Chi indica agli Houthi dello Yemen le navi da colpire ? C’è chi pensa siano i russi…

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(Roma, 13 settembre 2024). L’intelligence di Mosca potrebbe aver fornito – o stare ancora fornendo – consulenze logistiche ai ribelli Houthi nello Yemen impegnati nelle “azioni di disturbo” ai danni delle rotte commerciali che attraversano il Golfo di Aden e il Mar Rosso come risposta alle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza. Uno scenario complesso che puntava a interdire il traffico di armi e materie prime dirette in Israele, pesando allo stesso tempo sull’economia dei suoi partner occidentali.

Al Pentagono sono convinti che al Cremlino qualcuno abbia approvato l’invio di ufficiali dell’intelligence militare del GRU per consigliare gli Houthi riguardo alle “navi commerciali” da prendere di mira nel Mar Rosso. Un simile supporto era già stato fornito, sempre secondo gli americani, da un alto comandante della Forza Quds, unità speciale dell’Iran adibita alla “raccolta informazioni e alla conduzione di operazioni al di fuori del territorio iraniano“. Teheran si avvaleva di una nave spia per “segnalare” gli obiettivi da prendere di mira con i missili forniti sempre e comunque dagli ayatollah.

A rivelare il “suggerimento” è stato per primo il Middle East Eye. E ora che Teheran e Mosca sembrano essere sempre più legate in una collaborazione militare iniziata con la fornitura di droni kamikaze, e proseguita con la fornitura di missili a corto raggio, è lecito domandarsi se esista davvero una “connessione tra gli interessi” per le rotte che attraversano i mari caldi e quelle che attraverseranno sempre più spesso le rotte rese navigabili dal surriscaldamento globale dei mari artici, interessati da una nuova corsa al controllo della Regione.

Secondo alcuni collegamenti, la Russia potrebbe avere degli interessi affinché la crisi del Mar Rosso non si risolva, mai. Mentre La longa manus dell’Iran negli affari e nelle strategie degli Houthi è una cosa risaputa. Ma è davvero plausibile pensare che Mosca intenda soffiare sul fuoco della ribellione in Yemen?

L’ombra del GRU in Yemen

“Membri dell’intelligence militare russa del GRU operano nel territorio dello Yemen controllato dagli Houthi con un ruolo consultivo“. È quanto afferma un un alto funzionario americano, che ha parlato nella più consueta “condizione di anonimato” citando fonti d’intelligence. E anche se l’esatta natura della presenza russa in Yemen rimane “dubbia e oscura”, si possono fare ipotesi sul ruolo giocato dagli ufficiali del GRU in Yemen: contribuire a destabilizzare l’equilibrio in connessione con gli interessi di Mosca. La guerra condotta dalle spie è questa del resto: silenziosa, ambigua, lungimirante.

Un rapporto pubblicato a luglio dal Wall Street Journal ha confermato che Putin aveva accarezzato l’idea di appoggiare seriamente gli Houthi, ma sarebbe stato dissuaso dai sauditi. Tuttavia, riporta sempre il Middle East Eye, al Pentagono qualcuno è ancora “preoccupato” dall’idea che il Cremlino abbia intenzione di armare gli Houthi come opzione per “dissuadere gli Stati Uniti dal consentire all’Ucraina di colpire più in profondità nel territorio russo“. Un’opzione che attualmente non è ancora stata contemplata da Washington che “tentenna”.

Dal Mar Rosso all’Artico

Secondo Formiche.it , che sta seguendo la pista degli interessi russi e cinesi nell’Artico in connessione con la crisi del Mar Rosso, con la presenza del Gru in Yemen: “La Russia potrebbe aumentare l’impegno al fianco degli Houthi con progetti di influenza regionale e in un’ottica geostrategica che dall’Indo Mediterraneo arriva fino all’Artico“, scrive Emanuele Rossi.

In un articolo dedicato, il giornalista di Formiche cita il comandante della Quinta Flotta statunitense, l’Ammiraglio G. M. Wikoff, che da coordinatore delle operazioni navali nel settore mediorientale sostiene l’esistenza di una “nuova linea di rifornimento” di armi agli Houthi che gli americani starebbero monitorando: “Non crediamo che queste operazioni siano limitate solo agli iraniani”, afferma.

Secondo l’esperto di politica estera russa in Medio Oriente e Africa dei Royal United Services Institute (RUSI), Samuel Ramani, “se la Russia dovesse fornire armi agli Houthi, mettere sul posto consulenti tecnici sarebbe il primo passo”. Tuttavia limitarsi all’invio di consiglieri militari come ai tempo del Grande Gioco potrebbe essere sufficiente e meno “invasivo” poiché difficilmente verificabile.

Una mossa adeguata “date le preoccupazioni dei sauditi.. una via di mezzo dato che Putin si trattiene dall’armare gli Houthi”, afferma Ramani, inquadrabile nel cosiddetto “asse della resistenza” iraniano che comprende gli Houthi dello Yemen, gli Hezbollah libanesi e le forze di mobilitazione popolare irachene, che potrebbe giustificare il coinvolgimento di Mosca nella logica “il nemico del mio nemico è mia amico“. In questa versione dei fatti la questione religiosa verrebbe messa in secondo piano.

Tutta parte di una strategia più ampia

Se “esiste un collegamento tra la guerra della Russia contro l’Ucraina e il Mar Rosso”, questo potrebbe essere ricondotto al fatto che “Putin considera gli Stati Uniti responsabili degli attacchi ucraini alle navi russe nel Mar Nero“, aveva detto al Middle East Eye il generale F. Mckenzie, ex-vertice del Comando Centrale degli Stati Uniti. Ma come trascurare un possibile collegamento a breve-medio termine con l’avvenire delle rotte commerciali che interessano l’Artico ?

La decisione di Putin di inviare consiglieri militare del GRU in Yemen, “motivata dal desiderio di organizzare meglio le capacità di intelligence degli Houthi“, e le operazioni grigie condotte in Libia e nel Sahel dai mercenari della Wagner, potrebbero essere connesse in una grande strategia russa che ci riporta indietro nel tempo. Alle ambizioni e alle promesse di Pietro Il Grande. Che vennero perseguite, per quasi un secolo, da agenti segreti russi in terre contese e inospitali.

Di Davide Bartoccini. (Inside Over)