(Roma, 06 luglio 2021). La Turchia potrebbe inviare presto mercenari siriani in Afghanistan, nel quadro di una missione per proteggere l’aeroporto di Kabul e le strutture del governo afgano dopo il ritiro graduale delle forze Usa e Nato dal Paese. Lo ha detto Rami Abdelrahman, direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti umani (Sohr, organizzazione non governativa con sede a Londra), intervistato dall’emittente “Sky News Arabia”.
“Questa volta la cosa è diversa rispetto ai reparti trasferiti nel Nagorno-Karabakh e in Libia”, poiché il reclutamento dei miliziani avverrà “in modo regolare” tramite compagnie di sicurezza turche, il cui nucleo sarà rappresentato da questi mercenari siriani, ha detto Abdelrahman. Secondo il direttore di Sohr, i mercenari saranno inviati il prossimo settembre, “insieme alle forze turche, per proteggere l’aeroporto di Kabul e le attività e sedi governative”. Il comando delle milizie e le forze turche hanno concordato che l’operazione non avrà luogo finché i miliziani non saranno registrati nelle compagnie con contratti ufficiali, “per non mettere in cattiva luce la Turchia davanti alla comunità internazionale”, ha proseguito.
Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha annunciato che terrà domani una telefonata con l’omologo statunitense, Lloyd Austin, per discutere di una possibile missione turca volta a mettere in sicurezza l’aeroporto di Kabul, in Afghanistan, dopo il ritiro delle forze Usa dal Paese. “Non è stata ancora presa nessuna decisione” e proseguiranno i negoziati al riguardo, ha detto Akar. Descrivendo l’Afghanistan come Paese “di importanza cruciale” e “il cuore dell’Asia”, il ministro della Difesa di Ankara ha sottolineato la natura profonda e solida dei legami turco-afgani.
Garantire la sicurezza dell’aeroporto di Kabul è “di grande importanza” per il futuro del popolo afgano, ha proseguito il ministro turco, aggiungendo: “Stiamo lavorando su come farlo insieme ad altri Paesi (…) il nostro presidente ha detto al vertice Nato che vi sono certe condizioni e problemi”. “Abbiamo affermato un’intenzione in tal senso, abbiamo detto che potremmo restare se queste condizioni fossero soddisfatte”, ha proseguito Akar. Suscita intanto preoccupazione, di pari passo con il ritiro graduale delle forze Usa e Nato dall’Afghanistan, la rapida avanzata dei talebani in diversi distretti del Paese asiatico, soprattutto nel nord, presso il confine con Tagikistan e Uzbekistan.
Redazione. (Nova News)