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Africa: la Francia pronta a intervenire in Ciad contro il FACT

(Roma, 17 aprile 2021). La Francia è pronta a intervenire in Ciad contro il FACT, che ha lanciato a nord una violenta campagna di attacchi. Parigi, però, non pensa di schierare militari. Punta a fornire sostegno logistico e intelligence a N’Djamena

La Francia è pronta a intervenire per contrastare l’offensiva dei ribelli del FACT (Fronte per il Cambiamento e la Concordia del Ciad) nel nord del paese. Lo farà, però, non in modo diretto inviando truppe. Ma fornendo sostegno logistico e di intelligence alle forze di N’Djamena. In particolare si parla di specialisti nella pianificazione e di copertura aerea delle operazioni. I miliziani hanno recentemente lanciato una violenta campagna di attacchi, spostandosi lungo i confini con la Libia, colpendo anche postazioni elettorali che stavano effettuando il conteggio dei voti per le presidenziali dello scorso fine settimana, che sembrano riconfermeranno l’attuale capo dello stato: Idriss Déby. Questo, infatti, è accusato dal FACT di essere un dittatore e di voler estendere il suo mandato con la forza, soffocando la volontà della popolazione.

Parigi sembra non voler aprire un nuovo conflitto nel paese africano. Anche perché in caso di emergenza ci sono sempre le forze dell’operazione Barkhane

Per la Francia quella sul Ciad è una nuova postura che riflette prudenza. A differenza del 2008 e del 2019, infatti, tra le opzioni di Parigi non è previsto l’impiego di militari o assetti offensivi sul terreno contro il FACT. Questa sembra simile a quella adottata nel 2006 e nel 2008, con un sostegno discreto ma efficace. Si ipotizza, quindi, che il paese d’oltralpe non voglia aprire un nuovo conflitto nel paese africano, essendoci già quello nel Sahel e a sud nel bacino del lago Ciad contro i jihadisti di Boko Haram, pro-Stato Islamico, che impegna le forze dell’operazione Barkhane. Ciò non esclude, però, che queste potrebbero essere usate in caso di necessità. Soprattutto per bombardare con i caccia i ribelli nella regione desertica settentrionale, come avvenne nel 2019.

Francesco Bussoletti. (Difese & Sicurezza)

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