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Quell’attacco premeditato: la verità sulla registrazione di Putin

(Roma, Parigi, 24 febbraio 2022). Per Kiev questa è una prova della premeditazione dell’attacco da parte del presidente russo

Stesso vestito, stessa scenografia sullo sfondo, stesso ufficio: il discorso di questa notte di Putin con il quale il presidente russo ha annunciato il via alle operazioni militari contro l’Ucraina ha da subito mostrato molte similitudini con quello del 21 febbraio. Ossia con il discorso in cui il capo del Cremlino ha ordinato il riconoscimento delle due repubbliche separatiste del Donbass.

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Per questo motivo i media ucraini sospettano che la comunicazione data da Putin ai russi quando a Mosca era quasi l’alba non era in diretta. Ma, al contrario, registrata tre giorni prima. Un dettaglio di non poco conto.

Il presidente russo ha infatti parlato di un’azione militare volta a difendere il Donbass su richiesta delle stesse repubbliche separatiste. Una richiesta resa pubblica dal Cremlino soltanto ieri sera, ma firmata da Denis Pushilin e Leonid Pasechnik, presidenti rispettivamente della Repubblica di Donetsk e della Repubblica di Lugansk, la sera del 22 febbraio.

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Il giorno dopo quindi del discorso sul riconoscimento delle entità separatiste e della presunta registrazione della dichiarazione di attacco della scorsa notte da parte di Putin. Se il capo del Cremlino ha registrato tre giorni fa la comunicazione, allora è lecito sospettare, hanno sottolineato i media ucraini, una premeditazione.

La guerra cioè era preparata già da giorni e quanto accaduto nelle ultime 48 ore, con le accuse dei separatisti contro Kiev e con i passaggi burocratici formali relativi al riconoscimento delle repubbliche e alla loro richiesta di aiuto, avrebbe rappresentato soltanto una messa in scena.

A sostenere con più forza questa tesi è stato nelle prime ore del mattino il sito ucraino Novaya Gazeta. I reporter, con l’aiuto di alcuni esperti, hanno analizzato secondo per secondo il lungo discorso notturno di Putin. Sono arrivati così ad affermare con certezza che le parole pronunciate stanotte erano state preparate precedentemente. Molti media ucraini stanno puntando molto su questa ricostruzione.

Per Kiev del resto è importante dimostrare la premeditazione di Putin, presentando ancor di più l’azione militare partita stanotte come un’aggressione. Un modo per chiedere con ancora più vigore l’aiuto dei Paesi occidentali.

Da parte russa non sono arrivati commenti a queste indiscrezioni. C’è da dire che il Cremlino è sempre stato molto attento a ogni dettaglio comunicativo. Difficile pensare a una leggerezza grossolana da parte dello staff di Putin. Forse, è un altro sospetto, il presidente russo ha voluto dimostrare di aver vagliato con largo anticipo ogni scenario, anche quello bellico.

Ad ogni modo la guerra, oltre che sul campo, si sta combattendo sui media. E ogni video e frase pronunciata da Mosca o da Kiev è presa come spunto per lanciare attacchi e contrattacchi mediatici verso la controparte. Non c’è da stupirsi dunque se in questa se dell’azione militare a destare maggior scalpore sono, in primo luogo, le immagini dei discorsi di Putin da un lato e di Zelensky dall’altro.

Di Mauro Indelicato. (Il Giornale)

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