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Traffico di organi in Cina ? L’allarme delle Nazioni Unite

(Roma, 17 giugno 2021). Un gruppo di esperti dell’Onu sostiene di essere “estremamente allarmato” per l’estrazione forzata di organi agli uiguri, tibetani, musulmani e cristiani arrestati dalle autorità cinesi
Un macabro mercato di organi umani in Cina preoccupa le Nazioni Unite. Un gruppo di esperti dell’organizzazione internazionale ha presentato ieri un report nel quale sostengono di avere ricevuto informazioni affidabili sugli abusi contro le minoranze etniche, linguistiche e religiose in Cina, e tra queste torture ci sarebbe l’estrazione forzata degli organi.
Il team è formato da 12 esperti indipendenti e hanno un mandato dall’Onu. Si dicono “estremamente allarmarti” con i risultati della ricerca. Per questo è stato diffuso un comunicato ufficiale, in cui si spiega la situazione.
Le vittime del traffico di organi sono principalmente membri delle comunità uiguri, tibetani, musulmani e cristiani. Sarebbero costretti, contro la propria volontà, ad analisi del sangue, ecografie e radiografie. Questi risultati finiscono in un data base di potenziali “donatori”. Secondo il report, gli organi estratti con più frequenza sono cuori, reni, fegato, cornee, e anche pezzi di fegato.
Gli esperti sostengono che nel traffico di organi in Cina sarebbero “coinvolti professionisti del settore sanitari, tra cui chirurgi, anestesisti e altri medici specialisti”.
“Le estrazioni forzate di organi in Cina sembrano dirette a membri delle minoranze […] che sono in arresto, molte volte senza una spiegazione o un ordine formale – si legge nel report -. Ci preoccupano profondamente i report sul trattamento discriminatorio dei detenuti in funzione dell’etnia o religione”.
Gli esperti sottolineano che molte denunce sono state presentate da altri esperti di diritti umani delle Nazioni Unite nel 2006 e nel 2007, ma non hanno ricevuto ascolto dalle autorità.
Il governo di Pechino non aveva fornito dati sufficienti sul fenomeno. Loro insistono che il traffico di organi è illegale in Cina e queste denunce riguardano un piano di disinformazione delle forze separatiste anti-cinesi e la setta Falun Gong.

Rossana Miranda. (Formiche)

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