Ira di Mosca per lo schiaffo di Kursk. «Saltati i negoziati segreti con Kiev»

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(Roma, 18 agosto 2024). I media USA : « Russia e Ucraina dovevano incontrarsi a Doha ». La disfatta militare imbarazza il Cremlino: stop a Youtube e WhatsApp

Tanta fatica per nulla? Probabilmente no. Tuttavia per il Washington Post, che cita fonti accreditate, l’incursione ucraina nel Kursk avrebbe fatto deragliare gli sforzi, portati avanti in segreto, per un cessate il fuoco parziale. Il quotidiano riferisce che l’Ucraina e la Russia dovevano inviare delegazioni a Doha questo mese per negoziare un accordo storico che fermasse gli attacchi alle infrastrutture energetiche di entrambe le parti. Non tutto è perduto: giovedì il bilaterale con la mediazione del Qatar potrebbe svolgersi in videoconferenza.

Sul campo la guerra prosegue, ma bisogna fare un passo indietro e tornare all’alba del 10 agosto, quando la 127esima brigata ucraina attraversò il confine ucraino all’altezza di Kozinka per penetrare di una decina di chilometri nella regione russa di Belgorod.

L’operazione era top secret, il clamore dell’invasione del Kursk sequestrava le prime pagine dei giornali, e il Cremlino non aveva alcuna intenzione di mettere in piazza l’ennesima falla nel sistema difensivo dei confini. Putin, che ieri ha promosso sua nipote Anna Tsivileva segretario di Stato, ordinò di «spegnere» youtube e whatsApp, ma non potè far nulla per fermare le notizie dei blog anti-regime. Uno di questi venne intercettato da Il Giornale, che l’11 agosto pubblicò la notizia dell’apertura di un nuovo fronte.

Da sabato della scorsa settimana a oggi poco è cambiato, lo zar di Mosca sta impegnando buona parte delle sue forze per imbavagliare qualsiasi organo d’informazione. Le cronache di guerra sono zeppe di narrazioni unidirezionali, ma in realtà le truppe del generale Gerasimov (in odor di licenziamento) soffrono gli assalti dei soldati di Kiev che nel Kursk hanno addirittura allestito una base operativa. Kursk, Belgorod e Bryansk non hanno solo una valenza negoziale, sono strategiche e ricche di risorse. Sottrarle alla Russia significa indebolire il già provato (dalle sanzioni) sistema economico della Federazione.

Il gasdotto di Sudzha, assieme alla centrale nucleare di Kurcatov e alle acciaierie di Tetkino, costituiscono un irrinunciabile tassello nel proseguimento dell’operazione speciale. L’esercito ucraino sta rafforzando le sue posizioni nel Kursk (ricollocati diecimila sfollati). I soldari russi hanno il loro ben da fare, anche perché le brigate di Kiev hanno messo nel mirino la centrale di Kurcatov. Il ministero della Difesa di Mosca minaccia dure ritorsioni in caso di contaminazioni radiattive, forse sulla scia emotiva di quanto avvenuto ieri a un’altra centrale, quella di Zaporizhzhia, dove un drone ucraino ha sganciato esplosivi su una strada all’esterno dell’impianto.

Le operazioni più importanti i russi le conducono nel Sumy e nel Donetsk. Nella regione di confine hanno effettuato 18 attacchi missilistici, a Pokrovsk bombardato l’intera area e abbattuto una palazzina a Myrnohrad. Pokrovsk è una delle principali roccaforti ucraine e un hub logistico. Una capitolazione comprometterebbe capacità difensive e vie di rifornimento di Kiev. Intanto gli 007 ucraini hanno annunciato che i loro specialisti informatici sono riusciti a paralizzare il lavoro della struttura russa per lo sviluppo di armi nucleari a Chelyabinsk (Urali).

In serata è apparsa sui social la foto di Kadyrov a bordo di un camioncino Tesla Cybertruck con tanto di mitragliatrice montata. Il leader ceceno ha espresso la sua gratitudine a Elon Musk, spiegando che invierà l’auto «nella zona di operazioni speciali».

Di Luigi Guelpa. (Il Giornale)