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Economia: i Paesi del Golfo adottano nuove misure verso la manodopera straniera

Le conseguenze economiche derivanti dalla pandemia di coronavirus hanno spinto diversi Paesi del Golfo, tra cui il Sultanato dell’Oman e il Kuwait, a cambiare il proprio approccio verso la manodopera straniera, riducendo il numero di impiegati provenienti dall’estero, a beneficio della forza lavoro locale.

Secondo quanto riportato dal quotidiano al-Arab, Muscat sta elaborando nuovi piani con cui sostituire dipendenti ed impiegati stranieri, soprattutto in società gestite dal governo, con cittadini locali. Secondo quanto riferito da fonti media omanite il 21 ottobre, il ministro del Lavoro, Mahad bin Saeed Baouin, in collaborazione con l’Oman Investment Authority, ha tenuto un incontro con i direttori esecutivi delle società governative, durante il quale sono stati discussi i piani di sostituzione. Nel corso del meeting è stata altresì evidenziata la necessità di assumere cittadini omaniti tra le posizioni di leadership e supervisione nelle società governative, oltre che di sostenere l’occupazione della forza lavoro nazionale a tutti i livelli, specialisti e professionisti tecnici in particolare, al fine di garantire la realizzazione della Vision 2040.

Si tratta di un nuovo approccio adottato da diversi Paesi del Golfo, tra cui il Qatar e il Kuwait, i quali devono far fronte agli effetti collaterali provocati dal Covid-19 e dal calo dei prezzi del petrolio sui propri sistemi economici. Il Kuwait fa affidamento su un’ingente manodopera straniera, proveniente perlopiù da Paesi asiatici, impiegata soprattutto nell’assistenza domestica. Secondo fonti a conoscenza delle normative, ancora in fase di elaborazione, la nuova legislazione costringerà centinaia di migliaia di lavoratori stranieri a lasciare il Kuwait, portando ad interrogativi sul rispetto dei diritti umani. Come evidenziato da al-Arab, molti stranieri che saranno costretti ad andar via hanno trascorso anni al servizio del Paese, dove hanno basato la propria vita, in linea con il proprio lavoro. Ritornando nel proprio Paese d’origine, gli espatriati rischiano di non avere le medesime opportunità.

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