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Africa: la Cina vuole costruire una maxi base navale in Guinea Equatoriale

(Roma, 09 dicembre 2021). Il Wall Street Journal rilancia l’allarme del generale Townsend, a capo di AFRICOM: la Cina vuole costruire una maxi base navale in Guinea Equatoriale, presumibilmente a Bata

La Cina vuole costruire una grande base navale permanente nell’Oceano Atlantico, sulle coste della Guinea Equatoriale (a Bata). L’allarme è stato lanciato dal Wall Street Journal, che ha ottenuto informazioni riservate dall’intelligence statunitense. La questione era stata già affrontata ad aprile del 2021 dal generale Stephen J. Townsend, a capo di AFRICOM, il comando militare USA per le operazioni in Africa, in un’audizione alla commissione Forze Armate del Senato. “Sappiamo che i cinesi desiderano una rete di basi in tutto il mondo, aveva sottolineato citando come preoccupazione la costa atlantica dell’Africa. Beijin ha costruito la sua prima base sulla costa orientale a Doraleh (Gibuti) nel 2017, vicino a quella americana di Camp Lemonnier. Da allora, ha lavorato per espandere la sua presenza nel paese. Negli ultimi due anni, infatti, ha completato un molo che permetterà a navi più grandi, inclusi portaerei e sottomarini, di attraccarvi.

Il generale Townsend ad aprile 2021: Beijing punta a creare una vera base navale dove potere rifornirsi di munizioni e riparare navi militari

Secondo i militari Usa, la Cina sta puntando a creare una vera e propria base navale. Una struttura, che sia “qualcosa di più di un posto dove fare scalo e ottenere gas e generi alimentari. Sto parlando di un porto dove potere rifornirsi di munizioni e riparare navi militari”, aveva denunciato Townsend aggiungendo che i cinesi “stanno lavorando in modo aggressivo per ottenerlo”. Per espandere la loro presenza nella regione africana hanno avviato da tempo una politica di aiuti e investimenti in tutto il continente. Basta pensare che la nazione asiatica negli ultimi dieci anni ha destinato 60 miliardi di dollari in infrastrutture e sviluppo in Africa, aprendo parallelamente un numero impressionante di ambasciate. Queste, infatti, sono arrivate complessivamente a 52, tre in più rispetto agli Stati Uniti. Inoltre, è cresciuta in maniera preoccupante la vendita di armi ai governi locali, trainata da condizioni molto vantaggiose e nessun vincolo.

Gli Stati Uniti sono preoccupati, ma al momento il peso della Cina nel paese africano sembra essere maggiore

Per scongiurare il rischio della maxi base navale cinese in Guinea Equatoriale, il presidente americano Joe Biden aveva inviato a ottobre nel paese africano il suo vice consigliere per la sicurezza nazionale: Jon Finer. Questo aveva incontrato il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo e suo figlio, nonché vice, Teodoro Nguema Obiang Mangue (Teodorin) con alcune proposte affinché non concedessero a Beijing il permesso per costruire la struttura. La moral suasion, però, finora non sembra aver avuto effetto. La Cina, infatti, sembra avere frecce migliori al suo arco. D’altronde punta a due obiettivi con il nuovo porto: da una parte creare una forza militare per scortare le sue navi commerciali che transitano nel quadrante. Dall’altra, ottenere capacità di “rearm and refit” in un’area strategica dove era completamente sguarnita.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)

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