Raid mirato israeliano su Beirut : ucciso il comandante dell’unità missilistica di Hezbollah

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(Roma, 24 settembre 2024). L’obiettivo del nuovo attacco mirato delle Idf contro la capitale libanese era Ibrahim Qubaisi. Per i media sauditi, invece, si tratterebbe di Talal Hamiyah, responsabile delle operazioni del gruppo fuori dal Libano

Un « attacco mirato » nella periferia sud di Beirut con l’obiettivo di neutralizzare un alto comandante di Hezbollah. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno condotto un blitz sulla capitale del Libano, precisamente nel quartiere Dahieh, poco dopo che una detonazione era stata udita nel distretto di Ghobeiry da parte dei residenti locali e del Monte Libano. Lo scopo del raid sarebbe coinciso con la volontà di uccidere un uomo chiave dell’organizzazione sciita filo iraniana. I media sauditi hanno scritto che il bersaglio di Tel Aviv sarebbe stato Talal Hamiyah, responsabile delle operazioni di Hezbollah fuori dal Libano, mentre il Times of Israel, citando fonti della Difesa, ha fatto riferimento al capo dell’unità missilistica del gruppo.

In un secondo momento le Idf hanno fatto sapere di aver ucciso Ibrahim Muhammad Quabaisi. Secondo Tel Aviv, Quabaisi comandava le varie unità missilistiche di Hezbollah, comprese le unità missilistiche di precisione, occupandosi dei lanci verso il fronte interno israeliano. Quabaisi, sempre secondo Israele, era una figura centrale per conoscenza nel campo dei missili ed era vicino agli alti vertici militari di Hezbollah a cui si era unito negli anni ’80. L’Idf ha inoltre affermato che tra i ruoli che ha ricoperto c’è stato quello di comandante dell’unità Badr sul fronte meridionale. « Nell’ambito dei suoi compiti nell’organizzazione terroristica, è stato responsabile della pianificazione e dell’attuazione di numerosi complotti terroristici contro le forze dell’Idf e i cittadini dello Stato di Israele », ha scritto l’esercito sui social.

Il raid israeliano su Beirut

L’attacco sull’edificio di Ghobeiri è stato confermato anche dalla tv Al-Manar, che appartiene al gruppo libanese Hezbollah. Ieri sera un altro raid aveva colpito un sobborgo sud di Beirut prendendo di mira Ali Karaki, numero 3 di Hezbollah, ma secondo il gruppo il comandante l’uomo non sarebbe morto e starebbe bene. Venerdì un altro attacco aereo israeliano aveva colpito un’area vicina, provocando 55 morti fra cui il comandante militare di Hezbollah Ibrahim Akil e altri 15 membri del gruppo.

Scendendo nei dettagli, i raid isreliani hanno preso di mira le aeree intorno a Tiro, Nabatiyè, Bint Jbeil e Marjeyoun. Le Idf hanno riferito di bombardamenti contro postazioni di Hezbollah nel sud del Libano, tra cui lanciatori di razzi, edifici militari e altri edifici in cui erano immagazzinate armi, nell’ambito dell’operazione « Frecce del nord ». Nello stesso lasso di tempo, dal Libano meridionale sono stati lanciati razzi verso la Galilea (nel nord di Israele), alcuni dei quali intercettati, secondo il resoconto delle Idf.

Intanto, a causa degli intensi bombardamenti israeliani nel sud del Libano, dove si sono registrate esplosioni secondarie dovute alla presenza di missili e razzi negli edifici bombardati, prosegue l’esodo verso nord, ma non solo. L’emittente libanese Mtv parla di incolonnamenti a Masnaa, nella valle della Beqaa, in direzione della Siria. Nella giornata di ieri, 23 settembre, Israele ha colpito oltre 1.600 obiettivi e, secondo i dati del ministero della Sanità libanese, sono morte 492. Non è chiaro quanti di loro siano membri di Hezbollah e del movimento sciita Amal, stretto alleato del « partito di Dio ».

L’obiettivo delle Idf

I caccia israeliani hanno sganciato circa 2mila bombe su obiettivi di Hezbollah in Libano nel corso della giornata, mentre altri centinaia sono finiti nel mirino dei droni. Il capo di stato maggiore generale israeliano Herzi Halevi ha parlato della situazione nell’area settentrionale del Paese e, al termine della sua valutazione della situazione attuale, è stato chiaro: « Non dobbiamo dare tregua a Hezbollah. Dobbiamo continuare a lavorare con tutta la nostra forza. Accelereremo le operazioni offensive e rafforzeremo tutte le formazioni. La situazione richiede un’azione continua e vigorosa in tutti i campi ».

La lista nera degli alti funzionari del gruppo libanese continua a sfoltirsi dopo le uccisioni avvenute nelle ultime ore. L’ultimo obiettivo di Tel Aviv sarebbe un alto funzionario dell’organizzazione anche se non ci sono notizie ufficiali in merito alla sua identità.

Per i media sauditi si tratterebbe di tale Talal Hamiyah, responsabile delle operazioni di Hezbollah fuori dal Libano. In Israele, invece, c’è chi parla del capo dell’unità missilistica del gruppo, senza tuttavia fare alcun nome. Non sappiamo, al momento, se l’uomo sia stato neutralizzato o meno.

Di Federico Giuliani. (Il Giornale)