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Tunisia: a dieci anni dalla cacciata di Ben Ali, i giovani tornano in piazza ed è scontro con gli agenti

(Roma 17 gennaio 2021). A tre giorni dall’anniversario della Rivoluzione dei gelsomìni, i tunisini protestano contro le restrizioni economiche conseguenti alla pandemia da Covid-19. Centinaia di arresti.

Tre notti di caos e disordini nel Paese nordafricano, in coincidenza con l’anniversario della cacciata del dittatore Zine el-Abidine Ben Ali e della rivoluzione dei gelsomini. Sono stati riportati scontri tra gruppi di giovani, anche minorenni, e forze di sicurezza in molte città della Tunisia, nonostante il lockdown.

Centinaia gli arresti. I disordini hanno interessato tra le altre località Cité Etthadamen, sobborgo popolare di Tunisi, Sidi Hassine, Sidi Thabet, Sousse, Hammamet, Sfax, Monastir e Tozeur. Le forze dell’ordine hanno sequestrato a Sousse numerose bottiglie molotov pronte all’uso, un bidone di benzina e una spada. La situazione è tornata alla normalità intorno alla mezzanotte.  Per disperdere i giovani, che hanno sfidato il coprifuoco in vigore a causa della pandemia incendiando pneumatici e tentando di saccheggiare negozi, la polizia ha fatto ampio uso di lacrimogeni.

Appelli a manifestare erano stati lanciati nei giorni scorsi in vista del decimo anniversario, 14 gennaio, che segnò l’inizio della « rivoluzione dei gelsomini » e aprì la stagione della « primavera araba ».Sotto pressione per lo scontento popolare dovuto all’aggravarsi delle preesistenti difficoltà economiche di fronte alla pandemia, il premier Hichem Mechichi ha annunciato ieri un ampio rimpasto di governo che riguarda 12 ministeri, tra cui quelli dell’Interno, della Giustizia e della Salute. « L’obiettivo di questo rimpasto è di avere più efficacia nel lavoro del governo », ha dichiarato il premier alla stampa. Il nuovo esecutivo, che deve ancora essere approvato dal parlamento, non include alcuna donna ministro.

La polizia ha usato i gas lacrimogeni mentre i manifestanti hanno lanciato gomme incendiarie, pietre e altri oggetti. I video che circolano sui social media raccontano di fughe concitate di persone inseguite dagli agenti in stretti vicoli. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa di Stato tunisina Tap, « decine » di giovani sono stati arrestati dalla polizia, che è intervenuta mentre avvenivano saccheggi di negozi e banche. I manifestanti hanno bloccato strade bruciando pneumatici e lanciando sassi e altri oggetti contro agenti e negozi, riferisce il ministero dell’Interno, aggiungendo che ora la situazione è invece « calma » in tutto il Paese.

Diversi analisti, come Slaheddine Jourchi, sottolineano che quanto è stato raggiunto in questo decennio « è ancora distante dallo rispondere alle richieste della popolazione, specialmente alle aspettativa dei giovani, che costituiscono la colonna portante della rivoluzione ». « Confondere le forze di sicurezza e disperdere i loro sforzi per compiere atti di saccheggio ». Questo l’obiettivo degli incidenti avvenuti ad opera di gruppi di giovani in contemporanea ieri sera, in diverse località della Tunisia, secondo il portavoce del ministero dell’Interno Khaled Hayouni in una dichiarazione all’agenzia di stampa Tap. Anzi, proprio l’intervento deciso delle forze di sicurezza ha fatto fallire molti tentativi di furti e saccheggi di proprietà pubbliche e private, a margine degli scontri tra polizia e manifestanti avvenuti in diverse regioni del Paese.

« Questi incidenti sono scoppiati simultaneamente a Tunisi e in altri governatorati, subito dopo l’entrata in vigore del coprifuoco alle 16. Gli agitatori hanno eretto barricate e dato fuoco a pneumatici, bloccando diverse strade e tentato di saccheggiare edifici pubblici e privati », ha detto il portavoce del ministero dell’Interno aggiungendo che la maggioranza dei rivoltosi è risultata essere composta da minorenni, con un’età compresa tra i 12 e i 15 anni, insieme a giovani tra i 20 e i 25 anni.

« I gruppi di individui riunitisi ieri sera in diverse regioni del Paese non avevano alcuna intenzione di manifestare pacificamente, ma il loro unico obiettivo era quello di distruggere o saccheggiare », ha precisato il portavoce della Direzione generale della sicurezza nazionale, Walid Hakima indicando in 242 il numero di persone arrestate con l’accusa di atti di vandalismo. Gli arresti sono avvenuti in coordinamento con la magistratura, ha detto ancora Hakima, sottolineando che durante le operazioni sono rimasti feriti diversi agenti della sicurezza e vari veicoli della polizia sono stati danneggiati.

(La Repubblica)

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