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Italia-Libia: il premier libico Dabaiba in visita a Roma per la firma di almeno due accordi

(Roma, 27 maggio 2021). Durante la visita in Italia del primo ministro del Governo di unità nazionale della Libia, Abdulhamid Dabaiba, prevista per lunedì 31 maggio, dovrebbero essere firmati almeno due accordi: uno sulla transizione energetica e l’altro sulla tutela dei beni archeologici. E’ quanto ha appreso “Agenzia Nova” da fonti libiche a Tripoli. Al momento non risulta sul tavolo alcuna intesa su un accordo per trasferire i cittadini condannati di entrambi i Paesi affinché scontino la pena nei rispettivi Paesi di origine, come invece ventilato da alcuni organi di stampa del Paese nordafricano. Le notizie apparse sui media libici sembrerebbero tese a riaprire il caso dei “quattro calciatori” libici (Alaa Faraj al-Maghribi, del club Ahly Bengazi, Abdel-Rahman Abdel-Monsef e Tariq Jumaa al-Amami, del club Tahadi di Bengasi, e il giocatore Mohamed Essid di Tripoli) condannati in Italia per traffico di esseri umani, per i quali le autorità non riconosciute di Bengasi tentarono uno scambio con i 18 pescatori di Mazara del Vallo sequestrati dalle forze del generale Khalifa Haftar lo scorso settembre 2020.

Le fonti libiche hanno riferito a “Nova” che sono in corso da tempo contatti per sviluppare un “forte partenariato nel settore della transizione energetica”, che includa anche una rilevante “componente di innovazione tecnologica e know-how”. Un nuovo patto di lungo-medio termine, spiegano le fonti, che potrebbe includere anche la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nel Fezzan, la vasta regione della Libia sud-occidentale ricca di risorse naturali. Si tratterebbe, in questo caso, di progetti di piccole dimensioni, ma assai significativi per il messaggio che mandano: la Libia del futuro non è solo legata agli idrocarburi, ma anche alle energie pulite e l’Italia intende aiutare Tripoli a concretizzare questa visione.

Non va dimenticata, peraltro, la progressiva riattivazione dell’Istituto Italiano di Cultura a Tripoli e altre importanti iniziative in corso, tra cui: l’introduzione dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole secondarie in Libia, grazie al memorandum d’intesa concluso nel dicembre scorso; l’aumento delle borse di studio; la cooperazione archeologica (l’Italia sostiene ben dieci missioni archeologiche in Libia). In raccordo con il ministero della Cultura, è inoltre in via di definizione un pacchetto di iniziative comprensivo di programmi di formazione in materia di conservazione del patrimonio e interventi sul territorio.

Secondo quanto dichiarato ad “Agenzia Nova” da Pasquale Ferrara, inviato speciale del governo italiano per la Libia, lo scorso 24 maggio, la missione ufficiale a Roma del primo ministro Dabaiba ribadisce la vicinanza dell’Italia al Paese nordafricano “in una fase molto complessa di passaggio politico-istituzionale” nel Paese nordafricano. “La visita del primo ministro Dabaiba si iscrive nel solco della nuova configurazione strutturale delle relazioni tra Roma e Tripoli. E’ una visita ad altissimo livello e che sancisce un po’ la ripresa della nostra vicinanza al Paese in questa fase molto complessa di passaggio politico-istituzionale”, ha detto Ferrara. Oggi, infatti, si conclude in Libia una nuova, importante tappa del processo politico sponsorizzato dalle Nazioni Unite che dovrebbe portare il Paese nordafricano alle elezioni entro il 24 dicembre 2021.

Il Foro di dialogo politico libico, organismo di 74 membri patrocinato dall’Onu, deve approvare la Base costituzionale che servirà per andare al voto di fine anno. La proposta che uscirà oggi dovrà essere poi sottoposta alla Camera dei rappresentanti, d’intesa con l’Alto Consiglio di Stato. Il nodo cruciale è sulle elezioni presidenziali: non si sa se avverranno tramite il parlamento o attraverso il voto popolare. Se il parlamento non approverà la Base costituzionale entro il primo luglio, la data del 24 dicembre per andare alle elezioni potrebbe saltare. “Ci mettiamo davanti a questo processo libico con grande rispetto, ma anche con grande disponibilità ad accompagnare questa transizione con programmi e progetti concreti, anche ovviamente con il sostegno politico anzitutto in ambito europeo, ma anche più in generale nel contesto internazionale”, ha aggiunto Ferrara.

Tornando alla visita del premier libico, poco o nulla si sa sulla composizione della delegazione che sarà presente a Roma. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, Dabaiba potrebbe essere accompagnato da quattro o cinque ministri. Il dossier dei migranti, dopo il recente e forte aumento delle attività dei trafficanti di esseri umani dalle coste libiche, potrebbe influire sulla definizione della squadra governativa libica: non è chiaro, ad esempio, se verrà a Roma Ajdid Maatuq Jadid, ministro di Stato per le migrazioni in rappresentanza del Fezzan, la regione libica meridionale. Quest’ultimo proviene dalla tribù Warfalla, fedelissima del regime di Muammar Gheddafi, e proviene da Sebha, il capoluogo della regione del Fezzan. Le persone a lui vicine spiegano che la sua posizione è contraria al reinsediamento dei migranti in Libia e si oppone alle politiche dell’Unione Europea al riguardo. E’ confermata, almeno per ora, una “Country presentation” del premier Dabaiba con le principali aziende italiane.

ESCLUSIVA. Redazione. (Nova News)

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