parla un’ex spia del KGB, «Putin suicida pensava alla guerra dal 2008»

(Roma, 26 febbraio 2022). Serguei Jirnov in Francia e alza il sipario su alcuni tratti di carattere del presidente della Federazione Russa

“Con Putin c’è da aspettarsi di tutto, ma sono sorpreso e speravo in un po’ di pragmatismo. In realtà è dal 2008 che pensava di invadere l’Ucraina e alla fine è prevalso il suo comportamento suicida”. A parlare è Serguei Jirnov, ex spia del Kgb, stabilito da tempo in Francia e con un libro intitolato “L’éclaireur” in uscita il 3 marzo.

In un’intervista a “La Depeche” l’ex spia analizza l’entrata in guerra della Russia in Ucraina e alza il sipario su alcuni tratti di carattere del presidente Vladimir Putin. “Sin dalla guerra in Georgia nel 2008 si diceva che il prossimo bersaglio sarebbe stato l’Ucraina. Sono passati 14 anni. Già lo scorso anno Putin aveva ammassato truppe al confine ucraino, ad aprile e settembre” ha rivelato Jirnov. Lui – come del resto molti degli esperti di Russia – si aspettava che Putin si sarebbe limitato a riconoscere l’indipendenza delle repubbliche di Lugansk e Donetsk, ma “nessuno credeva in uno scenario di guerra e invasione contro tutto il territorio ucraino”.

Per quanto riguarda i possibili obiettivi del presidente russo, l’ex spia ha risposto che potrebbe ambire a ricostruire la grande Russia, un « disegno delirante che aprirebbe le porte alla Terza Guerra mondiale” se poi dovesse prendersela con Finlandia e Polonia, che erano parte della grande Russia imperiale ma oggi rispettivamente dell’Europa e della Nato, e con i Paesi baltici, un tempo parte dell’Urss.

Nella sua ultima allocuzione, di fatto una dichiarazione di guerra, l’avvertimento lanciato da Putin è stato rivolto direttamente ai Paesi della Nato e agli Stati Uniti se dovessero decidere di sostenere l’Ucraina in modo più aggressivo. “Ha perso la ragione in quanto la Russia non può fare una guerra come questa. L’unica arma che possiede Putin è l’arsenale nucleare. Economicamente è un Paese insignificante che ambisce ad essere il padrone del mondo: è irrazionale, è un non senso” ha sottolineato Jirnov. E a quanti dicono che Putin è folle, l’ex spia russa risponde che “il semplice fatto di dirlo vuol dire scusarlo e non attribuirgli responsabilità che invece ha”. La stessa fonte descrive il capo del Cremlino come molto chiuso, paranoico, imprevedibile oltre a “non essere un grande stratega né un giocatore di scacchi, ma piuttosto un lottatore, un pugile, ma nelle relazioni internazionali questo si ritorce spesso contro chi comincia a picchiare per primo”.

L’ex spia prospetta che a pagare le spese di questa guerra suicida sarà la Russia in primis, a cominciare dalla sua sicurezza con il rischio di possibili atti terroristici ucraini sul suo territorio nazionale. I danni maggiori saranno di natura economica. “La situazione economica della Russia non è brillante e la sua moneta sta già crollando. Poi fare la guerra costa molto caro e il Paese la pagherà a caro prezzo” ha proseguito Jirnov.

Secondo l’ex spia del Kgb, l’Occidente è in grado di mettere molto rapidamente la Russia in ginocchio sul piano economico, a patto che le sanzioni adottate siano effettive da subito. “Putin ha fatto della Nato e dell’Occidente i suoi nemici, ma sono anche i suoi clienti. Ancora una volta la guerra che combatte non è razionale” ha deplorato la fonte russa, precisando che al di là del 50% dei russi che sostengono Putin, desiderosi di ritrovare la presunta grandezza di un tempo, 25% della popolazione non lo appoggia e 25% è indeciso oltre ad alcuni disertori tra i militari, non tutti d’accordo con questa guerra.

Il presidente Putin, 69 anni, è anche un uomo carico di “vecchi rancori”, tra cui “aver fallito nella sua carriera di spia del Kgb, per non essere riuscito a lavorare per i servizi segreti fuori”, motivo per cui nei giorni scorsi ha umiliato pubblicamente il loro responsabile, Serguei Naryskin. Dopo l’adozione nell’aprile 2021 di un emendamento costituzionale Putin potrà rimanere al Cremlino fino al 2036. “In realtà intende restare al potere fino alla fine della sua vita e se nel 2036 non sarà morto, nulla gli vieterà di modificare ulteriromente la Costituzione per rimanere ancora a capo del Cremlino” ha concluso Jirnov.

(AGI)

Recevez notre newsletter et les alertes de Mena News


À lire sur le même thème